martedì 4 gennaio 2011

Come rovinarsi il futuro..

Naturalmente sappiamo tutti che oggi è la Germania a essere il faro europeo: gli altri o si sono accodati o ne sono succubi. Sappiamo anche che se il debito greco e irlandese (anche islandese) fosse stato denunciato e ristrutturato sarebbe stata proprio la Germania a pagarne le conseguenze più gravi, ossia le banche tedesche si sarebbero trovate in gravi difficoltà, se non vicine al fallimento come già accaduto in Inghilterra. Cosa fare? Con governi preoccupati per il futuro proprio ed europeo avrebbero spinto affinché questi due paesi si facessero carico dell'onere delle proprie istituzioni finanziarie; invece la storia non é andata così: la Grecia é praticamente fallita così come l'Irlanda (in Islanda il fallimento c'é stato ma sono fuori dalla UE e hanno preso un alrta strada, ossia quello di non far pagare il conto tutto ai propri cittadini) e in bilico ci sono Portogallo, Spagna e.... Italia. Com'é noto il nostro é un paese di furbacchioni: come si dice? Italiani, brava gente. Non é così perché furbi non siamo e in questa crisi, e mai come ora, si é rivelato il carattere nazionale principale: l'autolesionismo. Cosa é accaduto? Semplice, quei furbi dei nostri politici (come quando firmammo per Maastricht senza nemmeno un minimo di trattativa precedente) hanno firmato la condanna a morte del paese e del suo futuro. Accettando i limiti imposti dal nuovo accordo ci aspettano anni durissimi di tagli (tasse non se ne parla nemmeno con questi qua dato che la nostra classe politica a parole combatte l'evasione ma nei fatti, dato che gli evasori votano purtroppo, la tollera e scarica sui redditi certi il peso della crisi) e manovre finanziarie lacrime e sangue a totale carico nostro: niente o pochissimi investimenti, spinta al vivacchiare quotidiano e zero ricerca e sviluppo. Ciò innestato su un quadro già intriso di eliminazione del welfare e della rete di protezione sociale (per non parlare della rottura del contratto sociale a opera dei governi del cosiddetto centrosinistra, ma più correttamente li dovremo definire liberisti di sinistra) non può non dare adito al chi può si arricchisca, anche a scapito altrui, insieme alla lotta per creare vere e proprie caste sociali privilegiate che gestiscono in nome, nominalmente, altrui ma per conto proprio le casse dello Stato e di conseguenza l'intera società: uno schema già visto, e rivelatosi purtroppo perdente, nell'america latina degli anni d'oro del liberismo (che li ha portati a fallire e a creare milioni di dispoccupati e diseredati), una sorta di prova del 9 del liberismo in salsa populista di cui il berlusconismo é l'esito finale solo. Strangolati da questi accordi in Italia non ci sarà più bisogno di ministri dell'economia ma di ragioneri che tengano a posto la contabilità e basta. Ci meritiamo un destino così? E ci meritiamo di vedere il tappo "politico/generazionale" che da anni sta distruggendo quel poco di tessuto sociale che in 150 anni si é costruito? Naturalmente l'amato Capo non lo dirà mai: se avete sentito la conferenza stampa di fine anno avrete fatto caso alle dichiarazioni che affermano che il Governo si aspetta sia una crescita, irrealizzabile, maggiore (volutamente maggiore?) di quella che il più entusiasta economista può prevedere sia di non fare un altra finanziaria. Ci credete? E come faranno se dovremo stare nei nuovi parametri, da usura, che abbiamo così felicemente firmato? Questo é il punto: se avessimo un ceto dirigente più attento ai propri cittadini che ai propri interessi si sarebbe potuta seguire la strada islandese e davvero dare una rotta diversa al paese; invece ciò non conveniva ed era anche poco interessante per la casta: meglio tenere la gente sulla lama del rasoio; solo così possono sperare di autoperpetuarsi a danno nostro.....

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