venerdì 9 marzo 2018

Italia "cavia" per un nuovo esperimento dell'Ue

Fonte: IlSussidiario.net
Non so se siete dei fumatori. Io sì, mio malgrado e soprattutto in questo momento che dovrebbe vedermi ancora più attento alla salute. Capirete quindi il mio stupore, misto voglia di imbracciare il mitra, quando ieri al bar ho scoperto che da un giorno con l'altro il mio abituale pacchetto di sigarette è aumentato di 20 centesimi. Di botto: da 4,70 a 4,90 nottetempo, senza avvertire. Come fece Amato con i conti correnti per garantirci quel paradiso terrestre chiamato Europa. Ora, le sigarette non sono indispensabili, anzi fanno male, ma aumentare di 20 centesimi il pacchetto solo per tasse, ovvero introito statale, è delinquenziale e al tempo stesso sintomatico dello stato in cui siamo: si parlava, negando un giorno e ammettendo l'altro, di questa mossa da grandi strateghi della finanza pubblica già dall'autunno in fase preparatoria del Def, ma quando hanno dato il via al salasso per tabagisti: quattro giorni dopo il voto. 
Ovviamente, è una coincidenza fortuita, non una manovra alla Achille Lauro, ancorché al contrario. Bravo Padoan, un fenomeno: già vedo una luminosa carriera di docente in università prestigiose come Oxford o Harvard o Yale, pubblicazioni e convegni a go-go e, dulcis in fundo, il premio tanto agognato quanto meritato, un bel Nobel dell'economia che ormai non si nega a nessuno, persino a chi studia l'inutilità fatta materia come la cosiddetta economia comportamentale. Poi si lamentano che non li votano nemmeno più le loro famiglie e che Lega e M5S prendono preferenze con i badili e i secchi: fanno quasi pena, non fossero responsabili di furti legalizzati come quello perpetrato nelle tabaccherie per cercare di tamponare i conti in vista della manovra correttiva di primavera. 
Già, perché puntuale come morte e tasse, mercoledì l'Europa ha detto "stop" alla luna di miele elettorale con Roma e cha ricominciato a richiamarci ufficialmente all'ordine per i nostri conti pubblici e i loro squilibri, i quali sarebbero ormai tali da mettere a rischio la stabilità dell'intera eurozona. La cosa non stupisce, ve lo avevo detto ben prima del voto: Bruxelles aveva chiamato una tregua nella speranza di favorire un Gentiloni-bis (se Renzi non fosse l'egocentrico che è, l'attuale delirio politico si sarebbe potuto evitare senza problemi) o, quantomeno, un buon risultato del Pd che garantisse continuità con le politiche fin qui adottate. Niente da fare. Nonostante il record mondiale di chiusura vertenze sindacali vissuto proprio a ridosso delle urne (in questo caso, a differenza delle sigarette, si è stranamente operato prima che aprissero i seggi), il Pd ha dimostrato un fiato corto tale da trasformare un prigioniero sottoposto a waterboarding a Guantanamo in un provetto sommozzatore ad assetto variabile. Schiaffi a destra e a manca, come è giusto che sia stato. 
Ora, però siamo al redde rationem: tocca trovare, in tempi brevi, un minimo di 3,5 miliardi di euro e fino a un massimo di 5 per soddisfare le richieste dell'Ue. E chi sarà chiamato a operare in tal senso? L'Europa ha già reso noto di avere fiducia totale nel presidente Mattarella, di fatto facendo capire che il processo politico post-elettorale, così come la volontà espressa dai cittadini con il voto, non contano nulla: l'unica ratio è quella delle alchimie di Palazzo, in questo caso quirinalizie, visto che solo queste ultime possono evitare la sciagura in toto di leghisti o grillini a gestire l'economia. Per carità, non che chi l'ha fatto finora abbia brillato ma anche soltanto a livello di percezione, flat tax al minimo assoluto e reddito di cittadinanza non sono voci curriculari di cui andare fieri. Soprattutto in ambito Ue. 
E a conferma di questo asse invisibile Quirinale-Commissione Ue, ecco che gli eurocrati hanno sfoderato l'ennesimo atto di magnanimità in fatto di tempistica: i conti della manovrina andranno presentati un mese dopo il previsto, ovvero c'è margine fino a maggio. Insomma, hanno fatto due conti su quanto potrebbero durare consultazioni e giochi di potere attorno al Quirinale. Ripeto, nulla che stupisca, se non la certezza - che oggi abbiamo, suffragata dai numeri - di leghisti e pentastellati in pole position per gestire le casse dello Stato e i suoi traballanti conti. E se lo stesso presidente Mattarella, proprio ieri, ha aperto le danza ricordando a tutti gli attori in campo che questo è il tempo della responsabilità e della priorità da accordare al bene del Paese, nel pomeriggio è stato il turno del salvatore d'Europa numero uno, ovvero Mario Draghi, prendere la parola al termine del board della Bce a Francoforte. 
E cos'ha detto? Una cosa nuova e importante, nel mare di già sentito rispetto ai tassi di interesse che resteranno bassi anche oltre la fine del programma di acquisto il prossimo settembre: è stato eliminato dal comunicato del board ogni riferimento a eventuali prolungamenti o aumenti del controvalore di acquisti di bond, se questo si rendesse necessario. Ovviamente, la vulgata ufficiale vede questa mossa come figlia dei continui miglioramenti della situazione, la quale non necessiterebbe di sforzi ulteriori nemmeno a causa di rischio al ribasso da shock esterni (vedi i dazi di Trump, ad esempio), ma non è così. La fine del Qe sta davvero avvicinandosi? Occorre cambiare narrativa o siamo all'interno di un gioco delle parti per i mercati, più che per i governi? O entrambe le cose? Al netto della retorica ufficiale, cosa Mario Draghi non ha ancora potuto dirci? Cosa non si può ancora ammettere? 
Ce lo mostra questo primo grafico, il quale ci dice come il prossimo anno sarà il primo da quattro a questa parte in cui i mercati europei dovranno cavarsela da soli, ovvero senza la mano onnipresente e gli acquisti di prima e ultima istanza della Bce a comprimere artificialmente gli spread e a garantire bassi interessi e finanziamenti a costo zero. E cosa ci mostra il grafico? Che nel 2019 le redemptions totali di reddito fisso europeo (sovrano, ad alto rendimento e investment grade) saliranno del 20% a un ammontare di 1,1 triliardi di euro: insomma, gli investitori privati avranno parecchia carta da dover ingoiare tra qualche mese.
....... il resto al link indicato sopra

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