Sembra un estratto di un pessimo romanzo complottista di fantascienza
ma é realtà: l'essere umano o meglio il dna umano è brevettato: ne
esistono 40 mila e altri, quelli riguardanti i filamenti lunghi o
definiti tali, sono in procinto di diventarlo... deve deciderlo la Corte
USA in questi giorni.
E' una questione spinosissima perché da un
lato ci sono gli enormi investimenti delle aziende in ricerca e sviluppo
in materia che hanno portato ad indubbi progressi nella individuazione
delle cause scatenanti moltissime malattie e tumori (ad esempio è di
oggi la notizia della scoperta di almeno 40 varianti che possono
provocare tumori) che affliggono gli umani; dall'altra c'è il diritto a
disporre del proprio corpo e di cosa lo compone, dna compreso. Facendo
qualche ricerca ho scoperto che uno dei primi brevetti in materia lo
fece pasteur nel 1873 presso l'Us Patent Office per
un ceppo di lievito utile nella fermentazione della birra, in pratica
niente a che fare con la medicina ma rende bene l'idea di quale sia la
considerazione rispetto alla possibilità di fare affari anche con la
natura in generale e l'essere umano in particolare.
Ma al momento
la situazione qual'é? In europa, ad esempio, la raccomandazione della
commissione è di evitare un tal tipo di brevetti (in questione era
l'embrione umano che era previsto nella richiesta del brevetto Ep
1257168) perchè rappresenta una violazione della direttiva in quanto
brevetta cellule germinali umane (che sono parte del corpo umano e
certamente non sono inventate).
Negli usa invece, prendo a memoria
dal saggio di rifkin "l'era dell'accesso" i brevetti su "materiale"
umano hanno sempre scatenato grandi dibattiti ma sentenza dopo sentenza è
passata l'idea che potevano essercene ..... famosa rimane una sentenza,
sempre citata dal saggio di cui sopra, in cui una persona aveva fatto
causa ad un azienda che aveva brevettato un enzima estratto dal suo
fegato che lo rendeva immune ad alcune malattie, ma il suo ricorso fu
respinto in nome della ricerca scientifica e .... del fatto che un
enzima poteva anche essere sintetizzato.
ora il punto è: la
ricerca ormai è quasi tutta privata ed è chiaro che dal circo messo su
gli interessi sono enormi e poco contano gli interessi dei singoli e i
loro diritti. Mi chiedo come mai gli stati, o le organizzazioni
sovranazionali, non abbiano deciso di legiferare in materia in maniera
chiara e nemmeno hanno disposto dei programmi di ricerca, magari misti,
pubblico/privato per salvare capra (la necessità di fare ricerca) e
cavoli (diritti umani e salvaguardare l'interesse generale alla
pubblicità della ricerca per consentire a tutti di potervi accedere e,
magari, curarsi...): questa tematica mi ricorda una altra tematica ossia
quella degli ogm dove a fronte di un interesse delle aziende a fare
profitti brevettando degli organismi collide con, ad esempio,
l'interesse degli agricoltori indiani che non potevano più piantare
l'alimento, il riso pundi, che oltre a sfamarli gli permetteva di poter
vivere vendendolo oltre che coltivarlo: fu una lunghissima battaglia il
cui esito ancora oggi è incerto anche se gli agricoltori hanno avuto la
concessione di poterli piantare. Altra storia avviene negli usa: lì gli
agricoltori sono ostaggio delle aziende che gli riforniscono di semi con
geni terminator ossia si piantano ma germogliano solo una volta, poi se
li devono ricomprare... e se c'è una contaminazione con germogli
normali i contadini sottostanno alla legge che li costringe a rifornire
dalle succitate.
E' questo il futuro destino dell'umanità? Fare da
cavie, anche inconsapevoli, agli interessi di big pharma e non poter
più disporre del proprio corpo oppure si cambierà strada e gli stati si
ravvederanno e garantiranno i diritti umani?
Il problema non é da
poco credo: qui il problema non è il singolo gene o il singolo filamento
di dna ma l'idea stessa che è alla base della ricerca: serve per fare
profitti o per salvare vite? E, per dirla meglio, noi esseri umani
abbiamo o no l'accesso al nostro corpo ... o no?
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