Fonte: il Fatto Quotidiano del 22 02 2015 a firma di Francesco De Palo
“Mi
scuso con i greci per questa illusione”. Trema la terra sotto Syriza.
Tutti i quotidiani greci danno conto della dura presa di posizione
dell’eurodeputato Manolis Glezos, eroe nazionale
che nel ’43 salì sull’Acropoli e ammainò la bandiera nazista e grande
sostenitore di Tsipras. L’eroe, questa la notizia, si dissocia dalle
scelte economiche del neo premier. In un appassionato editoriale verga
che “rinominare Troika Istituzioni e il Memorandum come misure non
cambia la situazione”. Il motivo sta nel fatto che durante la campagna
elettorale Syriza aveva promesso di abolire in toto il regime di
austerità contenuto nel memorandum, mentre il sì greco all’Eurogruppo di venerdì scorso vuol dire accettare ancora quel vademecum, in cambio di credito per altri quattro mesi.
“E’
un mese che aspettiamo la messa in pratica delle promesse del nostro
programma – scrive Glezos – è un vero peccato. Da parte mia mi scuso
con il popolo greco perché ho partecipato a questa illusione”. Il
deputato, tra l’altro, è stato proprio l’estensore del report sui danni
di guerra che la Germania dovrebbe restituire alla Grecia, circa 153 miliardi.
Vista la situazione, ora passa all’attacco. Glezos propone, prima che
sia “troppo tardi”, che tutte le assise del partito si riuniscano e
decidano se accettare questa direzione di marcia o meno, anche perché,
osserva “tra oppressori e oppressi non può esserci alcun compromesso,
come tra lo schiavo e l’occupante, dove l’unica soluzione è la libertà”.
E conclude: “Ma anche se accettiamo questa assurdità, le concessioni
già fatte dai precedenti governi del memorandum non ci permetteranno di
combattere la disoccupazione, la povertà, i suicidi da crisi”.
Una critica aspra e inattesa al sesto piano
del quartier generale di Koumoundourou, che si somma ai dubbi che
iniziano ad albergare all’interno del Syriza nonostante non sia passato
un mese dalla straordinaria vittoria elettorale del gennaio scorso.
Secondo alcune fonti interne, molti sono i dirigenti e i ministri che,
dopo l’Eurogruppo, faticano a spiegare al proprio elettorato l’accordo raggiunto con i creditori internazionali, che sarà sancito dall’accettazione da parte di Fmi, Ue e Bce della lettera di intenti che lunedì sera il ministro delle finanze Yanis Varoufaklis dovrà recapitare a Bruxelles.
Al suo interno l’elenco preciso delle promesse elleniche su bilancio,
controllo dei conti pubblici, riforme e lotta alla corruzione.
Addirittura il vice ministro del welfare Dimitris Stratouli avrebbe
bollato le scelte di Tsipras come “un passo indietro rispetto alle
promesse elettorali”.
Una frizione, tra la base del partito e il
giovane premier, che aveva avuto un prologo non solo in occasione
dell’alleanza di governo decisa a sorpresa con gli Indipendenti di destra
(Anel), ma anche per l’elezione del Capo dello Stato. Infatti a poche
ore dall’annuncio di Syriza di voler candidare il conservatore Procopios Pavlopoulos,
eletto poi al primo colpo, era stato il ministro dell’energia, il
matematico Panaghiotis Lafazanis, anima del pensatoio Iskra, a chiedere
che fosse ascoltata “una voce diversa”, esprimendo così una critica
indiretta per la gestione Tsipras. E il numero di dirigenti di
primissimo piano (si fanno i nomi di Leoutsakos, Primikyris, Ntavanelos,
Mitropoulos) contrari alle prime rilevanti decisioni del premier,
espresse in recenti riunioni della segreteria politica, sembra ora
destinato ad aumentare.
twitter@FDepalo
p.s.
quel
"mi scuso con i greci per questa illusione" dice tutto!!!! Non voglio
infierire..... dico solo che ormai le braghe di fronte alle "Istituzioni
(leggi Troika) se le son calate e prima o poi anche loro saranno
mandati nel cestino della crisi: è chiaro che per non perdere
completamente la faccia devono caxxeggiare un pò ma la strada è segnata, ormai.... e ora tocca ad Alba Dorata!
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