Giornata
storica e drammatica allo stesso tempo per la Spagna: il governo di
Madrid ha fatto ricorso all’opzione nucleare. Il premier Mariano Rajoy
ha infatti fatto sapere al Senato che destituirà il presidente catalano
Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri
del Governo catalano, servendosi dei poteri straordinari che gli
saranno concessi oggi dalla camera alta.
Mentre il Senato a Madrid attiva l’opzione nucleare, votando il via libera al commissariamento della Catalogna, il Parlamento catalano ha votato a favore della proclamazione d’indipendenza. Settanta i voti favorevoli, dieci i contrari, due le schede nulle. Sul mercato secondario i bond governativi spagnoli sono sotto attacco dopo il voto del parlamento della regione con mire secessioniste. Anche la Borsa di Madrid accusa il colpo, con l’indice Ibex che al momento cede il 2% dopo l’aggravarsi della crisi costituzionale in Catalogna.
Ieri il presidente catalano Puigdemont ha deciso di non convocare elezioni anticipate, dicendo che non ci sono le condizioni. Secondo il leader indipendentista “mancano le garanzie”
da parte del governo di Madrid sul fatto che una volta indetto il voto
anticipato, la Catalogna tornerà a essere governata dai suoi politici
regionali e non dalle autorità di Spagna.
Stamattina il premier Rajoy è stato accolto da un forte applauso dai parlamentari del Pp, il partito conservatore che ha la maggioranza assoluta, nell’aula del Senato di Madrid. Secondo i media spagnoli, la destituzione del presidente Carles Puigdemont e del suo governo è la prima di una serie di mosse che farà Madrid dopo il via libera previsto oggi del Senato all’articolo 155 della Costituzione.
Le possibilità di trovare un accordo appaiono al momento ridotte al lumicino. Per trovare un’intesa dell’ultima ora e quindi convocare nuove elezioni, il presidente Puigdemont aveva chiesto ieri una doppia garanzia.
L’iniziativa costituisce una rappresaglia alla possibile approvazione da parte del senato spagnolo – a meno di sorprese e novità dell’ultimo minuto – dell’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, che commissarierà di fatto il governo catalano. I ponti del dialogo si sono rotti e la situazione in Catalogna non è mai stata tanto grave quanto lo è in queste ore.
Mentre il Senato a Madrid attiva l’opzione nucleare, votando il via libera al commissariamento della Catalogna, il Parlamento catalano ha votato a favore della proclamazione d’indipendenza. Settanta i voti favorevoli, dieci i contrari, due le schede nulle. Sul mercato secondario i bond governativi spagnoli sono sotto attacco dopo il voto del parlamento della regione con mire secessioniste. Anche la Borsa di Madrid accusa il colpo, con l’indice Ibex che al momento cede il 2% dopo l’aggravarsi della crisi costituzionale in Catalogna.
Stamattina il premier Rajoy è stato accolto da un forte applauso dai parlamentari del Pp, il partito conservatore che ha la maggioranza assoluta, nell’aula del Senato di Madrid. Secondo i media spagnoli, la destituzione del presidente Carles Puigdemont e del suo governo è la prima di una serie di mosse che farà Madrid dopo il via libera previsto oggi del Senato all’articolo 155 della Costituzione.
Le possibilità di trovare un accordo appaiono al momento ridotte al lumicino. Per trovare un’intesa dell’ultima ora e quindi convocare nuove elezioni, il presidente Puigdemont aveva chiesto ieri una doppia garanzia.
- La prima era che si fermasse subito l’iter per l’approvazione in Senato dell’articolo 155 che sospende l’autonomia amministrativa catalana e concede tutti i poteri al governo centrale.
- La seconda che fossero rilasciati i due leader indipendentisti in prigione, Jordi Sánchez e Jordi Cuixart.
L’iniziativa costituisce una rappresaglia alla possibile approvazione da parte del senato spagnolo – a meno di sorprese e novità dell’ultimo minuto – dell’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, che commissarierà di fatto il governo catalano. I ponti del dialogo si sono rotti e la situazione in Catalogna non è mai stata tanto grave quanto lo è in queste ore.
Nessun commento:
Posta un commento