martedì 22 maggio 2012

Quale modello per l'Italia? quello greco, naturalmente....

E' ormai storia: chiunque dei partiti vinca un elezione la prima cosa che fa é l'infornata, ossia amici (di partito e non), parenti, sostenitori, sponsor ecc. tutti hanno un contentino nella pubblica amministrazione, tutti. così con il passar degli anni la P.A. é diventata il contenitore, la discarica del pagamento delle varie cambiali firmate dai politici: il numero é lievitato e, sempre complice la politica, la qualità é diventata da V° mondo se non da VI°. Come risolvere il problema? Una seria politica innanzitutto non avrebbe creato tali condizioni ma, pur ammettendo che ci fosse stato uno stacco fra una linea e un altra, si sarebbe posto il problema di risolverlo: sarebbe stato facile perché si potevano rafforzare i criteri per entrare nel lavoro pubblico e vietare, per esempio, consulenze e simili. Come se non bastasse é arrivata l'ondata liberista, quella ideologia che propugna che tutto è mercato e lo Stato deve mantenere solo Difesa (...), sicurezza interna (e ti credo usano le forze di sicurezza per reprimere le proteste che esplodono, sempre, quando il liberismo getta la maschera e si manifesta per quello che é..... una rapina dei molti a favore dei pochi) e giustizia (per pochi): il resto venduto. Per un paese come il nostro é stato una manna: con la casta che ha compreso benissimo che anziché mettere a concorso un singolo posto ne poteva averne .... tre e tutti precari e controllabili nonché ricattabili. Per arrivarci si doveva:




creare le condizioni. Fatto: nel '92 si entrò in una crisi (voluta?) economica e si mise in atto uno shock ossia si liberalizzò le aziende (con gli esiti che oggi vediamo sotto gli occhi) e privatizzò il lavoro pubblico. Con la legge Treu si liberalizzò anche l'entrata nel mondo del lavoro con la precarizzazione e l'allentamento dei vincoli e dei diritti.. si creò così la figura del .. precario a vita; e nella pubblica amministrazione ne hanno fatto una bibbia.

Spingere il processo avanti. Compatibilmente con le clientele con cui vive la politica italiana il processo è andato avanti: si dovevano precarizzare i servizi, che diventano forniture, e eliminare la P.A. e nel secondo caso è stato facile: bastava renderla inefficiente, e ci sono riusciti nulla da aggiungere.

Deprimere la stessa P.A., evitare che funzioni.. sennò come si fa la gente, ad esempio, ad andare a farsi esami nei laboratori clinici privati?

Creare nell'immaginario collettivo la figura del fannullone (esistente anche nel privato, ma nel pubblico si sa fa ganzo) che vive a sbafo.. alla campagna hano contribuito tutti: sinistra e destra senza soluzione di continuità e con la collusione sindacale che si limitavano a protestare e basta

.. a cosa doveva portare tutto ciò? All'attuale situazione: alla fine dei tagli, e dell'imposizione delle tasse, non restava che tagliare i pubblici: detto fatto. Partiamo dall'assunto che la stessa Corte dei conti ha detto che le continue variazioni dei tagli e delle piante organiche, non dando stabilità all'azione delle amministrazioni, impediva il loro svolgere del servizio nel migliore dei modi e che il male vero della P.A. risiedeva nell'alto grado di corruzione e inefficienza non nel peso economico visto che i salari sono fermi al 2009 come pure i pensionamenti fermi o ridotti al minimo con l'allungamento dell'età pensionabile e se a ciò aggiungiamo la presa d'atto che della gran massa (175 mld) del salario pubblico è presa dai dirigenti, il quadro mi pare chiaro perché nella massa dei lavoratori pubblici vi mettono di tutto: dai dipendenti ASL a quelli dei trasporti ai ministeriali alle aziende autonome ecc. un mondo variegato e spesso diversamente regolamentato ma nella campagna di disinformazione sul pubblico impiego questo é un dettaglio non rilevante, anzi meglio tacere. il resto sul blog karamazov

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