lunedì 25 maggio 2009

Il PD che vorrei...............

L'Unità ha lanciato oggi l'idea "'Il Partito democratico che vorrei: ditecelo voi come deve essere". Rilancio l'idea: che PD vorreste? Volete quello che c'è ora che non è socialdemocratico nè é liberale in senso classico, ma un'insieme di personaggi di varia estrazione politica (cattolica, socialista, comunista) che condividono il quadro liberista come schema sociale, politico e culturale (schema simile al berlusconismo) in salsa italiana? Volete "questo" partito (ha ancora un senso la parola partito in una società dove esiste un pensiero unico debole e per giunta flottante?) che non altro che la copia carbone, naturalmente edulcorata dal berlusconismo, del PdL o vorreste, invece, un partito di stampo socialdemoratico che stia all'opposizione e prepari il proprio avvento al Governo con un sistema di valori alternativo al berlusconismo e a quello che rappresenta? Preferite un "partito" che non ha un programma come questo o un partito che ha fatto del proprio passato tesoro e guarda con favore alle socialdemocrazie europee e ha tale spina dorsale da fare le proprie scelte anche se non portano immediatamente voti e qualche pezzo da 90 dello stesso partito non viene eletto? L'anno scorso, quando si parlava di far nascere un partito nuovo della cosiddetta sinistra, più volte tornai sull'argomento esternando la mia idea di partito (che non è assolutamente nuova, sia chiaro, e che ha molto in comune con quanto sostiene un politologo di chiara fama come Gianfranco Pasquino) "democratico" che avrebbe dovuto avere pochissimo o nulla del confratello (...) americano e molto del pensiero europeo: penso ad esempio all'idea di socialdemocrazia nordeuropea che sa coniugare privato con pubblico sostenendo il primo, non sovvenzionandolo, e non distruggendo il secondo come si fa da noi (e negli USA). I prodromi di quello che è oggi il PD erano già presenti a partire dal 1990 quando con i governi del centrosinistra (proprio del centrosinistra) si avviò la liberalizzazione della società italiana e parole come ottimizzazione (tagli e ancora tagli della spesa pubblica con conseguente riduzione del Welfare per fare una spesa), modernizzazione (che significa fare con pochi soldi quello che si faceva con prima con l'intervento statale e naturalmente il peso lo subivano i ceti deboli a aprtire dai lavoratori, che già con l'accordo di S. Valentino, subirono un durissimo colpo ai loro diritti in primis di difesa del salario complici obbedienti innanzitutto la triplice sindacale confederale) e efficientizzazione (spremere fino al midollo chi lavora e tenerlo sempre un gradino sopra la fame mentre altri si arricchiscono impudentemente al riparo di leggi, fisco, ecc...): tutto nello schema liberista alla Friedman che andava predicando l'annullamento dello Stato e la distruzione del welfare per fare in modo che gli individui si dannino l'anima all'interno del mercato per sbarcare il lunario e chi resta indietro è considerato morto o tutt'al più un costo che i ricchi compassionevoli sopportano a stento e a cui ogni tanto lanciano un mollica di pane dal loro tavolo; ecco cos'è il liberismo ed ecco cos'ha abbracciato il PD. No! Questo partito non mi piace e non lo voterò (nè lo facevo quando si chiamava PDS e poi DS) perchè come molti altri si comprese, allora come ora, che nel suo interno non nascondeva la via socialdemocratica ma quella più breve (e molto più lucrosa) del liberismo e dell'affarismo finendo in questo modo preda di se stesso e dovendo contare sull'appoggio del potere economico e finanziario per sopravvivere. E che dire della componente cattolica che ne fa parte? Mentre in un partito normale (non dico socialdemocratico, ma normale) ci sarebbe una netta divisione fra sacro e profano in questo PD, e a maggior ragione nel suo orginario schema il PdL, invece si è immobilizzati da Oltretevere e dalle sue bizze per non perdere il voto cattolico, e fondamentalista, per giunta!! Qualcuno diceva che a Destra uno dei più letti era Gramsci e per giustificarlo "politicamente" ne cercava l'anima razionale e liberale: può esser vero se Croce stesso diceva che in questo grande pensatore del 1900 c'era un chè di liberale, ma non dimentichiamo che Gramsci era Comunista (con la "C" maiuscola) ed era un politico e filosofo che leggeva e criticava, aspramente, Stalin e co. ma era anche un'Italiano - e perse la vita nel confino fascista, con scarso aiuto dai "compagni" riparati a Mosca - e comprendeva benissimo i meccanismi di base della nostra società vedendone in anticipo i mali che puntualmente si sono verificati: quando il PD rivaluterà Gramsci mi troverà ad aspettarlo già lì per vedere cosa ci hanno capito.....

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