lunedì 24 settembre 2012

non sentirsi un panda, e come ha ragione..

Ne avevo accennato nel post di ieri e ci son ritornato nella risposta al bel commento di swala; stasera riprendo l'argomento perché lo trovo estremamente attuale: la mia amica, peraltro un valente avvocato di carrara, affermava, a proposito dei cosiddetti diritti di genere, di "NON SENTIRSI UN PANDA" ossia di non accettare quote, riserve e quant'altro fanno i movimenti femministi: e io ne condivido l'orizzonte, perché:
  1. viviamo in una società che ha distrutto qualunque vincolo sociale e comunitario, basandosi sull'idea, che NON convidido, che ognuno é padrone del proprio destino.... la cosiddetta "ownership society";
  2. questo liberismo é entrato profondamente nel tessuto culturale e sociale degli italiani, quindi tentare di sradicarlo presupporrebbe una tale fatica di sisifo che é meglio aspettare che ci si accorga da soli dei danni fatti e ci si convinca che é meglio cambiare strada perché il senso di giustizia é innato negli umani e prima o poi tutti cadono nell'inferno dantesco nel quale la massa vive giornalmente;
  3. infine é più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un italiano rinunci a qualcosa volontariamente..... quindi se ci lamentiamo che non viviamo in una società "meritocratica" poi vogliamo togliergli l'illusione di poterci arrivare attraverso "scorciatoie" quali i vari lettoni o le quote rosa?
.. siamo italiani.
Non é solo nelle questioni di genere che la questione si pone; che dire della Fiat? Cambia lo scenario ma non l'esito finale:
  1. tutti sapevano che il piano Fabbrica Italia .... era un bluff;
  2. tutti sapevano che il modello "americano" era il vero obiettivo della dirigenza ben sapendo che in europa c'era una divisione del mercato, si fa per dire, che prevedeva che i tedeschi, soprattutto, la facessero da padroni nell'auto; un pò perché fanno a casa loro quello che NON vogliono che altri facciano ossia il governo nicchia ma in realtà i soldi alle aziende arrivano attraverso le banche regionali, con compartecipazioni e altri strumenti, pubbliche (che infatti navigano in cattive acque) e con la compartecipazione di lavoratori e confindustriali..... insomma tutto un altro modello rispetto a quello italiano dove prevale il profitto subito senza se e senza ma.
  3. tutti sapevano che la guerra dichiarata da Marchionne ai diritti dei lavoratori, era solo un diversivo, sulla pelle dei lavoratori naturalmente, per non affrontare il vero problema ossia l'incapacità e/o l'impossibilità di trovare spazi in europa per una casa che é solo una pallida imitazione della fiat degli agnelli storici...... sapendo che i nuovi mercati sono ancora competitivi é li la loro scenta ma per poterlo fare dovevano liberarsi della zavorra "italiana" dove alla catene di montaggio nemmeno se vi fossero schiavi potrebbero ritornare competitivi.. ci vorrebbe un azione pubblica che incida sul monopolio europeo ... anziché dare soldi alla fiat direttamente, ma siamo europei quindi.....
ecco perché do ragione alla mia amica avvoato che sostiene di non sentirsi un "panda"......

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