visto su 28/06/2015 di triskel182
Da
dove viene il segnale d’allarme, da Ventimiglia o dalla Tunisia? Io
credo da Ventimiglia e ne ho paura. Sento le ragionevoli obiezioni.
Ventimiglia è una indecente ma anche stupida storia di pace. L’attacco
in Tunisia è un episodio della guerra feroce del Califfato contro
l’Occidente, cioè contro tutti noi.Propongo di rovesciare la portata e
il pericolo dei due casi. NON
ESISTE al mondo terrorismo che non sia stato sconfitto, anche se ha
lasciato impronte spaventose.E a meno che sia ancora coperto da segreto.
In questi giorni, due gruppi di notizie stanno occupando un solo
giornale in Italia (il Fatto Quotidiano)e un solo giornale in Usa (il
New York Times).
Il
Fatto, come sapete, è impegnato a pubblicare ciò che sapeva e che ha
detto ai giudici di Palermo l’ambasciatore Fulci, che non si lascia
intimidire dall’alta
carica di manager privato (presidente della Ferrero) che occupa adesso
e che di solito suggerisce benevole e gentili dimenticanze. Fulci
racconta di una mai chiarita vicenda terroristica italiana detta
“Falange armata”, legata a una mai chiarita “Gladio”, e spiega le
ramificazioni di un’area sommersa e non piccola della vita violenta
italiana con aspetti e fili e legami del potere formale. A quel t e m p o
( A n n i 7 0 ) all’ambasciatore era stato
richiesto di sospendere i suoi impegni internazionali per coordinare,
in Italia, quello sciame di organizzazioni interne italiane
chechiamiamo“iServizi”.Ciòche Fulci sta dicendo con chiarezza adesso
(perché adesso gli viene chiesto al processo sulla trattativa
Stato-mafia) dimostra la vastità e la potenza (non il complotto
presunto, ma la realtà accertata di un potere che non è né quello eletto
né quello delle istituzioni, una sorta di vasto fronte perennemente
aperto che dispone di una agile capacità di cambiare obiettivi o di far
credere così. Il
New York Times il 25 giugno ha stupito i suoi lettori con questo
titolo:“Gli estremisti di casa nostra uccidono, negli Stati Uniti, molto
più dei jihadisti”. Lo spunto per quell’articolo (sorprendente per
coloro che non seguono il fenomeno a
tempo pieno) è la strage avvenuta nei giorni scorsi a Charleston
(South Carolina ) opera di un “suprematista” bianco. L’articolo
dimostra,a partire dalle stragi di movimenti identitari, razzisti e
cristiani della seconda metà del Novecento (il fatto più grave e più
noto l’esplosione, in orario di lavoro, del Palazzo federale di
Oklahoma City, con centinaia di vittime, tra cui i bambini della scuola
materna che era ospitata in quell’edificio) che la quantità di atti
terroristici di americani contro americani, e il numero delle vittime,
hanno sicuramente superato (con un andamento continuativo) ogni
minaccia esterna. E che gli attentati di terroristi “cristiani” con
motivazioni razziali o religiose (ovvero contro neri, ebrei,
protestanti “liberal”) sono un dato dominante della criminalità
politica Usa (si pensi
alla catena di omicidi e attentati contro i medici abortisti).
Ricordare le vicende razziali-religiose americane può essere utile a
capire perché Obama rifiuta l’idea di affrontare la nuova violenza
islamica con la guerra poiché è evidente che moltiplicherebbe le guerre
in corso. Le
vicend “Falange armata” e “Gladio”, inserite da una voce autorevole
nella trattativa Stato-mafia, dimostra a noi italiani che stiamo vivendo
contestualmente due tragedie che ci stanno tendendo trappole e pericoli ben più grandi del Califfato e delle sue ricorrenti e disumane esibizioni di terrore.
(Articolo intero è sul Il Fatto Quotidiano di oggi)
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