martedì 7 settembre 2010

Che disdetta!!

Tutto ebbe inizio nei primi anni '90 quando al potere c'era la cosiddetta sinistra che voleva "ottimizzare", liberalizzare, creare mercato laddove c'era lo statalismo (Enel, Telecom, Cirio, ecc. e tutti abbiamo sotto gli occhi come é andata a finire), privatizzare, migliorare la società, ecc... insomma (come in altri paesi occidentali) costruire il migliore dei mondi possibili: lo faceva per seguire l'ondata liberista che arrivava dal centro dell'impero (Thatcher e Reagan ne erano i sacerdoti) e lo facevano anche perchè (dopo anni di malgoverno centrista e di centrosinistra) lo Stato era al fallimento e bisognava fare cassa, molta cassa perchè avevano sottoscritto degli accordi capestro a Maastricht che negli anni successivi avrebbero creato una frattura socio-economica nel paese con salari bassi e nessuna difesa del potere d'acquisto, ma soprattutto avrebbe fatto pagare il conto ai soliti noti in nome del risanamento e soprattutto, in materia di lavoro, avrebbe messo (lo dicevano esponenti dell'allora centrosinistra che oggi ci sono ancora nell'agone politico) contro genitori e figli e creato almeno due generazioni di poveri e precari, un lumpenproletariat pronto a essere usato, ricattato e buttato nel cestino quando non servivano più: ricordate quando dicevano che era colpa dei padri e madri che si erano garantiti il futuro con il posto fisso mentre loro, i figli, erano stati fregati? e in nome di un falso clamoroso, la perdita dei fondi pensionistici che ancora oggi sono in attivo, iniziarono un processo di riforma (si fa per dire) delle pensioni che oggi consente a qualcuno di andarci con pochi euro e a molti di non percepirla nemmeno in futuro. E che dire del mercato del lavoro? Il privato compreso sempre di più nei diritti e il pubblico privatizzato e messo un passo indietro proprio al privato: un esempio è la legge sulla maternità che era la più avanzata dell'occidente e che è stata smantellata quasi completamente. Per fare tutto ciò cosa serviva? Un sindacato accondiscendente, naturalmente. Puntualmente ciò è accaduto. E da allora è stata solo discesa: una rovinosa discesa verso i diritti negati o al minimo sempre più compressi, naturalmente quando i diritti ci sono. Ecco oggi (auspicata anche da esponenti del pdmenoelle) l'ennesima, e forse finale, puntata che ammazzerà definitivamente chi ci crede ancora: la rescissione dei contratti nazionali di lavoro a partire dai metalmeccanici, o meglio il modello Pomigliano. Si dice che la CGIL sia contraria: sarà vero? La Fiom di sicuro è contraria ma nel grande gioco, tutto interno a questo (come altri di sindacati), c'è da scommetterci che "qualcuno", anche in quel sindacato, ci conta moltissimo per tagliare la parte non liberista (la Fiom appunto) e farla fuori. Realmente qualcuno crede che questa "levata di capo" della Confindustria, e in primis della Fiat, non abbia sponde anche nel mondo che si richiama alla realtà lavorativa? E realmente hanno il diritto di recriminare quando proprio loro nei primi anni '90 accettarono la concertazione, l'inflazione programmata, il contratto negoziato, la flessibilità, la precarietà, ecc.? Ma cosa pensavano di ottenere quando hanno accettato i "tavoli" e abbandonato, o quasi, i posti di lavoro? Realmente pensavano di poter gestire i vari Governi e la Confindustria con accordi che, come tutti sanno, già il giorno dopo erano (e sono) carta straccia? Il danno è fatto e recupararlo è difficilissimo, ormai. Che si fa? Lo sciopero? Hanno, ormai, tutti contro: anzi Cisl e Uil sono laterali al mondo del lavoro e viaggiano di rimessa a seconda dei governi; rimane la CGIL: da sola che può fare? Rinnegare se stessa e iniziare una via crucis dolorosissima che comporterebbe l'addio a tanti privilegi e soldi acquisiti in tanti anni? Strillerà, sciopererà, farà il diavolo a quattro, però alla fine mollerà e si adeguerà: anzi i riformisti, al proprio interno, potranno anche eliminare i "massimalisti" e quindi cosa si vuole più dalla vita? Mica un lucano....................

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