mercoledì 29 dicembre 2010

Cercasi alternativa (quasi) disperatamente

Si lo so siamo nei giorni festivi e tutti vogliamo pensare ad altro: il cervello, che normalmente si rifiuta, in questi giorni si blocca e ha un solo scopo ossia pensare alle mangiate e ai regali; che gli importa se proprio in questi giorni stanno avvenendo cose che avranno ripercussioni nel prossimo e in quelli a venire, ci si penserà quando sarà il momento e per ora divertiamoci e non pensiamoci: il consumismo impera anche se abbiamo solo quattro cent in tasca! Fiat e Telecom, dicono nulla? Si? No? Forse? Bé in questi giorni si sta decidendo il futuro di quei lavoratori e quello anche degli altri. Qui non si parla di democrazia del, e nel, lavoro; no qui si parla dell'altra parte del tavolo, ma andiamo con calma. Telecom: varato un contratto di solidarietà; fin qui non mi pare sia una cosa eccezionale..... mille dipendenti della società possono continuare a lavorare grazie a questa tipologia di contratto, però...... però qualche giorno prima l'AD della società ha spiegato agli analisti che questo contratto non serviva realmente per salvare i posti dei lavoratori ma ad aumentare i dividendi degli azionisti (Banche e Assicurazioni), anzi erano indispensabili questi contratti di solidarietà sennò i suindicati dividendi non potevano essere pagati nella misura prevista: insomma la solidarietà fra lavoratori serve a far guadagnare i timonieri cui risponde l'AD. E il Governo? Si limita a pagare una parte del salario dei lavoratori coinvolti e girando la faccia sul perché era richiesto questo stesso contratto: nessuna contropartita in cambio e nessuna iniziativa per costringere l'ex monopolista pubblico ad almeno avere la decenza di non usare i risparmi effettuati per arricchire gli azionisti. L'opposizione? Mah, per ora tace beandosi del fatto di non essere coinvolta direttamente e alzando gli occhi al cielo per il pericolo di doversi opporre scampato.Fiat: l'offensiva liberista marchionniana continua ed é di stasera la notizia che il contratto capestro per i lavoratori di quella newco. continua imperterrita (con la connivenza dei sindacati, si fa per dire a chiamarli tali perché ormai sono altro, che firmano tutto a busta chiusa attratti solo dal miraggio della promessa di investimenti futuri); il sindacato maggiormente rappresentativo del settore ne é escluso e rimane tale. Ora toccherà a Mirafiori: la procedura é sempre la stessa ossia intesa, referendum (con ricatto di perdere il posto e pressioni aziendali e "sindacali"), accordo definitivo e assunzioni con il contratto capestro; contratto posto fuori dal CCNL del settore. Fin qui é dialettica e scontro su modi di vedere il mondo del lavoro e il sottostante mercato, però... anche qui c'é un però dato che si sa già che lo Stato, che si é mantenuto ufficialmente "neutrale (ufficiosamente però non lo é affatto dato che gongolano sia nel vedere la CGIL, anch'essa responsabile per l'attuale situazione, piegata ed esclusa dal gico della contrattazione, sia perché gli piace il piglio marchionniano decisionista ai limiti dell'autoritario)" in realtà dovrà sobrsare un anno almeno di cassa integrazione per gli operai, soldi pubblici cioé nostri, delle linee che dovranno essere riconvertite. Cassa integrazione concessa anch'essa senza chiedere in cambio nessuna minima assicurazione che i livelli occupazionali saranno mantenuti e che la stessa Fiat rimanga in Italia: insomma liberisti quando si tratta di fregare i lavoratori ma strettamente statalisti quando si tratta di sborsare soldi; lo stesso schema della crisi finanziaria che dal 2008 sta falcidiando le casse pubbliche quando i CEO delle grandi banche d'affari internazionali e delle banche nazionali (e non) si sono staccati assegni milionari in utili e dividendi (spesso utilizzando proprio i soldi che venivano erogati dalle casse pubbliche per salvare le istituzioni finanziarie in crisi) e contemporaneamente milioni di persone oltre a perdere lavoro e case dovevano anche pagare maggiori oneri fiscali: insomma su di loro pesava, e pesa tutt'ora, l'onere di mettere mano ai soldi e pagare. Nel nostro paese, poi, tutto ciò s'innesta sul disegno, pervicamente portato avanti da destra populista (l'attuale maggioranza) e destra economica (l'ex maggioranza che ha essa la responsabilità di aver scoperchiato negli anni '90 il vaso di pandora spacciando per liberalizzazioni e modernizzazioni quelle che altro non erano se non passaggi di monopoli da pubblici a privati e a svuotare le istituzioni educative pubbliche a favore di quelle private, segnatamente cattoliche nella speranza di ottenerne favori e voti), di eliminare tutto il "pubblico" possibile a favore del feticcio "mercato" e della sue taumaturgiche facoltà democratiche (tutte supposte e inventate dato che mercato é concorrenza non democrazia). L'opposizione? Come sempre latita; anzi si divide: una parte di essa plaude all'accordo in nome del laissez faire laissez passaire un altra, nel timore di perdere altri voti (e quindi scranni privilegiati, ossia scranni parlamentari), lo critica a voce alta e difende il sindacato escluso dalle trattative; insomma dimostra ancora una volta di non essere una valida alternativa alla paude attuale, anzi si augura, in cuor suo, di non dover essere essa stessa chiamata a far uscire il paese da esso dato che con la maggioranza condivide tutto il sistema messo su e non intende certo fare rivoluzioni (e nessuno le chiede di farlo, mancano idee e uomini capaci di farlo); insomma si connotano, semmai avessimo bisogno di una ulteriore prova, come berlusconiani di sinistra e basta. Nessuno se n'é accorto ma in Italia c'é stata una trasformazione: si è passati da una repubblica parlamentare a sovranità limitata a una repubblica oligarchica senza nessuna sovranità, soprattutto popolare. Tutti parlano di cittadini, operai, popolo, federalismo e quant'altro ma in realtà la loro unica idea, peraltro fissa, é quella di assicurarsi il proprio futuro e la propria autoperpetuazione: costi quel che costi e a scapito del vero loro datore di lavoro ...... il popolo sovrano tanto decantato quanto compresso e, in certi casi, mazzolato quando alza la testa.

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