martedì 22 febbraio 2011

Ma perché non ci ribelliamo?

Il quesito non é mio ma di Massimo Fini sul fatto Quotidiano. E' attualissimo perché prima o poi l'onda arriverà anche qui ma non avrà gli effetti catastrofici che sta provocando nel Maghreb, come mai? E' semplice, come dice l'Autore, e lo condivido, non accadrà in quella misura perché siamo vecchi, età media 46 anni, e quindi meno portati a fare colpi di testa e, pur di salvare il poco che abbiamo, ci lasciamo strapazzare e tosare dagli squali delle caste; un altra ragione, e anche qui condivido quello che pensa l'Autore, é che i nostri, pochi, giovani riescono a farcela sempre e in qualche modo soprattutto perché hanno al rete familiare che li sorregge: e sappiamo, non foss'altro per istinto, che finché non c'é la fame nera (genere che guardiamo il nostro vicino e lo scambiamo per un pollo cotto e fumante) difficilmente la gente sarà disposta a rischiare il tutto per tutto; infine perché, almeno ufficialmente, viviamo in un paese liberaldemocratico a gestione autoritaria dove le caste la fanno da padrone e il restante 70% della popolazione vivacchia e si arrangia: nonostante ciò siamo liberi di fare quello che ci pare (almeno finché non tocchiamo l'interesse di qualche parassita potente) e come ci pare; affoghiamo nella libertà, quasi un anarchia (chiedo perdono agli anarchici, quelli veri) capitalistica dove non c'é nemmeno più una parvenza di autorità statale, né di autorevolezza quindi di conseguenza non abbiamo nemmeno un punto di riferimento contro il quale indirizzare il malcontento: in una tal situazione pur se ci fosse una rivolta di massa saremmo al tutti contro tutti e chi ha causato tutto ciò ne sarebbe rafforzato e potrebbe passare per salvatore della patria: con il divide et impera te la prendi con il vicino afferrandogli il collo ma non vedi che chi vi ha messi l'uno contro l'altro é alla finestra a guardarvi e a ridere facendo piani sul dopo. Dobbiamo capire che qui non sarà come lì: magari sarà peggio ma non sarà come quello che vediamo nel Maghreb. Dobbiamo fare la bocca alla situazione nella quale si trovò sia l'impero romano alla sua fine sia la Polonia nel XVIII secolo: si disgregarono per decomposizione dall'interno: diventando prede delle orde che premevano ai confini (nel caso dell'impero), od oggetto di spartizione delle potenze limitrofe (nel caso della Polonia che perse le parti migliori di territorio a favore di Austria e Russia); noi diventeremo terreno di conquista degli interessi economico/finanziari predatori che si sono già alleati con le nostre caste: secondo perché il cosiddetto federalismo leghista penalizza il sud del paese? Perché questi interessi non vogliono spendere i loro soldi per aiutare il sud a rialzarsi e poi perché non rientra nei loro piani: molto appetibili sono il centronord, perché lì ci sono i soldi e chi conta davvero e quindi meglio abbandonare i cosidetti pesi morti. L'ha capito anche il Presidente Napolitano e non per nulla insiste perché si tengano le celebrazioni del 150° ......... potrebbero essere le ultime. Questa non é decadenza ma alto medio evo post postimperiale dove non esisteva nulla se non eri sotto la "protezione" del feudatario del luogo, chiaro? Prima lo capiamo e prima si potrà ricostruire, se ci saremo ancora.................. fate le scorte che é meglio!!!!!!!!

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