Fonte: Il Fatto Quotidiano di Loretta Napoleoni del 17 maggio 2015
Il futuro è rosa? A detta dei politici europei ad americani pare proprio di sì, la crisi
è passata e tra poco ricominceremo a crescere. La gente li crede perché
molti pensano che peggio di così non si possa andare. Ed invece un gruppetto di economisti sostiene che i continui picchi degli indici di borsa altro non sono che una gigantesca bolla finanziaria, pronta ad esplodere in un futuro non troppo lontano. La grande depressione evitata all’indomani del crollo della Lehman Brothers potrebbe dunque travolgerci nei prossimi vent’anni. Tra costoro ci sono due fratelli Alan e Brain Beaulieu, abbastanza conosciuti negli Stati Uniti che hanno da poco fatto la loro comparsa nelle City di Londra quali consulenti e guru.
Nel loro libro Prosperity in the Age of Decline: How to Lead Your Business and Preserve Wealth Through the Coming Business Cycles sostengono che tra 15 anni gli Stati Uniti, e quindi anche il resto del mondo, saranno vittima di una depressione
simile a quella sofferta esattamente un secolo prima. I motivi li
conosciamo bene: l’invecchiamento della popolazione, i programmi
pensionistici ed i tassi d’interesse vicini allo zero. Ci troviamo di
fronte ad uno squilibrio demografico che si tradure in
uno scompenso finanziario. Da una parte c’è la generazione dei baby
boomers, la più numerosa degli ultimi 100 anni ed anche la più ricca e
longeva che vuole godersi la pensione, dall’altra ci sono le generazioni Y ed i millennial,
e cioè chi è nato dal 1980 fino al 2000, decisamente meno numerosi e
con prospettive di guadagni inferiori. Basta questo per capire che ad un
certo punto il sistema pensionistico imploderà e lo stato si troverà a
corto di fondi.
Ma non basta, i tassi fermi intorno alla zero
gonfiano il valore delle azioni ed offrono alle grandi imprese denaro a
costi troppo bassi. Un fenomeno che a sua volta ne fa gravitare i
guadagni contabili aumentando il valore delle azioni. Un spirale
destinata anch’essa ad implodere.
Si potrebbe obiettare che nella forza lavoro dei prossimi 15 anni ci sono anche gli emigrati
e che gli scompensi demografici sono minori di quanto si creda, ma i
due aspetti più interessanti della teoria dei Beaulieu si riferiscono ai
suggerimenti su come proteggersi e guadagnare dalla
grande crisi economica non alle cause. Consigli in gran parte diretti ai
giovani della generazione Y ed ai millennial- poiché le prime vittime
saranno proprio loro – che i fratelli incitano a seguire un comportamento più razionale di quello dei genitori e che garantisce maggiore sicurezza economica.
In primo luogo devono partecipare maggiormente alla vita politica.
Poiché i baby boomers sono più numerosi, il loro peso nell’elettorato è
di gran lunga maggiore di quello dei propri figli e nipoti. E questo
spiega la reticenza della classe politica a posticipare l’età del
pensionamento. Secondo i Beaulieu anche nei paesi dove sono state
approvate leggi che alzano la soglia del pensionamento, siamo ancora
lontani da una posizione di equilibrio. Spetta ai giovani far pressione
sui politici affinché ciò avvenga.
Bisogna poi imparare a vivere al di sotto delle proprie possibilità,
ciò significa risparmiare ogni mese, anche solo piccole quantità di
denaro. E’ importante introdurre i giovani al risparmio ed insegnare
loro ad investire. Accumulare denaro infatti non aiuta,
questo deve fruttare qualcosa, deve moltiplicarsi. Secondo i fratelli
Beaulieu il mercato azionario durante gli anni 20 sarà particolarmente
vantaggioso ed offrirà profitti al disopra del tasso d’inflazione.
Altro consiglio: scegliere una carriera in un’industria in crescita.
Qualsiasi settore che ha a che fare con gli anziani va bene, lo stesso
vale per tutte le attività economiche relazionate a paesi dove la
classe media è in aumento, ad esempio l’America Latina e l’Asia.
Assolutamente non entrare in politica. Fino allo scoppio della crisi i
politici saranno costretti a misure molto poco popolari: aumento delle
tasse, aumento dell’età del pensionamento, tagli della spesa ecc. ecc.
Tutto ciò renderà sempre più difficile e meno lauto il loro mestiere.
Pagare tutti i debiti
prima dello scoppio della crisi, e cioè il 2030. Cercare poi di non
indebitarsi per consumare, se non è possibile acquistare ciò che si
vuole in contanti, allora è meglio non farlo. Naturalmente prima dello
scoppio della crisi bisognerà liquidare tutti gli investimenti e
tenersi il contante per usarlo dopo il crollo ed acquistare a poco prezzo pacchetti azionari, imprese ed immobili.
Ed
infatti secondo i fratelli Beaulieu, dopo la grande depressione
inizierà un forte ripresa. Anche per loro insomma il futuro, però quello
di lunghissimo periodo, è rosa.
p.s.
ATTENZIONE
quest'articolo, come quello di ieri, va soppesato e vagliato con molta
prudenza perchè gli sacerdoti dell'austerity, se costretti, lo
ammettono: non siamo affatto usciti dalla crisi, anzi... ci siamo dentro
fino al collo e vi rimarremo finchè non si prenderà atto che unificare
un insieme diversificato e culturalmente differente che rappresenta i
2/3 del pianeta non può che creare guasti; soprattutto se chi dovrebbe
vigilare e fare l'interesse comune dei singoli, i governi, fanno gli
gnorri o, ipotesi più vera e verificabile, tifano perchè ciò accada. I
risultati sono sotto gli occhi di tutti, vero? Ricordate che c'è subito
stato qualcuno che ha detto che ci vorranno decenni prima di tornare a
livelli di pre-crisi, vero? Ricordate anche che le serie storiche e
quindi le equazioni alla base della politica dell'austerity sono errate,
vero? Bene se è chiaro ciò chiedetevi se vale davvero la pena di
continuare a votare per gli stessi che stanno attivamente contribuendo a
rovinarci il futuro...
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