di F. Q. | 29 marzo 2017
Centodieci miliardi l’anno. A tanto ammonterebbe, in media, l’evasione fiscale e contributiva annua in Italia. A snocciolare il dato è stato il presidente della Commissione per la redazione della “Relazione annuale sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”, Enrico Giovannini, in audizione alla Commissione Bicamerale, illustrando i dati del triennio 2012-2014. Secondo i quali nel 2014 il tax gap,
la differenza tra le imposte che si dovrebbero pagare e quelle
effettivamente pagate si è allargato a 111,6 miliardi di euro da 108
miliardi del 2012 e in termini percentuali è compreso tra il 20 e il
30%. Quindi nel triennio la propensione all’evasione è salita dal 23,6%
al 24,8%, ha aggiunto Giovannini, sottolineando che “i settori dove
maggiore è l’evasione quelli a più bassa crescita di produttività”: il
sommerso è al 30% nei servizi alle famiglie, 26% nel commercio, pubblici esercizi, 24% costruzioni, 20% nei servizi alle imprese. Caso a sè il tax gap per l’Irpef del lavoro autonomo e d’impresa: che nel 2014 si attesta al 59% (57% la media del triennio), mentre per il lavoro dipendente è al 4% e per l’Iva al 30%.
L’ex numero uno dell’Istat ha quindi ricordato che “l’Italia soffre di un problema di crescita della produttività
da molti anni ed è evidente che nel momento in cui una impresa riesce
ad andare avanti semplicemente attraverso l’evasione, ha molti meno
incentivi a trovare una struttura più efficiente, ad
investire, innovare, quindi l’evasione ha un ruolo molto importante in
un generale grado di arretratezza del sistema economico”. Secondo
Giovannini “nell’attività di contrasto all’evasione viene fatto
tantissimo ma ci sono anche dei limiti fisici dovuti alle risorse
disponibili”. Circa 200mila soggetti sono verificati annualmente
rispetto a quattro milioni di imprese e ciò “mostra che c’è un limite
fisico alla possibilità di indagini in loco”. L’ex ministro del Lavoro
ha quindi spiegato che “la nuova agenzia per le attività ispettive ha
messo insieme la parte Inps, Inail e Ministero del Lavoro” e inoltre “ci
sono molti altri soggetti che fanno ispezione, è c’è dunque una
possibilità di aumentare ulteriormente la efficienza nell’integrazione delle banchi dati tra soggetti non statali e soggetti statali che potrebbe aiutare a fare una migliore attività di contrasto” all’evasione.
a me quel numero, 110 mld, dice molto e a voi?
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