martedì 21 febbraio 2017

Fake news: il disegno di legge è pericoloso, inattuabile e inutile

Ieri l'amico blogger Jigen ha postato sull'argomento bufale, scritti ostili: è di moda è fa audience, ma soprattutto lascia spazio a chi ha tanta voglia di mettere un bel bavaglio a quell'ultimo lembo di libera espressione che è rimasto nella società dell'informazione 'controllata': la rete.
Ecco posto quest'ARTICOLO del Fatto Quotidiano che fa luce negli angoli bui e smachera qualche voglia di maganello di troppo.... qui ve ne posto una parte; il resto lo trovate al link succitato del Fatto
di | 21 febbraio 2017

Obbligo di registrazione e di rettifica entro 48 ore per tutti i blog e siti di informazione, obbligo di sorveglianza generale – o poco ci manca – per i gestori dei social network e delle piattaforme di condivisione di contenuti prodotti dagli utenti, pene pecuniarie e detentive per chi pone in essere una serie di condotte descritte in modo tanto vago ed evanescente da abbracciare al tempo stesso qualsiasi forma di reato di opinione così come ogni forma di esercizio della libertà di manifestazione del pensiero.
Può essere riassunto così – parola più parola meno – il contenuto del disegno di legge (Disposizioni per prevenire la manipolazione dell’informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l’alfabetizzazione mediatica) attraverso il quale i senatori Gambaro (Ala), Mazzoni (Ala), Divina (Ln-Aut) e Giro (FI-Pdl) sembrano intendere dichiarare guerra al fenomeno planetario delle cosiddette “fake news”, le notizie false che rimbalzano sul web [e per la verità non solo sul web], influenzando le vicende della politica, dell’economia e della società e distorcendo la percezione della realtà da parte dell’opinione pubblica.
Dell’iniziativa legislativa tripartisan si è già detto e scritto molto e non sono mancate né critiche, né perplessità sollevate da più parti e per ragioni diverse.
E’ buona regola – lo suggeriva già Schopenhauer nel suo “Il mestiere dello scrittore” – scrivere solo quando si ha, per davvero, qualcosa da aggiungere a quanto già scritto da altri e, quindi, a un dibattito in corso. Spero di non tradire questa buona regola aggiungendo una manciata di considerazioni a quelle già fatte, da tanti, sin qui. Tuttavia la questione è centrale per il futuro dell’ecosistema internet e, forse – senza voler abusare del termine – per il futuro della nostra democrazia e, probabilmente, merita qualche parola in più.
E’ ovvio, innanzitutto, che si può scegliere di leggere il testo del disegno di legge in questione e poi lasciarlo scivolare distrattamente sulla scrivania – o addirittura nel cestino – semplicemente scuotendo le spalle e pensando che tanto non esiste nessuna concreta possibilità che, in una stagione politica come quella attuale, questa legislatura darà mai alla luce una legge sul web. Non c’è tempo e, soprattutto, deputati e senatori sono, ormai, in tutt’altre faccende affaccendati.
Ma un disegno di legge è qualcosa di più che una manciata di parole pronunciate da questo o quel parlamentare in un dibattito pubblico e, quindi, sembra opportuno mettere nero su bianco – anche solo a futura memoria – perché quello proposto in Senato nei giorni scorsi è una cura peggiore del male, che nasce vecchia, non risolverebbe alcun problema e, anzi, ne creerebbe a dozzine di nuovi e più perniciosi.
Prima di avventurarsi in questo ragionamento val la pena – per fugare ogni dubbio – chiarire che il problema delle notizie false che rimbalzano online come offline nei cosiddetti “nuovi media” così come in quelli vecchi e meno nuovi è un problema reale, globale, importante anche se né nuovo, né sconosciuto a chi si occupa di media giacché di notizie false – persino di guerre inventate e documentate in studi cinematografici – è piena zeppa la storia.
Le ricette proposte dai quattro senatori firmatari del disegno di legge sono però anacronistiche, inattuabili, inefficaci e, soprattutto ad alto rischio di deriva liberticida.
Un giudizio netto e severo che merita qualche spiegazione.
come detto sopra il resto su Fatto Quotidiano

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