Fonte: libreidee
Mentre la situazione economica e politica
internazionale va deteriorandosi, nonostante le ottime prospettive di
crescita di importanza dei Brics, si stanno prospettando soluzioni e
proposte pericolose, nel senso del conflitto con l’interesse
all’evoluzione positiva e pacifica del genere umano (oggi e ieri
minacciata dalle follie di eliminazione della spesa pubblica e di
privatizzazione anche di ciò che è bene non dipenda dalla condizione
finanziaria dei singoli, come la sanità, la formazione, la sicurezza,
l’acqua, l’aria e via dicendo): c’è chi prospetta un ritorno all’oro
dopo che il dollaro tracollasse o chi propone una riserva del 100% per
le banche;
ma stanno emergendo anche i nuovi “gattopardi” che – persino in nome
dell’abbattimento dell’euro – propugnano tesi che, nel recente passato,
non hanno mai condiviso. Sia chiaro: quello che è stato compiuto o
avallato in questi ultimi trentacinque anni (indebolimento degli Stai
nazionali, macelleria sociale, impoverimento e depredamento della
popolazione) sono crimini contro l’umanità che, come tali, dovranno
essere affrontati.
Una nuova Norimberga, in altri termini, appare proponibile, onde
evitare che in un domani sempre più prossimo, ognuno dei responsabili di
questi crimini possa dire quanto condivide il cambiamento e quanto è
lontano dal presente e dal passato
recente.
Oggi, in Italia, ad esempio, siamo 60 milioni (dove sono i demografi
che pochi decenni fa prevedevano, per il presente, una popolazione sotto
i 55 milioni?); di questi, circa 20 milioni versano in miseria, altri
20 milioni arrivano con difficoltà a fine mese ed il restante – pur
tendendo a diminuire – riesce a riempire cinema e ristoranti, col
risultato di far sottovalutare la gravità dell’attuale crisi.
Più si taglia la spesa pubblica per ridurre le tasse (la cui pressione è
eccessiva, per chi le paga) e più si riduce il Pil; col risultato che,
poi, mancano le risorse per tagliare le tasse: si bloccano i contratti
dei pubblici dipendenti ed il loro turn over col risultato che
peggiorano e diminuiscono i servizi essenziali e, quindi, la gente –
oltre le tasse – deve spendere di più, impoverendosi, per mandare i
figli a scuola o curarsi o viaggiare.
Però, se si tagliano le spese per ridurre le tasse e si ottiene
l’esatto contrario, una ragione forse c’è: i debitori (famiglie, imprese
e Stati) devono stare sempre peggio, perché l’attuale modello economico
si basa non sulla redditività finanziaria, ma sul numero delle
emissioni dei titoli (derivati, derivati su derivati, titoli tossici di
tutti i tipi) e, quindi, meno i debitori potranno ripagare i loro
impegni e maggiore sarà l’accelerazione delle emissioni derivate. In
tutto, ciò la gente muore, le imprese muoiono, gli Stati muoiono… cosa
si aspetta?
(Antonino Galloni, “Perché è necessaria una nuova Norimberga”, da “Formiche.net” del 2 dicembre 2014).
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