giovedì 11 dicembre 2008

Eutanasia: un video choc

E' un'argomento delicatissimo. Da noi si versano fiumi d'inchiostro e ci si divide fra favorevoli e contrari; persone da anni combattono una battaglia di civiltà che in uno Stato liberale dovrebbe darsi per acquisita; una minoranza religiosa e integralista cerca d'imporre a tutti la propria visione negazionista; la politica, pavida e opportunistica senza badare minimamente al diritto individuale di disporre del proprio corpo come meglio si crede (peraltro riaffermato dalla Corte costituzionale come nel caso di Eluana Englaro il cui padre a tutt'oggi non ha potuto ancora soddisfare le volontà di Eluana visto che non trova nessuno che voglia mettere in pratica la sentenza definitiva) e di assicurarsi una morte dignitosa e libera cui a parere del sottoscritto si ha diritto, cerca di far passare una legge che nei fatti lo impedisce, (e a mio parere più per compiacere Oltretevere che per propria intima convinzione) come già avvenuto per la diagnosi prenatale e fecondazione assistita, seguendo quello che ritiene il trend dei poteri forti: insomma il nostro paese si connota sempre di più come più vicino a Teheran che all'Europa. Ed è solo l'ultimo dei primati, tutti negativi, che abbiamo collezionato negli ultimi 18 anni (sanità, scuola, università, politica, ecc.). Ora però si arriva all'opposto: un canale satellitare ha trasmesso un filmato su un'eutanasia fatta in Svizzera su un cittadino inglese conseziente, malato di sclerosi laterale amiotrofica (meglio conosciuta come SLA), una malattia che non lascia scampo. La moglie ha dichiarato di essere d'accordo e di ritenere che il video aiuterà altri ad affrontare la propria paura. Il paziente ha dichiarato: "Sono stanco della malattia, ma non sono stanco di vivere - ha precisato alle telecamere, poco prima di morire - amo la vita, ma la realtà è che non riesco più a vivere. Se scegliessi di rimanere in vita, sceglierei anche di sottopormi a una vera tortura. Ho optato per un'altra alternativa: porre fine a questo viaggio e intraprenderne un altro. Dal momento in cui la malattia ti paralizza completamente il corpo, non sei altro che una tomba vivente che si nutre attraverso un sondino nello stomaco, non sei nient'altro. E' troppo doloroso". Ora, al di là delle polemiche subito scatenate e le accuse di vouyerismo, in una società civile si dovrebbe riflettere sul tema della dignità e del dolore di vivere "in una tomba" con una malattia gravemente invalidante e si dovrebbe riflettere su come un'individuo arrivi a decidere la propria fine anticipata (e prolungata invece la vita - ma che vita? - grazie alle macchine), ma soprattutto si dovrebbe garantire il diritto dell'essere umano a decidere della propria vita e di come finirla in presenza di gravi malattie invalidanti e non a come vietare e limitare il diritto individuale, in nome di propri principi legittimi ma personali e non condivisi da tutti. Non credo che in Italia si arriverà ad un vero dibattito su questo tema perchè troppo pesante è l'influenza ecclesiale e troppo poca, anzi direi quasi nulla, è la resistenza della parte laica del paese e troppo poca è la resistenza della politica ai grevi interventi nelle materie che gli sono proprie.
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