mercoledì 1 febbraio 2017

Matteo Renzi, vi spiego perché vuole votare subito

di | 1 febbraio 2017  Il Fatto Quotidiano

Se i disgustati dal partito se ne andranno, rimarranno solo i disgustosi”. E’ una frase che mi ha colpito molto. L’ha pronunciata giorni fa uno dei molti sostenitori di Benoit Hamon, espressione della cosiddetta sinistra radicale, che ha vinto le primarie socialiste francesi. Altri suoi sostenitori ritenevano che lo sconfitto Valls avesse pagato lo spostamento verso il centro del partito, snaturandolo e rovinandolo, “proprio come Renzi in Italia”. La frase sui disgustati & disgustosi ben si adatta al Pd: se quelli che amano il partito, e più in generale una certa idea “socialista”, non si muovono a salvarlo, i disgustati cresceranno sempre più (già adesso sono a livelli di guardia) e rimarranno solo i “disgustosi”.
Il Pd ci ha tristemente abituato ai penultimatum. Fino al 4 dicembre la minoranza dem, tranne Civati (che infatti se n’è andato) e pochi altri, era un’Armata Brancaleone di Don Abbondio. In questo senso D’Alema, che mi ha sempre attratto come una jam session tra Bianca Atzei e il Poro Schifoso, ha avuto il coraggio di gridare il suo “no” al referendum e di descrivere Renzi per quel che era, è e sarà: ovvero niente. Evidentemente, per far dire qualcosa di sinistra a D’Alema, serviva Renzi. E da questo si capisce come anche Matteo, nel suo piccolo, una ragione di vita politica forse ce l’abbia.
Molte cose, adesso, sono cambiate. Dopo il meraviglioso Golgota del 4 dicembre, che – ve lo ricordo – è ora Festa Nazionale della Torcida Inesausta e ha per inno Another Brick In The Wall Part 2, il tappo è alfine saltato. Renzi non ha più il partito sotto controllo. Le parole di Emiliano sono durissime. Le parole di Rossi sono durissime. Un ipotetico partito dalemiano è accreditato al 12-14%, che con questa legge elettorale (di merda) non è poco. Persino Bersani non esclude più la scissione. E la stessa vittoria di Hamon dice che c’è spazio per la sinistra. Certo, permane qualche pontiere, tipo Speranza – il cui carisma non smette di accecarci – e Cuperlo, ma lo strappo pare irrecuperabile.
La coperta di Renzi è sempre più corta e lui pare sempre più bollito (c’mon). Eppure il Podista Bolso di Rignano, che non va mai – mai – dato per finito, vuole le elezioni subito. Perché? La Consulta, se possibile, ha reso l’Italicum (ennesimo troiaio renziano) persino più inverecondo. Via il ballottaggio, permangono però i capilista bloccati e le multicandidature. Siamo di fronte a un proporzionale con premio di maggioranza al 40%. Il premio va però alla lista e non alla coalizione: quindi, salvo miracoli (?), non va a nessuno. Siamo passati dall’Italicum all’Itatroiaium. Che culo.
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il resto lo trovate al link del Fatto Quotidiano
Ci pensate? Credo che siamo uno dei pochi paesi al mondo democratici,  o che si fregiano (senz'esserlo davvero), insieme agli USA, che vedono personaggi siffatti fare rapidissima carriera e altrettanto rapidissimamente conoscere la china..

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