martedì 15 luglio 2008

Fatti di Bolzaneto: sentenza mite

Il processo per i fatti di Bolzaneto (sette anni fa) si è concluso .... all'italiana: sugli 80 anni richiesti solo 24 accordati e nei fatti nessuno andrà in galera per i vari meccanismi di attenuanti, prescrizioni (...) e indulto. Insomma, le "sevizie" sono provate ma nei fatti la galera non la vedrà nessuno, e quindi qualcosa è accaduto in quella caserma, il tribunale ha riconosciuto l'abuso di autorità, che non è esattamente quello che aveva chiesto la pubblica accusa: le vittime avranno solo la porta aperta per un risarcimento danni di circa 70 mila euro a testa, poca cosa rispetto alla gravità dell'accaduto. Dai racconti emersi al processo ci sono state cose da stato dittatoriale sudamericano: un'altra bella dormita della democrazia che si aggiunge alle altre della triste storia repubblicana. E in quei giorni di "dormite" la democrazia se ne è fatte diverse in primis la morte di Carlo Giuliani in Piazza Alimonda poi le violenze documentate dai tanti filmati che ancora oggi si trovano in giro per la rete. La violenza quel giorno fu cercata da molte parti e qualche dubbio sale se si ripensa alla "piccola" cosa che le molotov, per esempio, che furono ritrovate e portate all'attenzione della stampa ma in realtà "costruite" non dai manifestanti ma da altri. Una brutta storia italiana di cui rammaricarsi amaramente e che avrebbe dovuto far porre delle domande ai media sull'aspetto, di non poco conto, della gestione dei fermati da parte di quelli che li avevano presi in consegna. E non solo. Tutti i fatti che sono successi in quei giorni avrebbero dovuto far riflettere: si attaccavano i cortei ma non coloro che, fuori dai cortei, sfasciavano e devastavano. Io a Genova non c'ero. Dico la mia apprendendo le notizie che escono dai media e, nonostante l'evidente filtro, comunque pongono seri dubbi sulla condotta dei preposti all'ordine pubblico: c'era voglia di menar le mani? Si cercava forse lo scontro per "spezzare le reni" al movimento no global? Lo si cercò lo scontro a tutti i costi? E anche a Napoli, con un governo e una maggioranza diversa qualche temo prima, già c'erano state violenze e scontri: quindi si può pensare a un momento "alto" di repressione per zittire un movimento che dava fastidio ai manovratori al potere. La verità è un concetto astratto dal punto di vista giuridico faticosamente raggiunto attraverso i dibattimenti basati sulle evidenze di prove e testimonianze; quella storica non è stata ancora scritta; ma nel nostro paese più che in altri sembra che essa abbia pesi e misure diverse a seconda di chi si trovi a doverla chiedere e ricercare. la legge è uguale per tutti?

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