si parla di progresso, di evoluzione, di civiltà ci ritroviamo invece in un nuovo medio evo dove conta chi si nasconde dietro il potere o vi si allea con esso.
domenica 14 dicembre 2008
le pari oportunità? il tutto si risolve con le donne in pensione a 65 anni......
Già pare proprio che siamo alla fine del percorso della parità fra uomo e donna nel nostro paese: infatti basta equiparare il pensionamento et volià siamo uguali; non conta il fatto che le donne, ancora, nel XXI secolo da noi sono quelle che per prime sono licenziate in caso di crisi così come quando sono incinte che sono costrette a firmare le dimissioni in bianco (una pratica barbara che Prodi aveva cancellato e che questo governo ha rimesso su, ma è solo un'esempio se ne potrebbero fare molti altri), ora le equipariamo e possono vivere felici!! E come se non bastasse ci vengono anche a dire che serve a incentivare l'occupazione : balla! Se rimangono più a lungo nel mondo del lavoro i nuovi posti occupati dove si mettono? Qui è il problema. Già i cittadini sono confusi dalla prolissità delle informazioni (un vero e proprio diluvio) ora in questo effluvio ci dicono che rimanendo più a lungo si crea lavoro: si comprende o no il paradosso? In realtà il problema è differente: se questa generazione andasse in pensione nessuno potrebbe pagare le loro pensioni dato che nessuno ha un lavoro che dura abbastanza a lungo da mettere da parte abbastanza contributi, è una questione di grandi numeri: se lavorano 2 uno può andare in pensione, è semplice. Tutta la grande menzogna è cominciata nel 1992 quando ci fu la prima riforma delle pensioni ed è poi andata sempre peggio, ma la chicca sulla torta è stata l'unire l'assistenza con la previdenza facendo pesare su una parte della società quello che invece sarebbe dovuto toccare alla fiscalità generale ed ecco che improvvisamente i conti vanno in rosso e non ci sono più abbstanza soldi per i pensionati di allora, presenti e futuri! Uno dei dogmi del liberismo è la privatizzazione anche, fra le altre cose, delle pensioni e quindi il passaggio agli squali della finanza dei soldi con i quali i pensionati dovrebbero campare: dove è già avvenuto (paesi dell'america latina per esempio) il peggioramento è stato veloce e rapido dando un classico esempio di come siano errate e truffaldine le ricette liberiste. L'attacco allo stato sociale è continuo anche nel nostro paese e, anche grazie alla cosiddetta sinistra nostrana che si è imbevuta della ideologia mercatara, il welfare italiano, per quanto inefficiente e assistito, viene smontato pezzo per pezzo: a partire dalle conquiste sociali e finendo direttamente alla privatizzazione di tutto, pensioni comprese. La faccia tosta è quella di spacciarle per riforme. Un futuro di povertà ci aspetta e non potremo che prendercela con noi stessi per averle consentite e non combattute. E il sindacato? Quelli che non si sono calati le braghe in nome della concertazione sono emarginati ma il vizio è alla fonte: cedettero nel 1992 in cambio di una maggiore compartecipazione alle decisioni e al potere abdicando al loro ruolo primario che era ed è difendete l'ossatura essenziale del paese, i lavoratori. Non vale la "ribellione" della CGIL che ora suona come una nota stonata dato che in passato ha consentito di gettare le basi del disastro attuale: è più un'autodifesa.
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