martedì 23 giugno 2015

Trattati di libero scambio: news dagli usa...

Qui in Europa (ne esiste una?) c'è un ampia opposizione ai trattati di "libero" scambio, lo sappiamo; anche perchè, da bravi ex colonizzatori e sfruttatori abbiamo ancora l'idea di essere l'ombellico del pianeta mentre invece, soprattutto per nostri errori storici, ormai siamo vicini a un altra posizione geografica del corpo e non ne vogliamo prendere atto.... in particolare ciò vale sia per chi ha velleità di "guida" del vecchio mondo sia per tutti gli altri che vanno a ruota.
E' vero che il libero scambio, se fatto con tutti i crismi (situazione ideale teorizzata a tavolino e mai realizzata nella realtà), potrebbe dare a tutti qualcosa un certo prezzo con un certo costo per chi fornisce: insomma l'incontro, sempre teorico, di domanda e offerta con una capacità regolatoria che mai si è verificata nella storia. E' anche vero, però, che la sua reale applicazione ha fatto enormi danni: fin dalla disdetta degli accordi Bretton Woods tutte le speranze del  dopoguerra, con una lentissima opera di erosione, vengono vanificate e a muovere gli organismi internazionali e i singoli stati non sono più considerazioni "sociali" ma politiche e di blocco cui si apparteneva. Tantissimi paesi, la Grecia è solo l'ultima della serie, hanno provato il morso delle cosiddette istituzioni internazionali con danni gravissimi, cha ancora oggi pagano in termini di maggior povertà, al tessuto sociale: spessissimo laddove sono state applicate non sono mancati golpe, rivolte sociali, ecc. Ma dal punto di vista degli USA? Bè, cambia tutto: lo scontro fra Obama è i congressmen del G.O.P. (repubblicani, nella versione però non storica ma ...... pervasa da tea-party e rappresentanti degli Stati della Bibbia) è proprio sul tema "libero scambio" al culmine: tenendo presente i finanziamenti avuti per la campagna elettorale presidenziale Obama pare ci provi a portarlo alla firma soprattutto per le aziende che con lui hanno fatto lobby ma punendo invece quelle estrattive, in particolare quelle fossili che storicamente sono dall'altra parte della barricata. Questa potrebbe essere una buona notizia se l'attuale inquilino della White House fosse seriamente pervaso da fervore ambientalistico, cosa che non risponde al vero perchè in realtà chi lo ha appoggiato ha altri interessi altrettanto pervasivi e, probabilmente, altrettanto dannosi per il clima e per l'ambiente.. per tacere della salute delle persone: alcuni esempi? Si parla di apertura dei mercati in agricoltura, sanità, pensioni, servizi pubblici primari (acqua in primis), istruzione, ecc. insomma tutto quello che venne regolamentato per legge (soprattutto in seguito alle grandi pressioni dei cittadini e delle associazioni ambientaliste, da noi in primis il referendum sull'acqua e/o la tariffazione tutelata per gas e luce) rischia di essere gettato alle ortiche per dare in pasto settori essenziali alle fameliche fauci del "mercato".... detto meglio alle aziende americane e transnazionali che hanno a cuore il profitto, proprio, e la socializzazione dei costi non certo il benessere della generalità. Un tale scontro viene definito al calor bianco negli USA ma in realtà è uno scontro fra conflitti di interesse: da un lato i petrolieri (ivi compresi i cowboy del fracking) e i loro corifei del GOP dall'altro quelle alimentari, delle cosiddette energie rinnovabili (dentro loro ci mettono anche il nucleare), parte della new economy e, dulcis in fundo, le grande ristorazione..... insomma da dovunque ci si volti non si può non molto interesse privato in servizi pubblici e pochissimo "social" cui siamo abituati (forse dovremmo dire c'eravamo abituati) storicamente. Eppure, e questo è tutto lavoro dei media, pur se Obama sembra un "democrat" in realtà qui lo ptremmo paragonare a ..... *enzusconi? Si, con qualche significativa differenza ma l'essenza è questa.
Messo sotto questo punto di vista tutte le privatizzazioni e le liberalizzazioni (Enel, poste, gas, acqua, pensioni, ecc.) rientrano nel "piano": in Europa il percorso è molto più lungo perchè, appunto, forti sono le resistenze, negli USA no se non nel senso di un completo far west voluto dai prossimi, probabili, inquilini della White House.. i repubblicani.
Ecco perchè qui in tanti, ivi compreso il sottoscritto, temono l'entrata in vigore di questi trattati: troppa poca trasparenza e troppo peso specifico dato agli interessi "aziendali" a dispetto di tutto il resto: resto che in realtà non è affatto secondario dato che quel resto siamo noi.. i consumatori finali ridotti ad "accedere (cito liberamente da Rifkin "l'era della accesso" Mondadori editore)" a servizi prima per tutti e dopo essi solo per coloro che ne hanno la possibilità economica di usarli; meglio detto: se paghi hai; altrimenti sei fuori e ti arrangi e accosti a quel poco di pubblico che è lasciato per tutti.
per correttezza di informazione a questo link della Commissione europea c'è quanto di pubblico si sa di questi trattati...  mentre a quest'altro link del movimento NO-TTIP. Traetene voi le conclusioni.

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