sabato 20 luglio 2013

ordinaria burocrazia o semplice pretesto?

Quando l'ho letto non ci potevo credere: un ghanese da 16 anni in italia non ha potuto avere la nostra cittadinanza perchè non sapeva chi erano i ... politici e cosa facevano? E' un motivo discriminante per non dare l'italica carta d'identità? Sul fatto quotidiano c'era l'articolo che ne parlava fra il serio e il faceto: il serio perchè se è vero che l'operaio ghanese dimostrava una buona conoscenza generale dal lato del faceto il problema era che non gli concedevano, siamo sempre sudditi, la cittadinanza perchè non sapeva chi fossero i nostri politici più in vista... una follia bella e buona perchè quanti italioti li conoscono? Quanti conoscono l'art. 95 della Costituzione? Ben pochi, in paricolare nelle nuove genrazioni.. quindi che si fa? Gli si leva la cittadinanza anche a loro? A differenza di noi che, anche se non sappiamo un ben niente di queste cose, non corriamo molti rischi.... lui si, rischia l'espulsione.
Leggetevi l'articolo è illuminante di come un paese, che ha rinunciato ad avere un futuro, ha un estremo bisogno di idee, persone e braccia fresche per un piglio puramente, e stupidamente, burocratico (indotto dalla legge sulla cittadinanza combinata con quella sull'immigrazione) rinunci a futuri cittadini che non delinquono ma lavorano onestamente, pagano le tase e i contributi contribuendo all'economia....
dal Fatto quotidiano del 19/7/2013 a firma di T. Mackinson
“Non conosce Berlusconi, Grillo e Casini”. E la Questura gli nega la cittadinanza
Se li conosci li eviti, se non li conosci rischi l’espulsione. Così insegna la storia di Addai, un ghanese che ha tutti i requisiti ma non ottiene la cittadinanza italiana perché non sa chi siano Alfano, Berlusconi, Casini. E a dirla tutta, neppure Grillo, Di Pietro, etc… Mentre il governo Letta e tutti noi siamo costretti a mandar giù le battute razziste di Calderoli e improbabili autoassoluzioni di Alfano sullo scandalo kazako, l’Italia cambia idea sull’immigrazione: la cittadinanza si ottiene grazie allo “ius partiti”. Non è uno scherzo, è successo davvero. Lo rivela il surreale e kafkiano parere con cui l’Ufficio Immigrazione della Questura di Pordenone, lo scorso gennaio, ha addotto quelle motivazioni per negare la naturalizzazione di un immigrato che – altra colpa grave – “conosceva i nomi di Monti e Napolitano, ma non di Ciampi”. Il solerte funzionario non ha dubbi: respinto. La relazione, trasmessa alla Prefettura perché finisca al Ministero dell’Interno, mette fine alle speranze di Addai Richie Akoto, operaio, padre di quattro figli in Italia da 16 anni.
Lo incontriamo a Pordenone, scopre da noi la brutta notizia. La famiglia gli si stringe attorno. A sentire tutta la storia non ci sono dubbi, è un perseguitato politico. Ma non dalle autorità del Ghana, da cui è scappato nel 1997 passando per la frontiera di Ventimiglia quanto da quei politici che distrattamente vede in tv. Il rapporto, che è un atto interno, riporta un casellario giudiziale intonso, un quadro sociale sereno. Vive in appartamento “per il quale versa un affitto di 650 euro” con tre figli e la moglie, tutti cittadini stranieri regolarmente soggiornanti. Versa anche 180 euro al mese per la stanza della figlia che frequenta Geologia a Trieste. Quei soldi Addai se li suda e lo zelante estensore lo scrive pure: dal 2004 è assunto a tempo indeterminato all’Electrolux di Porcia, cuore industriale di Pordenone alle prese con 150 esuberi e con cassa e mobilità in scadenza a fine mese. Se perde il posto, lui rischia l’espulsione con tutta la famiglia. Non conta. Il dirigente vuole invece accertare, come impone la legge, il suo livello di preparazione linguistica e culturale. Addai parla e legge l’italiano e “comprende anche le parole più complesse”. Evviva, e allora? “Tuttavia ha una conoscenza storica, geografica e delle Istituzioni del nostro paese non sufficiente, confusa e lacunosa”. Che avrà mai detto? Non ricorda le date delle feste nazionali, confonde quella della Repubblica con l’Unità d’Italia (istituita appena due anni fa e ignota ai più, ndr), i relativi periodi storici ed “afferma che Garibaldi era prima un politico e poi uno scrittore, senza essere in grado di dare la risposta esatta”. Alt, parentesi: sul politico si può discutere, ma non c’è dubbio che abbia scritto poemi, lettere, memorie e trattati. Il meglio arriva ora: “Quanto alle istituzioni conosce i nomi di Napolitano e Monti, ma non di Ciampi e neppure la durata in carica del presidente della Repubblica che indica a vita”. Il doppio settennato di Napolitano, in realtà, sembra anche dargli ragione.
Ed ecco il brivido vero: “Conosce il Parlamento e le due camere, (..) alcuni partiti principali, ma ha sbagliato i leader del Pdl, non conosce Grillo né Casini e Di Pietro”. Inaccettabile: “si esprime parere sfavorevole”. Così un dirigente ha deciso il destino di un aspirante italiano e chissà quanti altri. Almeno fino a luglio, quando il Ministero è ricorso a più miti consigli, anche grazie a un’interrogazione parlamentare di Sel sull’anomala parsimonia nelle concessioni. La legge sulla cittadinanza (L.91/1992) e la circolare con le procedure di concessione fanno riferimento a “principi fondamentali cui si ispira il nostro ordinamento”. Qualcuno qui, ma forse anche altrove, fa a modo suo, assumendo che esponenti dei partiti (e non delle istituzioni) siano parte dell’ordinamento. E che l’infausto destino dei cittadini italiani sia di doverli conoscere uno per uno. Piccola annotazione per chi si chiedesse cosa abbia mai fatto Addai in questi 16 anni e se sia stato sulla luna per non sapere chi sono Alfano, Casini&co. No, ha lavorato in fabbrica, mantenuto cinque persone e si e’ adoperato nella comunita’ di immigrati come presidente dell’associazione “Ashanti” per raccogliere fondi con cui acquistare materassi, beni essenziali e tutto quelli che manca ai bimbi dell’omonima regione (e povera) regione ghanese. Postilla: con la terzogenita Jonaqline, quarta liceo, siamo andati a fare le stesse domande rivolte al padre ai residenti italiani. Il risultato, date un occhio al video (l'ho trovate sul sito), è esilarante. E ora, chi si prende la briga di revocare loro la cittadinanza?
p.s.
buona lettura e buona domenica...

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