Ora, è mai possbile che siano così a corto di vedute?
E' mai possibile che cadano in una trappola ben costruita proprio sul terreno a loro più congeniale?
Parrebbe di si.... eppure non ha sprovveduti nel suo staff, vero? Dvorebbe essergli chiaro dove lo stanno portando, vero? Figurativamente parlando, se avete letto il deserto dei tartari, è esattamente nella fortezza (cui accennavo ieri nel post) che lo stanno relegando .... in attesa di un nemico che non arriverà mai ma che è già dentro e scava tunnel per far scappare interi plotoni.
ora leggetevi quest'articolo e sarebbero graditi commenti, grazie
“E’ tutta colpa dei grillini”
IL FATTO QUOTIDIANOdi Andrea Scanzi | 26 marzo 2013
In apparenza ce l’hanno fatta. Dopo essere stata in buona parte polverizzata dal Movimento 5 Stelle, la cosiddetta Casta
sta facendo passare la vulgata secondo cui lo stallo attuale – e più
ancora la devastazione politico-economica del paese – sia colpa dei
grillini. Lo si legge ovunque: “Il M5S è irresponsabile”, “Sta salvando
Berlusconi”, “Sa solo dire di no”, etc.
Parte di queste
accuse sono giuste, per meglio dire comprensibili. L’ho scritto più
volte anch’io. Però, al tempo stesso, siamo di fronte a due paradossi
notevoli.
Paradosso Uno. Il M5S sarebbe responsabile, per buona parte di politica e media, di vent’anni di disastri.
Un po’ come se Jovetic, dopo aver sbagliato due partite di fila, fosse
accusato di non aver fatto vincere uno scudetto alla Fiorentina negli
ultimi trent’anni. Il ragionamento non ha nulla di logico e ha molto di
interessato. Pd e Pdl incolpano il M5S dei propri errori (e delle
proprie connivenze), nella speranza che gli italiani – popolo di per sé
senza memoria, come attesta il perdurante successo di Berlusconi – alle
prossime elezioni voltino le spalle alla forza di Beppe Grillo. Ci
riusciranno? E’ possibile.
Paradosso Due.
Il M5S sta ricevendo accuse di ogni tipo, pur rispettando il suo
programma. Anche questa è notevole: non è che il Movimento sia accusato
di essere un voltagabbana, di avere tradito gli elettori, di avere
barattato la propria natura in nome delle poltrone. No, qui è il
contrario: il M5S ha la colpa – e in effetti in Italia lo è
– di rispettare le parole date. E tra le parole date, anzi urlate,
c’era il “niente fiducia, niente alleanze, devono andare tutti a casa”.
Quindi non stanno sbagliando?
Non ho detto questo, e non l’ho scritto nei giorni precedenti. Purezza e
coerenza devono sempre scendere a patti con la realtà delle cose: è
inutile continuare a giocare a poker se nel frattempo gli altri giocano a
briscola. Però è davvero intollerabile questa recita – anzitutto dei
piddini – secondo cui loro sono santi e gli altri irresponsabili. Per
esempio: ultimamente Bersani dice cose molto sensate e
savie. Ma è lo stesso Bersani che fino al giorno prima delle elezioni
smacchiava i giaguari e snobbava i fascisti del web. Bersani sta dando
il meglio di sé ora che è un dead man walking della politica:
ricorda l’attaccante che segna una strepitosa doppietta, ma dopo che
l’arbitro ha già fischiato tre volte. Fuori tempo massimo.
Di
chi è la colpa? Il disastro attuale non è colpa del M5S (chi lo
sostiene asserisce il falso e sa di farlo), ma del peggiore centrodestra
d’Europa e di un centrosinistra incapace, correo e comicamente
arrogante. Nessuno al mondo sarebbe riuscito a perdere contro questo
Berlusconi tramontante. Nessuno, tranne il Pd (e derivati). Se si
cercano le colpe, si additino i Boccia e le Bindi. Sono
loro che hanno tenuto in vita il Caimano. Mica Grillo. Se “Berlusconi
c’è ancora”, le colpe sono delle Bicamerali, dei D’Alema, degli
inciuci, dei Mastella, degli indulti, degli scudi fiscali, delle leggi
vergogna (mai cancellate), dei conflitti d’interesse (non risolti).
Eccetera eccetera.
Basta però con il passato.
Sono d’accordo: inutile continuare a togliersi i sassolini dalle
scarpe, non serve a nulla se non a rimpinguare l’ego (di Grillo e non
solo). Però quei sassolini ci sono, ragazzi. E più che altro sono
macigni. Caduti sui nostri zebedei a tutta velocità.
Il M5S sta perdendo voti.
Probabile. Attenti però a confondere il parere (altamente negativo) di
chi ha votato il Pd con quello di chi ha votato M5S. Ci sono dei delusi
tra questi ultimi, ma sono una minoranza. E –
soprattutto – è gente che ha votato Grillo senza sapere chi fosse
Grillo. Stupirsi che il M5S non dia la fiducia a Bersani è come stupirsi
di una battuta volgare di Enzo Salvi. E’ proprio l’abc del M5S. Il
Movimento sta perdendo voti, ma pochi. E più che perderli per il no alla
fiducia, li perderà se si andrà al voto a ottobre con questa stessa
legge elettorale. A quel punto molti italiani, pur di non riavere il
pareggio, si tureranno il naso e voteranno Berlusconi o Renzi
(cioè Berlusconi o Berlusconi). Come in Grecia. Allo stato attuale,
però, la “irresponsabilità” del M5S è criticata (in massima parte: un
10% di delusi dal M5S c’è) da chi già odiava il Movimento. E’ ovvio che i
piddini lo accusino di non avere senso dello Stato (come se i Violante
ce lo avessero avuto). Ed è ovvio che una Fiorella Mannoia scriva uno status Facebook (peraltro
condivisibile) contro il lassismo di Grillo. Anche la Mannoia, però,
non è un’elettrice piena del M5S, bensì una sostenitrice nobile – alla
Camera – di Rivoluzione Civile (al punto da donare una
sua canzone). Sillogismo per sillogismo, un grillino potrebbe
rispondere alla Mannoia che la colpa della situazione attuale è anche
sua, perché ha disperso il voto e creduto in un progetto squisitamente
confuso e aritmeticamente inutile, che ha “tolto” voti al
centrosinistra non garantendo la maggioranza al Senato. Lo vedete?
Ognuno tira la coperta dove e come vuole.
Quindi che si fa? L’ho già scritto. Per il M5S votare Bersani è impensabile. Non esiste. Nemmeno se dietro Bersani ci sono Gabanelli, Saviano e Mazinga.
Se invece il nuovo capo dello Stato (votato con maggioranza
centrosinistra e M5S) darà l’incarico a un’altra persona, ne potranno
parlare. E’ vero che per il Movimento non conta il nome ma il programma,
ma è anche vero che il programma lo fa il nome (anzi i nomi). Un
governo a tema, e a tempo, di sei mesi-un anno è l’unica strada
(auspicabile: in realtà ce ne sono altre, e vedrete che batteranno quei
sentieri polverosi lì). La tregua Pd-M5S si può fare solo con un
governo realmente nuovo e sganciato dalle logiche consuete (i Letta e i
Franceschini, di grazia, si autoimpongano il silenzio per i prossimi
mesi): se non è possibile, si vada al voto. Ma non si dica (sempre) no a
prescindere: datti una calmata, Grillo. Allo stato attuale è molto
meglio essere un po’ incoerenti ma vivi, che coerentissimi ma pressoché
in coma.
1 commento:
Mi ha tolto le parole di bocca
Posta un commento