Non
so se siete dei fumatori. Io sì, mio malgrado e soprattutto in questo
momento che dovrebbe vedermi ancora più attento alla salute. Capirete
quindi il mio stupore, misto voglia di imbracciare il mitra, quando
ieri al bar ho scoperto che da un giorno con l'altro il mio abituale
pacchetto di sigarette è aumentato di 20 centesimi. Di botto: da 4,70 a
4,90 nottetempo, senza avvertire. Come fece Amato con i conti correnti
per garantirci quel paradiso terrestre chiamato Europa. Ora, le
sigarette non sono indispensabili, anzi fanno male, ma aumentare di 20
centesimi il pacchetto solo per tasse, ovvero introito statale, è
delinquenziale e al tempo stesso sintomatico dello stato in cui siamo:
si parlava, negando un giorno e ammettendo l'altro, di questa mossa da
grandi strateghi della finanza pubblica già dall'autunno in fase
preparatoria del Def, ma quando hanno dato il via al salasso per
tabagisti: quattro giorni dopo il voto.
Ovviamente,
è una coincidenza fortuita, non una manovra alla Achille Lauro,
ancorché al contrario. Bravo Padoan, un fenomeno: già vedo una luminosa
carriera di docente in università prestigiose come Oxford o Harvard o
Yale, pubblicazioni e convegni a go-go e, dulcis in fundo, il premio
tanto agognato quanto meritato, un bel Nobel dell'economia che ormai
non si nega a nessuno, persino a chi studia l'inutilità fatta materia
come la cosiddetta economia comportamentale. Poi si lamentano che non
li votano nemmeno più le loro famiglie e che Lega e M5S prendono
preferenze con i badili e i secchi: fanno quasi pena, non fossero
responsabili di furti legalizzati come quello perpetrato nelle
tabaccherie per cercare di tamponare i conti in vista della manovra
correttiva di primavera.
Già,
perché puntuale come morte e tasse, mercoledì l'Europa ha detto "stop"
alla luna di miele elettorale con Roma e cha ricominciato a
richiamarci ufficialmente all'ordine per i nostri conti pubblici e i
loro squilibri, i quali sarebbero ormai tali da mettere a rischio la
stabilità dell'intera eurozona. La cosa non stupisce, ve lo avevo detto
ben prima del voto: Bruxelles aveva chiamato una tregua nella speranza
di favorire un Gentiloni-bis (se Renzi non fosse l'egocentrico che è,
l'attuale delirio politico si sarebbe potuto evitare senza problemi) o,
quantomeno, un buon risultato del Pd che garantisse continuità con le
politiche fin qui adottate. Niente da fare. Nonostante il record
mondiale di chiusura vertenze sindacali vissuto proprio a ridosso delle
urne (in questo caso, a differenza delle sigarette, si è stranamente
operato prima che aprissero i seggi), il Pd ha dimostrato un fiato corto
tale da trasformare un prigioniero sottoposto a waterboarding a Guantanamo in un provetto sommozzatore ad assetto variabile. Schiaffi a destra e a manca, come è giusto che sia stato.
Ora, però siamo al redde rationem:
tocca trovare, in tempi brevi, un minimo di 3,5 miliardi di euro e
fino a un massimo di 5 per soddisfare le richieste dell'Ue. E chi sarà
chiamato a operare in tal senso? L'Europa ha già reso noto di avere
fiducia totale nel presidente Mattarella, di fatto facendo capire che il
processo politico post-elettorale, così come la volontà espressa dai
cittadini con il voto, non contano nulla: l'unica ratio è quella delle
alchimie di Palazzo, in questo caso quirinalizie, visto che solo queste
ultime possono evitare la sciagura in toto di leghisti o grillini a
gestire l'economia. Per carità, non che chi l'ha fatto finora abbia
brillato ma anche soltanto a livello di percezione, flat tax al minimo
assoluto e reddito di cittadinanza non sono voci curriculari di cui
andare fieri. Soprattutto in ambito Ue.
E
a conferma di questo asse invisibile Quirinale-Commissione Ue, ecco
che gli eurocrati hanno sfoderato l'ennesimo atto di magnanimità in
fatto di tempistica: i conti della manovrina andranno presentati un
mese dopo il previsto, ovvero c'è margine fino a maggio. Insomma, hanno
fatto due conti su quanto potrebbero durare consultazioni e giochi di
potere attorno al Quirinale. Ripeto, nulla che stupisca, se non la
certezza - che oggi abbiamo, suffragata dai numeri - di leghisti e
pentastellati in pole position per gestire le casse dello Stato e i
suoi traballanti conti. E se lo stesso presidente Mattarella, proprio
ieri, ha aperto le danza ricordando a tutti gli attori in campo che
questo è il tempo della responsabilità e della priorità da accordare al
bene del Paese, nel pomeriggio è stato il turno del salvatore d'Europa
numero uno, ovvero Mario Draghi, prendere la parola al termine del
board della Bce a Francoforte.
E
cos'ha detto? Una cosa nuova e importante, nel mare di già sentito
rispetto ai tassi di interesse che resteranno bassi anche oltre la fine
del programma di acquisto il prossimo settembre: è stato eliminato dal
comunicato del board ogni riferimento a eventuali prolungamenti o
aumenti del controvalore di acquisti di bond, se questo si rendesse
necessario. Ovviamente, la vulgata ufficiale vede questa mossa come
figlia dei continui miglioramenti della situazione, la quale non
necessiterebbe di sforzi ulteriori nemmeno a causa di rischio al
ribasso da shock esterni (vedi i dazi di Trump, ad esempio), ma non è
così. La fine del Qe sta davvero avvicinandosi? Occorre cambiare
narrativa o siamo all'interno di un gioco delle parti per i mercati,
più che per i governi? O entrambe le cose? Al netto della retorica
ufficiale, cosa Mario Draghi non ha ancora potuto dirci? Cosa non si può ancora ammettere?
Ce
lo mostra questo primo grafico, il quale ci dice come il prossimo anno
sarà il primo da quattro a questa parte in cui i mercati europei
dovranno cavarsela da soli, ovvero senza la mano onnipresente e gli
acquisti di prima e ultima istanza della Bce a comprimere
artificialmente gli spread e a garantire bassi interessi e
finanziamenti a costo zero. E cosa ci mostra il grafico? Che nel 2019
le redemptions totali di reddito fisso europeo (sovrano, ad alto rendimento e investment grade)
saliranno del 20% a un ammontare di 1,1 triliardi di euro: insomma,
gli investitori privati avranno parecchia carta da dover ingoiare tra
qualche mese.
....... il resto al link indicato sopra
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