Qui in Europa (ne esiste una?) c'è un ampia opposizione ai trattati
di "libero" scambio, lo sappiamo; anche perchè, da bravi ex
colonizzatori e sfruttatori abbiamo ancora l'idea di essere l'ombellico
del pianeta mentre invece, soprattutto per nostri errori storici, ormai
siamo vicini a un altra posizione geografica del corpo e non ne vogliamo
prendere atto.... in particolare ciò vale sia per chi ha velleità di
"guida" del vecchio mondo sia per tutti gli altri che vanno a ruota.
E'
vero che il libero scambio, se fatto con tutti i crismi (situazione
ideale teorizzata a tavolino e mai realizzata nella realtà), potrebbe
dare a tutti qualcosa un certo prezzo con un certo costo per chi
fornisce: insomma l'incontro, sempre teorico, di domanda e offerta con
una capacità regolatoria che mai si è verificata nella storia. E' anche
vero, però, che la sua reale applicazione ha fatto enormi danni: fin
dalla disdetta degli accordi Bretton Woods
tutte le speranze del dopoguerra, con una lentissima opera di
erosione, vengono vanificate e a muovere gli organismi internazionali e i
singoli stati non sono più considerazioni "sociali" ma politiche e di
blocco cui si apparteneva. Tantissimi paesi, la Grecia è solo l'ultima
della serie, hanno provato il morso delle cosiddette istituzioni
internazionali con danni gravissimi, cha ancora oggi pagano in termini
di maggior povertà, al tessuto sociale: spessissimo laddove sono state
applicate non sono mancati golpe, rivolte sociali, ecc. Ma dal punto di
vista degli USA? Bè, cambia tutto: lo scontro fra Obama è i congressmen
del G.O.P. (repubblicani, nella versione però non storica ma ......
pervasa da tea-party e rappresentanti degli Stati della Bibbia) è
proprio sul tema "libero scambio" al culmine: tenendo presente i
finanziamenti avuti per la campagna elettorale presidenziale Obama pare
ci provi a portarlo alla firma soprattutto per le aziende che con lui
hanno fatto lobby ma punendo invece quelle estrattive, in particolare
quelle fossili che storicamente sono dall'altra parte della barricata.
Questa potrebbe essere una buona notizia se l'attuale inquilino della
White House fosse seriamente pervaso da fervore ambientalistico, cosa
che non risponde al vero perchè in realtà chi lo ha appoggiato ha altri
interessi altrettanto pervasivi e, probabilmente, altrettanto dannosi
per il clima e per l'ambiente.. per tacere della salute delle persone:
alcuni esempi? Si parla di apertura dei mercati in agricoltura, sanità,
pensioni, servizi pubblici primari (acqua in primis), istruzione, ecc.
insomma tutto quello che venne regolamentato per legge (soprattutto in
seguito alle grandi pressioni dei cittadini e delle associazioni
ambientaliste, da noi in primis il referendum sull'acqua e/o la
tariffazione tutelata per gas e luce) rischia di essere gettato alle
ortiche per dare in pasto settori essenziali alle fameliche fauci del
"mercato".... detto meglio alle aziende americane e transnazionali che
hanno a cuore il profitto, proprio, e la socializzazione dei costi non
certo il benessere della generalità. Un tale scontro viene definito al
calor bianco negli USA ma in realtà è uno scontro fra conflitti di
interesse: da un lato i petrolieri (ivi compresi i cowboy del fracking) e
i loro corifei del GOP dall'altro quelle alimentari, delle cosiddette
energie rinnovabili (dentro loro ci mettono anche il nucleare), parte
della new economy e, dulcis in fundo, le grande ristorazione.....
insomma da dovunque ci si volti non si può non molto interesse privato
in servizi pubblici e pochissimo "social" cui siamo abituati (forse
dovremmo dire c'eravamo abituati) storicamente. Eppure, e questo è tutto
lavoro dei media, pur se Obama sembra un "democrat" in realtà qui lo
ptremmo paragonare a ..... *enzusconi? Si, con qualche significativa
differenza ma l'essenza è questa.
Messo sotto questo punto di
vista tutte le privatizzazioni e le liberalizzazioni (Enel, poste, gas,
acqua, pensioni, ecc.) rientrano nel "piano": in Europa il percorso è
molto più lungo perchè, appunto, forti sono le resistenze, negli USA no
se non nel senso di un completo far west voluto dai prossimi, probabili,
inquilini della White House.. i repubblicani.
Ecco perchè qui in
tanti, ivi compreso il sottoscritto, temono l'entrata in vigore di
questi trattati: troppa poca trasparenza e troppo peso specifico dato
agli interessi "aziendali" a dispetto di tutto il resto: resto che in
realtà non è affatto secondario dato che quel resto siamo noi.. i
consumatori finali ridotti ad "accedere (cito liberamente da Rifkin
"l'era della accesso" Mondadori editore)" a servizi prima per tutti e
dopo essi solo per coloro che ne hanno la possibilità economica di
usarli; meglio detto: se paghi hai; altrimenti sei fuori e ti arrangi e
accosti a quel poco di pubblico che è lasciato per tutti.
per correttezza di informazione a questo link della Commissione europea c'è quanto di pubblico si sa di questi trattati... mentre a quest'altro link del movimento NO-TTIP. Traetene voi le conclusioni.
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