Inauguro
una nuova forma di giornalismo. Appunto cronache del futuro. Proprio
nel giorno che, forse, vedrà l'inizio di una nuova rivoluzione
colorata. Quale sarà il colore, lo vedremo dopo. Per il momento non è
stato ancora deciso. Ma il sangue c'è già. Il 9 maggio scorso a
Kumanovo, confine tra Macedonia e Kosovo, un attacco armato ha prodotto
14 morti tra gl'incursori e 8 tra i poliziotti macedoni, con oltre 30
arresti.
Serviva per preparare il
terreno ad una grande manifestazione in piazza, a Skopje, che doveva
riunire 70.000 persone e iniziare l'assalto al palazzo del governo.
Stile Euromaidan. Dunque una rivoluzione colorata "speciale", cioè un
mix tra sollevazione "pacifica" interna, interetnica ( circa il 30% dei
macedoni sono musulmani di etnia albanese) e aggressione armata
dall'esterno. I seguaci di Gene Sharp "Come si abbattono le dittature")
hanno fantasia da vendere.
Come
tutte le precedenti rivoluzioni colorate, anche questa vanta alcune
caratteristiche standard. La prima è l'immediato appoggio di tutto il
mainstream occidentale. Che, allenato a dovere, si mette subito a
gridare ai diritti umani violati dal governo autoritario. Questo è
l'inizio canonico. Poi, quando il primo sangue scorre, il governo da
abbattere diventa anche "sanguinario". La seconda qualità colorata è che
le cancellerie occidentali si mobilitano subito per fare pressioni.
Perfetto. Nei giorni scorsi l'ambasciatore americano a Skopje, Jess
Bailey, dopo avere incontrato il premier macedone Nikola Gruevski rende
noto un comunicato congiunto, firmato anche da Italia, Francia, Regno
Unito, oltre che dalla Unione Europea, che critica"l'inazione" del
governo sulla questione delle intercettazioni telefoniche.
Lo
zelante ambasciatore italiano Massimo Belelli fa sentire la su voce.
Skopje, - dichiara - rischia l'isolamento diplomatico se non prende
misure riguardo la libertà di stampa e lo stato di diritto". E i
giornali e le tv di George Soros, insieme alla sua "Open Society"
pubblicano registrazioni telefoniche compromettenti per il governo,
senza spiegare, ovviamente, da dove vengono quelle registrazioni e come
mai sono finite nelle mani del capo dell'opposizione socialdemocratica
Zoran Zaev. Scrivono anche, all'unisono, che l'operazione di Kumanovo è
stata una messa in scena organizzata dal governo.
La
terza caratteristica delle rivoluzioni colorate è quella, ben vista a
Kiev, nel 2104, della processione dei leader occidentali sulla piazza
della rivolta prossima-ventura. A incitare, incoraggiare, benedire la
sovversione. I primi ad arrivare a Skopje saranno i membri di una
delegazione del Partito Socialista Europeo, quello di Martin Shulz e di
Matteo Renzi. Si attende l'arrivo di John McCain, che griderà: "siamo
con voi", come fece a Maidan.
Un
tempo si chiamava "ingerenza negli affari interni di un paese sovrano".
Oggi si chiama "difesa dei valori occidentali". I quali si riassumono
in pochi concetti essenziali. Dovete fare come diciamo noi. Sennò vi
facciamo a pezzi. E come devono fare i poveri macedoni ortodossi?
Aderire alle sanzioni contro la Russia, in primo luogo. Cosa che invece
non hanno fatto e non fanno. In secondo luogo mai e poi mai prendere
in considerazione il passaggio verso l'Europa del gas russo proveniente
dal "Turkish Stream".
Già, ecco
l'inghippo. La Grecia, in aprile, si è detta disposta ad attaccarsi al
tubo di Ankara. E a maggio la Macedonia si è detta pronta a fornire il
passaggio del gas verso la Serbia. La quale ben volentieri farebbe
altrettanto. Ma questo non si deve fare, secondo Washington, che sta
dalla parte di Kiev. Così la Macedonia s'ha da ricondurre ai valori
occidentali. Energicamente. Facciamo una "Grande Albania", mettendo
insieme i musulmani di Kosovo, Albania e Macedonia. Lo dice apertamente
il premier di Tirana. Lo dice Alì Ahmeti, capo e fondatore del partito
albanese del Kosovo, Bdi. Il nuovo stato entrerà nella Nato a vele
spiegate.
La gigantesca ambasciata
americana di Skopje sarà finalmente paragonabile al nuovo stato. Adesso
è, evidentemente, sovradimensionata per la piccola Macedonia di due
milioni scarsi di abitanti.
C'è un
problema, però: che la maggioranza dei macedoni è ortodossa. Che ne
pensano? Saranno contenti? Non importa. A Bruxelles, forse, pensano di
imitare la soluzione tentata dai nazi ucraini nel Donbass con i russi,
cioè bombardandoli. Là è andata male, ma non è detto che andrà sempre
male. Così, magari, si troverà anche il colore di questa nuova
rivoluzione, molto democratica e molto colorata: verde "islamico" con
molte macchie di sangue.
Giulietto Chiesa (Fatto Quotidiano)
e da pillola rossa
p.s.
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