C’e’
un unico momento in cui i politici italiani si ritrovano tutti
d’accordo, pronti a rubarsi le parole di bocca per esprimere il
medesimo concetto: quando si tratta di arrancare dietro al carro del vincitore di turno.
A quel punto ogni distinzione si annulla, l’orientamento politico
diviene irrilevante, quello che si è dichiarato fino al giorno prima
sparisce e un coro informe plaude all’unanimità al nuovo re, quasi a rivendicarne una parte di successo.
Ieri sera Alexis Tsipras ha trionfalmente vinto le elezioni in Grecia,
dimostrando che un leader giovane e carismatico può stravincere anche
sfidando i cosiddetti poteri forti, mantenendo la barra al centro,
senza lasciarsi traviare da facili tentazioni populiste e soprattutto
senza vergognarsi di dichiarare la propria ideologia. Tsipras è
riuscito a tenere insieme tutte quelle caratteristiche su cui sono
cascati invece gli asini nostrani, i quali, nonostante questo, non
hanno potuto fare a meno di ragliare il loro entusiasmo e la loro
vicinanza al cavallo vincente. A partire dai renziani che si
pavoneggiano nell’idea di cambiare tutti insieme verso all’Europa, dimenticando che il primo elemento che Syriza si accinge a contestare è il neoliberismo a cui loro hanno giurato fedeltà nella buona e nella cattiva sorte.
Spicca sul tema il tweet del senatore Pd Andrea Marcucci: “Grande vittoria di #Tsipras. Sarà un sostenitore accanito della battaglia di @matteorenzi in Europa.” Mah…
Poi sfilano i perdenti matricolati della ‘dovrebbe essere sinistra radicale’ e della ‘ci piacerebbe essere di sinistra però cominciamo domani’. Per la prima categoria twitta Nichi Vendola:
“νίκη !!!Grazie Alexis, grazie compagni e compagne greci: una speranza
contro la cinica politica austerity”: sottotesto ‘andate avanti voi
che a noi ce vie’ da ride’.
Del secondo gruppo si fa invece portavoce Stefano Fassina,
“Ad Atene si rianima la democrazia. La politica ritorna scelta e vince
sinistra con programma alternativo alla svalutazione del lavoro”. Ma
purtroppo a lui e ai suoi cugini dissidenti la scelta non è permessa
perché devono restare fedeli alla Ditta. Anche se è fallita da un pezzo.
E come poteva mancare un tweet fuoriluogo dell’onnipresente Salvini:
“Elezioni in Grecia, un bello schiaffone all’Europa di #Euro, disoccupazione e banche. Adesso tocca a noi!”. Qualcuno ha spiegato a Salvini che Syriza è la risposta alternativa al populismo euroscettico di cui lui è uno dei principali rappresentanti???
E a condire la mediocrità di surreale ci ha pensato Gianni Alemanno che ancora intontito da Mafia capitale twitta: “Vittoria di #Tsipras in Grecia dimostra che i popoli europei sono stanchi dei vincoli dell’Euro anche se la sinistra sbaglia sempre #noeuro”.
Ma un ultimo dubbio ci assale: se non fosse in quarantena da tweet che perla ci avrebbe regalato Gasparri?
p.s.
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