Fonte: Il Fatto Quotidiano del 12/ 2 / 2015
L’Italia crolla nella classifica mondiale della libertà di stampa, realizzata come ogni anno da Reporter senza frontiere. Nel 2014 scendiamo al 73esimo posto, tra la Moldavia e il Nicaragua,
perdendo ben 24 posizioni dall’anno precedente. La ragione, secondo il
rapporto di Rsf pubblicato oggi, sono le sempre più frequenti intimidazioni
che i giornalisti subiscono, da parte da parte di organizzazioni
criminali e non solo. “La situazione dei giornalisti è peggiorata
nettamente nel 2014″, si legge nel report, “con un grande incremento di
attacchi alle loro proprietà, specie le automobili”. Rsf conta 43 casi
di aggressione fisica e 7 casi di incendi ad abitazioni e vetture solo
nei primi dieci mesi dell’anno. Ma non è solo la violenza fisica a
limitare la libertà d’informazione nel nostro Paese. Il rapporto conta
129 cause di diffamazione “ingiustificate” contro i
cronisti, sempre nei primi 10 mesi del 2014, mentre nel 2013 il dato si
era fermato a 84. La maggior parte delle cause di questo tipo sono
intentate da personaggi politici, e “costrituiscono una forma di censura“. I ricercatori citano la mafia italiana tra gli “agenti non statali” che soffocano l’informazione, insieme all’Isis, Boko Haram e ai cartelli della droga latinoamericani.
In generale, il World Press Freedom Index
segna un peggioramento globale nel 2014: “Sotto attacco dalle guerre,
dalle crescenti minacce di agenti non statali, da violenze durante
manifestazioni e dalla crisi economica, la libertà dei media è in
ritirata in tutti e cinque i continenti”, si legge nel report. In cima
alla classifica della libertà d’informazione si accomodano, come di
consueto, i paesi nordici: prima la Finlandia, seguita da Norvegia e Svezia. In fondo, anche qui senza sorprese, Turkmenistan, Corea del Nord e, fanalino di coda, l’Eritrea. La Francia guadagna una posizione fino al 38° posto, gli Usa ne perdono tre e vanno al 49°, il Giappone ne perde due e scende al 61°. Da segnalare il balzo in avanti del Brasile, che guadagna 12 posizioni e sale al 99° posto. Tra le altre nuove potenze, la Russia
perde ulteriori 4 posizioni e scende al 152° posto, cioè nella fascia
bassissima della classifica che contempla 180 posizioni in totale. Ma
sempre meglio della Cina, che riesce a perdere una posizione sprofondando al posto numero 176. Stabile l’Iran al 176° posto.
Il
peggioramento globale è “incontestabile”, scrivono i ricercatori di
Rsf, che dal 2002 elaborano la classifica in base a una griglia di
criteri che vanno dal pluralismo al numero di abusi e aggressioni ai
danni della stampa registrati in un determinato Paese. “Nel 2014 c’è
stata una drastica caduta della libertà d’informazione. Due terzi dei
180 Paesi censiti hanno avuto un risultato peggiore rispetto all’anno
scorso”.
Tornando all’Italia, Rsf cita l’organizzazione Ossigeno per l’Informazione, che nel 2014 ha conteggiato 421 minacce a giornalisti,
con un aumento del 10% rispetto al 2013. “Le minacce di morte sono
comuni e sono di solito recapitate sotto forma di lettere o simboli,
come croci dipinte sulle automobili dei cronisti o proiettili inviati
via posta”. Tra i casi citati, quello di Guido Scarpino del Garantista,
la cui auto è stata data alle fiamme in provincia di Cosenz, “una
roccaforte della ‘ndrangheta”. L’organizzazione criminale calabrese è
annoverata da Reporter senza forntiere tra i “predatori della libertà di
stampa”.
p.s.
ehm.... W la libertà; anche laddove
asservita, in seguito al finanziamento pubblico all'editoria, non fa il
suo mestiere ma si adegua.
p.s.
il giornale ha pubblicato anche due diagrammi che invito a legere cliccando qui F.Q.
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