mercoledì 20 ottobre 2010

Critica alla ragion pura..... mavalà

Di solito il blog non si occupa di storie di, ormai, ordinaria follia: la storia di Avetrana con i "colpi di scena" e i ribaltamenti nel corso delle indagini mano a mano che le indagini vanno avanti scoperchiando un "vaso di pandora sconcertante e odioso che prova, semmai ce ne fosse stato bisogno, come la violenza cieca soprattutto sulle donne é nella, cosiddetta, famiglia che avviene; oppure dell'infermiera rumena che é morta per un pugno di un, come dire, "ragazzo (peraltro non nuovo alle cronache)" e di cui la cosa che mi ha rattristato di più é stata sia la indifferenza, in un post precedente ("eccoci") vi ho accennato, della gente intorno quando l'infermiera era già a terra apparentemente priva di sensi, sia il "saluto" caloroso dei suoi amici al momento dell'arresto (con alcuni miei carissimi amici rumeni si commentava e devo dire che mi sono realmente vergognato di appartenere a questo paese e non ho nemmeno cercato di dare spiegazioni "sociologiche" perché sarebbe suonato come una difesa di un qualcosa che non mi appartiene per storia e cultura .... due parole in disuso ma per me ancora valide); il pestaggio brutale di un tassista che aveva accidentalmente investito un cagnolino (non me ne vogliano gli animalisti ma trovo spropositata la reazione), é di oggi la notizia che questo nostro concittadino che stava lavorando é appesa ad un filo di vita finissimo. Ora dovrei dire: che ci succede? O dovrei parlare di come si sono attenuati i fili che tengono insieme una comunità di persone? Dovrei prendermela con i politici che hanno offerto, e favorito, un modello sociale che premia prepotenti, affaristi e roba varia del genere? E perché mai dovrei farlo? Son cose che dicono tutti in questi momenti in un rito orgiastico di purificazione collettivo durante il quale ci autoassolviamo, giriamo pagine e aspettiamo il successivo evento da "guardoneggiare" attraverso i media che ci fa sollevare le terga dalla poltrona, virtuale e non, e sussultare di indignazione, finta, che ci incolla al televisore. Che cosa si dovrebbe dire in questi casi che non sia stato già detto, ridetto, e rimangiato che non suoni ipocrita e scontato? L'unica cosa che mi viene di dire é che sono disgustato di questa ipocrisia buonista e perbenista che si autoassolve, perché si pensa nel proprio retropensiero che "a me non accadrà mai" e non vuol vedere che cosa accade sotto casa o, più spesso, dentro casa.....

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