sabato 8 marzo 2008

Sinistra anti industriale? Ma dove e quando?

Mostra segni di nervosismo Confindustria quando si tratta di regole: qualcuno ricorda quando negli anni socrsi (e fino a tempi recenti) da questa orgqanizzazione venivano alte voci sulla necessità di regole e simili perchè essi avevano bisogno di certezze per poter lavorare "per il bene dell'Italia"? Era anche la stessa organizzazione che negli anni 80 dello scorso decolo chiedeva maggiore libertà del mercato e meno vincoli al lavoro. Ma quando cominciarono a essere messe nero su bianco iniziò il pianto antico: l'integrazione europea innanzitutto che comportava per il nostro paese l'introduzione di "regole" che vincolavano tutti (industriali compresi) al rispetto di esse pena multe salatissime; oppure l'impossibilità di giocare (complici governi amici) con la svalutazione della moneta (che li aiutava ma inguaiava il paese e oggi se ne vedono ancora gli effetti) permettendogli di drogare l'economia; oppure ancora in anni recenti sgravi e cunei fiscali che avrebbero dovuto aiutare il paese e che in realtà rinpimguavano le loro tasche già strapiene di profitti degli anni precedenti: insomma ogni volta chiedevano ma quando ottenevano c'erqa sempre qualcosa che non andava ivi compresa la stessa europa dove essi non sono altro che una categoria e non influenzavano più di tanto il paese. Qui no, al contrario qui condizionano eccome: qui si applica il modello americano (quasi l'unico paese europeo ad averlo adottato e gli effetti si vedono con i cittadini sempre più divisi fra pochi obbriobbiosamente ricchi e molti scandalosamente poveri) dove non sono previste regole (se non generali e generalissime) e dove si fa tutti parte del parco buoi. Dove la politica è quasi diretta espressione di lobby e poco pesa la massa dei cittadini. Ed è qui che si ottiene molto: indovinate da chi? Dal cosiddetto centro(sinistra?): proprio a partire dalla sicurezza sul lavoro. Infatti la mitica 626/94 aveva recepito (annacquata un pò) la direttiva europea; poi venne la 242 di due anni dopo che eliminò quasi del tutto la parte penale per gli industriali (tanto che essi ancora oggi preferiscono pagare multe che investire in sicurezza tanto di ispezioni ce ne sono pochissime per i tagli draconiani delle spese statali); mentre per i lavoratori la parte delle responsabilità è piuttosto accentuata (niente rispetto alla legislazione originale valida in altri paesi europei). Ora, dopo lo stillicidio di morti, il governo neocentrista (ex unione ed ex centro sinistra) si è finalmente deciso a varare qualcosa di più in materia prevedendo non solo ammende ma anche arresti, rafforzamenti deegli enti di controlli e formazione (a partire dalle scuole e dalle università, con quali soldi mi chiedo visto che si stanno eliminando spese correnti nonostante i tesoretti vari) che dovrebbero portare ad un cambio del sistema in un ragionevole arco di tempo (semprechè conferenza Stato-regioni, commissioni parlamentarie chissà cos'altro non annacquino di nuovo il tutto) evitando la strage. Ma la cosa più "particolare" è l'accusa lanciata alla cosiddetta sinistra da ambienti confindustriali: di essere "anti industriale". Una cosa fuori dal tempo perchè è proprio da quella parrocchia che sono venuti i maggiori input alla modernizzazione pro domo sua della lobby in questione e non sto ad elencare tutto sennò qui ci vorrebbe un'intero blog solo per fare l'elenco (non ultimo ma importante lo smantellamento della industria pubblica "donata" ai privati e che ora sotto gli occhi di tutti sta svanendo come neve al sole in seguito alle vicisitudini delle varie razze padrone succedutisi nel tempo, Telecom docet...............). E questa cosiddetta sinsitra sarebbe cosa? Come direbbe Totò: ma mi faccia il piacere!!

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