Fonte Il Fatto Quotidiano del 3 maggio 2015 a firma di Loretta Napoleoni
Mentre nel mondo la terza guerra mondiale miete vittime e produce la più grande migrazione nella storia dell’umanità
e l’Europa è ancora in piena crisi finanziaria, a Milano gli italiani
celebrano il cibo. E lo fanno in un contesto tipicamente nostrano sullo
sfondo di scandali, corruzione, speculazioni edilizie selvagge e così
via.
Nella grande abbuffata milanese non potevano mancare i volti
celebri, le star della moda ed i politici di turno loro amici. Il tutto
sotto la benedizione delle grandi multinazionali dell’alimentazione e del fast-food,
dalla Coca Cola a McDonald. Persino Slow Food, un tempo simbolo della
semplicità mondo contadino, rischia di finire in questo tritacarne.
Ciononostante ci si meraviglia della contestazione -il No Expo -, e degli scontri di piazza. Questa è una manifestazione contestatissima perché costosissima, uno spreco in un momento in cui i soldi servirebbero a ben altro. Lo stesso ragionamento ha alimentato la contestazione poche settimane fa nei confronti dell’apertura della nuova sede della Banca centrale europea.
La celebrazione della grande abbuffata del cibo globale e la
costruzione della nuova cattedrale della finanza europea sono
completamente fuori luogo in un contesto di austerità dove ai pensionati
europei sono state ridotte le pensioni, già da fame, ed i giovani sono
destinati ad una vita magra da precari.
Queste contraddizioni sono frutto della polarizzazione sociale
regalataci dall’economia neo-liberista, da una parte ci sono le élite,
inclusa quella del cibo, ed i politici di turno che con loro si
abbuffano, dall’atra parte c’è il resto della società, coloro che
dovrebbero come tante formichine varcare i cancelli dell’Expo, per
ammirare i tempi del cibo di paesi lontani.
A questo punto bisogna porsi alcune domande.
In
un mondo globalizzato dove tutti sanno tutto degli altri, dove non
esistono più misteri culinari e dove la cucina fusion ha portato in
oriente cibi e spezie occidentali e viceversa, a che serve l’Expo del cibo?
Anzi a che serve l’Expo come concetto di scoperta e scambio di
innovazioni tra i popoli? Basta accendere uno smartphone per rendersi
conto dell’inutilità di questi eventi, tutto ciò che desidero sapere o
vedere è sempre a portata di mano e gratis ma se lo voglio acquistare o
mangiare allora il portafoglio mi dice che non si può.
Seconda domanda: quante bocche avremmo potuto sfamare con i soldi spesi per questa vetrina
di prodotti legati alla gastronomia, tutti privi di sorprese? E se
questi soldi fossero stati risparmiati per combattere la fame nel mondo,
oggi l’Italia e Milano avrebbero potuto usarli in Nepal per sfamare
milioni di persone.
Certo i neoliberisti italiani obietterebbero che dar da mangiare ai terremotati nel Nepal non aumenta il Pil italiano
mentre l’Expo…Tutta quella cementificazione intorno alla stazione
Garibaldi, sostengono, ha fatto gravitare il valore degli immobili della
zona, e poi c’è l’indotto del turismo, alberghi, ristoranti, taxi ecc.
ecc., persino la corruzione fa bene al Pil, alla fine i soldi sono
finiti nelle tasche di imprese italiane non nelle pance dei poveri.
Peccato che questa favola non sia a lieto fine. Gli alberghi a Milano
non sono pieni, i ristoranti non traboccano ed i prezzi degli
appartamenti che si vendono sono sempre più bassi.
E quelle
formichine umane che dovevano correre verso l’Expo non lo stanno
facendo perché non hanno i soldi. Certo chi ci vuole credere a questa
favola, chi ha bisogno di questa illusione, è libero di continuare a
farlo.
Terza domanda: la riflessione sul cibo nel contesto del XXI secolo davvero non serve a nulla? E la risposta è si, certo che serve, ed è importante ma va fatta in contesti completamente diversi.
A Verona il 1 maggio si è svolto un convegno organizzato dalle donne veronesi WE EXPO
e dal MAG, un’iniziativa sociale attivissima sul territorio. Si è
trattato di una sfida all’interno del carrozzone dell’Expo tutta
femminile. E vi hanno partecipato anche contadine venete del movimento
No Expo, aderenti al movimento mondiale Via Campesina, che rappresenta 400 milioni di piccole aziende, che sin dall’inizio ha preso le distanze dall’Expo di Milano.
Mentre a Milano si beveva Coca-Cola e si mangiavano hamburger di McDonald, a Verona si è parlato della dieta occidentale che ci uccide
e dei costi altissimi da questa prodotti in termini di salute pubblica
ed inquinamento del pianeta. Mentre a Milano si gustavano dolci di
tutti i tipi, le contadine venete ci raccontavano come le
multinazionali dell’agricoltura chimica hanno ridotto a tre le varietà
di semi di granoturco. Chi il primo maggio degustava vini e prosecchi
all’Expo non sapeva che i pesticidi di cui si serve l’agricoltura
meccanicizzata stanno uccidendo le api, senza le quale il 40 per cento della produzione agricola mondiale scomparirà. Nessuno a Milano ha conosciuto Maria Teresa Padovani, un’artista che con una donazione di poche decine di euro ha dato da mangiare a 187 bambini dello Zambia.
Fortunatamente lontano dai riflettori, dai volti celebri e dalla politica esiste un movimento mondiale
che vuole riconquistare il diritto al cibo sano e sfamare così chi ha
fame, per ascoltare la sua voce basta accedere alla rete, è facile,
rapido, e non bisogna acquistare nessun biglietto d’ingresso.
p.s.
fin
qui l'articolo della dr.ssa Napoleoni, ch condivido in toto... anzi
anche fuori dai confini nazionali giornali tedeschi, e non solo, parlano
di enormi sprechi; e ne hanno ben donde di dirlo: politici e
imprenditori fanno la fila dai Magistrati; vi si è lavorato, e vi si
lavora pare, aggratis o quasi (ci son foto di lavoratori che passano nei
buchi nelle reti di protezione o nel "fiume" costruitovi in modo da
evitare di essere ritenuti ufficiali, se vogliono lavorare lo fanno al
nero; interi padiglioni non sono finiti e altri già cadono in pezzi..
una ragazza è rimasta ferita nel padiglione turco; il premier ha detto
che con l'inaugurazione dell'expo incominciava il "domani" ok ma quale
domani? Immaginare un domani avendo un quadro come quello che ne esce
dall'expo ne farebeb chiunque volentieri a meno. Ma come far dimenticare
tutto ciò? Basta consentire che 500 teppisti facciano i prorpi comodi a
Milano..... semplice; è uno schema già noto: nel 2001 gli USA erano già
in crisi nera per le continue bolle e cosa ti capita? Ecco che alcuni
"terroristi" fanno schiantare aerei contro il pentagono e le torri
gemelle (ammesso sempre che quello che è finito contro il pentagono
fosse un aereo e non un missile e che la torri siano davvero cadute per
il colpo ricevuto e non per un crollo controllato - basta chiedere a
chiunque sia del settore - visto che erano brevettate a scontri diretti
con aerei... e aspetto ancora che qualcuno mi spieghi come mai lacuni
dei terroristi siano ancora vivi e vegeti nei loro paesi.... anzi non se
e sono mai mossi: misteri della fede!) e tutti dimenticano la crisi e
l'adrenalina spinge Bush a far la guerra al terrorismo .. all'iraq che
fino a poco tempo prima non solo era un alleato occidentale contro
l'iran ma era anche armato, anche di armi chimiche, dagli stessi
padroni; mentre l'assalto all'Afghanistan, al di là di qualunque legge
internazionale, non aveva nessuna scusante visto che i talebani si
offrirono di consegnare il mitico capo di al qaeda.... anche qui mi sa
di mistero della fede: noi in piccolo vediamo lo stesso schema: non
voglio dire che sia una "false flag" ma la fabbrica del terrore è sempre
in funzione.....
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