lunedì 4 luglio 2016

Previsioni, promesse e memoria corta

Oggi parliamo di previsioni, promesse e memoria corta.
Il centro studi di confindustria ci fa sapere che se non passa la riforma costituzionale al referendum di ottobre il PIL crollerà del -1,9%, gli occupati caleranno di 258mila unità.
E’ la stessa confindustria che nel 2011, in piena crisi (la guerra dello spread) sulsuo giornale titolava “fate presto” e invitava gli italiani a prenderci Monti per fare le riforme (tipo quelle della lettera della BCE).
Poi, anche con Monti, il PIL è crollato del 4,4% tra il 2011 e il 2013.
Ecco, Monti, l’uomo del loden e dell’agenda panacea di tutti i mali.
Sotto il suo governo fu messo in Costituzione il “pareggio di bilancio” e approvate le norme del fiscal compact, mettendo allo stesso livello dei principi come istruzione e cure sanitarie i bilanci e i vincoli imposti dall’Europa.
Ma votati quasi all’unanimità da parte del Parlamento.
In seguito forse Monti si è pentito della scelta e ha scaricato la colpa su Draghi:“Il fiscal compact non è stata una buona idea, anche se necessaria. Allora, Mario Draghi doveva accreditarsi agli occhi dei tedeschi”.
Nell’intervista ad Omnibus continuava: “se l’Italia fosse stata la sola a dire no, , sui mercati sarebbe stata una catastrofe”.
Poi abbiamo visto come le cose non sono andate benissimo.
Memoria corta quella del politico italiano: come quelli che nel 2011 quasi ringraziavano la lettera della BCE scritta da Trinchet e Draghi, come l’allora sindaco Renzi 
“Mi ritrovo nella lettera della Bce. E non condivido l’atteggiamento prevalente del Pd che invoca l’Europa quando conviene e ne prende le distanze se propone riforme scomode.”
Lo stesso Renzi che nel 2015 dice che “la politica economica la decidiamo noi non qualche eurobucrocrate”.
In realtà le politiche continuano a basarsi su quella lettera, a cominciare dalla riforma del lavoro e con la contrazione dei salari, per rendere l’Italia attrattiva (e povera).
Non basta attaccare l’Europa e ricordare alla Germania che anche lei ha sforato i vincoli di bilancio quando ne aveva bisogno per farsi bello agli italiani: il bail in è stato approvato in Europa anche da noi italiani. Avranno letto quello che votavano?
Infine, l’ultima previsione dogmatica: il TAV in  Val di Susa.
Dopo anni in cui a prevalere era il dogma dell’opera utile e da fare perché lo diciamo noi, ora siamo passati al TAV in versione light.
Opera comunque inutile poiché l’attuale linea per le merci è sfruttata per un sesto e perché le previsioni (forse più reali) del traffico merci parlano di un flusso con la Francia in calo.
Quei miliardi si possono spendere in modo più proficuo per il paese.
C’era un tale che sosteneva che senza TAV l’Italia sarebbe stata tagliata fuori dall’Europa, era L’ex sindaco di Torino.
Per non parlare delle promesse in termini di occupazione e PIL (le stesse già sentite per Expo, per le olimpiadi ..).
Tutte cifre gonfiate.
Ora siamo al TAV in versione light. E ci aspettiamo che qualcuno chiesa scusa agli italiani.
Che, purtroppo, anche loro hanno una memoria un po’ corta.
Da unoenessuno.blogspot.it
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... e continuano pure a votarli...

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