di Lavoce.info | 19 luglio 2014
"La
crisi economica del nostro paese trova origine anche in una filosofia
di vita che porta gli italiani a privilegiare il buon vivere rispetto
al lavoro? Un confronto tra i primi risultati che emergono da google.it
e da google.com fa nascere il sospetto che non si tratti solo di un
luogo comune.
di Nicola Persico* (lavoce.info)"
Gli italiani e la bella vita
L’economia
italiana, lo sappiamo, cresce poco o niente da circa vent’anni. Sul
perché si è discusso tanto, arrivando a valide spiegazioni: il vasto
debito pubblico che necessita una tassazione punitiva; la rigidità del
mercato del lavoro; una burocrazia asfissiante; e così via. Un’intera
generazione di giovani ne ha pagato (e continuerà a pagarne) le
conseguenze.
Il pessimismo è condiviso da molti, ma non da tutti. I
paladini della “decrescita” sottolineano i lati negativi della crescita
economica: l’eccessiva attenzione alla produttività a esclusione dei
rapporti umani, la alienazione del lavoro, il rompersi di legami e
tradizioni passate, l’insostenibilità ecologica del nostro modello
economico. Secondo loro, la qualità della vitanon è pienamente
rappresentabile dal prodotto interno lordo; la disoccupazione può
altresì vedersi come tempo libero; e, insomma, non è una tragedia se il Pil non cresce.
Per
quel poco o tanto che conosco gli italiani, mi sembra che questa
seconda prospettiva non sia fra di noi rara. Quando sono in Italia mi
capita spesso di sentirmi dire “sì, il lavoro è importante, ma ricordati
che si lavora per vivere, non si vive per lavorare”. Questo discorso
in America non viene fatto, tant’è che l’espressione corrispondente in
inglese non l’ho mai sentita.
Se è vero che gli italiani ricercano
meno il successo economico personale e sono più interessati alla qualità
della vita, allora forse si comincia a capire come mai possiamo avere
il 40 per cento di disoccupazione giovanile senza che scoppi la
rivoluzione per le strade – cosa di cui gli americani non si capacitano.
Ma è proprio vero che gli italiani aspirano a qualcosa di diverso
rispetto al resto del mondo?
Googlare l’alfabeto
Per
rispondere a questa domanda vi propongo un’analisi pop, leggera per
l’estate: un confronto fra l’output dei motori di ricerca google.it (la
versione italiana) e google.com (la
versione internazionale con enfasi sugli Usa). L’idea è che i
risultati dei due motori di ricerca riflettano, a grandi linee, ciò che
è più popolare nelle due comunità, italiana e internazionale. Una
delle possibili fonti di errore in questa analisi è che i risultati di
google sono ordinati (anche) per maggior somiglianza alla ricerca
effettuata. Ne consegue che, facendo una ricerca per lettera, come mi
appresto a fare, i primi risultati saranno quelli che presentano la
maggior corrispondenza con la singola lettera (e non le parole più
popolari che iniziano con quella lettera).
Il metodo di ricerca: in
ognuno dei due motori di ricerca imposto una ricerca per ogni lettera
dell’alfabeto (prima la A, poi la B, e così via) Poi seleziono il primo
risultato proposto dal motore. Se è lo stesso in tutti e due i motori
non lo registro – così per esempio non registro i risultati della
ricerca per la lettera C perché entrambi danno come primo risultato il
linguaggio di programmazione C. Ometto anche quelle lettere i cui primi
risultati, sebbene diversi fra i due motori, non mi pare illustrino una
differenza interessante: la G, per esempio, in google.it
restituisce “grammo” e in .com ritorna “gmail”, una differenza
difficilmente interpretabile. Fatta questa scrematura, ecco i confronti
residui che mi paiono interessanti.
Partiamo dalle lettere A e B. In
Google Italia sono, e ce lo potevamo aspettare, la serie A e B di
calcio. In Google.com invece sono l’algoritmo di programmazione A* di
computer e la rivista accademica “Physical Review B.” Ci dice qualcosa
su cosa gli italiani ricercano rispetto agli americani? Secondo me, sì.
Sulla
stessa linea, infatti, troviamo i risultati per la lettera D:
google.it ci restituisce “D Repubblica: consigli moda e bellezza,
segreti su amore, sesso, vita di coppia e famiglia, ricette di cucina e
news su arredamento, casa e design”. Invece google.com rimanda a un
linguaggio di programmazione informatica (chiamato appunto “D”). Tutto
ciò sembra confermare che le ricerche degli italiani sul web sono
focalizzate sul “leisure”, quelle degli americani sul “work”.
Per la
lettera “I” google.it offre “I borghi più belli d’Italia”, mentre
google.com restituisce “I”, il soggetto di prima persona singolare
nella lingua inglese. Si può leggere qui una maggiore attenzione alla
qualità della vita in Italia, e in America al contrario un maggiore
focus sull’ego? Decidete voi. Se sì, allora siamo 3-0 per l’ipotesi che
stiamo verificando.
La lettera L è significativa: da google.it
emerge l’ideologia di sinistra (L’Unità); capitalismo invece in
google.com (con la multinazionale L’Oreal). Un contrasto simile si
trova alla lettera P. Google.com indica il codice di borsa della
compagnia Pandora Media. Google.it, incredibilmente, dà come primo
risultato l’emoticonperché incluso nel link “Guarda il video
«Educazione sessuale a scuola in Giappone :P»”. Insomma, sembra proprio
che i risultati in google.it siano meno orientati alla sfera del
lavoro e più a quella del sociale (se vogliamo classificare il video di
educazione sessuale a scuola in Giappone come appartenente alla sfera
del sociale).
La lettera N in google.it restituisce come primo
risultato “Decreto ministeriale 5 febbraio 2014 n. 85. Modalità e
contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea e laurea
magistrale a ciclo unico ad accesso programmato a livello nazionale
a.a. 2014-15”.Burocrazia, ma quanto ci ossessioni? In google.com invece
troviamo, più piacevolmente, N+, un gioco di computer con personaggi
ninjia. Anche questo mi sembra dare un’idea della differenza fra la
vita in Italia e negli Stati Uniti.
La ricerca per la lettera S in
google.it rimanda a un’auto di lusso, il modello S della Tesla.
Google.com invece restituisce @S, la handle di Twitter che dà le più
recenti news scientifiche. Che gli italiani siano interessati ai motori
non è una novità, è più sorprendente, almeno per me, che gli americani
si occupino di scienza. Infine, la lettera V restituisce su google.it
un periodo storico, il “Quinto secolo” e su google.com “v/”, una
chatroom dedicata alla discussione di videogame.
In conclusione,
questa ricerca altamente non-scientifica conferma il pregiudizio
iniziale. Gli italiani si interessano di temi legati alla qualità della
vita, alla sfera del sociale e al consumo: automobili, borghi
d’Italia, storia, calcio, segreti su amore e sesso. E poi, giocoforza,
burocrazia. Gli americani, o comunque chi utilizza la versione
“internazionale” di google, ricerca invece temi legati alla sfera del
lavoro: linguaggi di programmazione software, quotazioni di borsa,
ricerca scientifica. E videogiochi.
Possiamo concludere che gli
italiani vogliono qualcosa di diverso dagli americani? Non con
certezza. Però il confronto è divertente; fatelo anche voi e fatemi
sapere cosa trovate.
*Ha ottenuto il PhD. in Economics alla
Northwestern University. Ha insegnato alla University of California Los
Angeles (UCLA), alla University of Pennsylvania, e alla New York
University, prima di ritornare alla Northwestern University nella
Kellogg School of Business. E’ Research Associate per il National Bureau
of Economic Research (NBER) e Honorary Fellow del Collegio Carlo
Alberto. Ha pubblicato numerosi articoli presso le maggiori riviste
scientifiche internazionali. I suoi interessi scientifici riguardano la
Political Economy (l’economia della politica), Legge ed Economia,
Criminologia, e la teoria economica. Redattore de lavoce.info.
p.s.
commenti? Buona domenica
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