19/07/2016 di triskel182
Due
protagonisti della politica contemporanea hanno insegnato qualcosa di
nuovo al mondo: una guerra, anche se annunciata con stentorea
drammaticità e giustificata con eventi gravissimi che stanno per
accadere, può essere falsa. Falsa perchè la guerra annunciata è del
tutto sconnessa con gli eventi denunciati. È qualcosa di recente e
disastroso: la guerra prima voluta, poi raccomandata, poi raccontata
come inevitabile e poi realizzata dal presidente americano George W.
Bush e dal Primo ministro inglese Tony Blair. Soltanto un politico
italiano, Marco Pannella, ha notato e denunciato con forza la
sconnessione tra realtà e guerra.
A distanza di anni gli inglesi
si sono ricordati di due cose: Tony Blair, da primo ministro ha mentito
al suo Parlamento. Di qui un’inchiesta che resterà storica perchè mai
avvenuta prima. Blair, ancora in giro a godersi i privilegi della sua
guerra falsa, è stato raggiunto da una accurata ricostruzione degli
eventi, risultato del lungo lavoro (7 anni) e grande costo (10 milioni
di sterline) di un’autorevolissima Commissione di revisione dei fatti. È
abbastanza probabile che a questa “revisione dei fatti” seguirà un
giudizio sulla responsabilità di chi ha fatto morire i suoi soldati in
una guerra falsa. Il fatto sarà ancora più nuovo nella storia, perchè
di solito alla fine di una guerra viene processato soltanto il perdente
. E lo sarà perchè, per merito di Pannella, che purtroppo non è qui a
vedere l’esito di un suo impegno appassionato, è venuta meno la
tradizionale contrapposizione tra guerra, come strumento di realismo
civile, e pacifismo come pratica di dovere morale, senza guardare al
che cosa accade davvero. Ma c’è una ragione in più, mai comparsa nei
dibattiti sulle guerre, e ben presente in quel grido “Iraq libero” con
cui i Radicali di allora concludevano i loro incontri: la guerra è
diventata troppo potente, tecnicamente, perchè sia possibile
controllarla. O si finisce prima, e allora segue la lunga agonia
terroristica che ci sta tormentando adesso. O si va fino in fondo, e si
distrugge il mondo, secondo una logica che riguarda i nuovi armamenti,
ma non gli esseri umani. Ecco, la lezione è chiara, ma chi la studia?
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 18/07/2016.
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ma
non sarà mai abbastanza il prezzo che pagheranno perchè, oltre ai
milioni di morti che ci sono stati nel frattempo, l'odore di guerra è
molto forte: è di questi giorni l'accordo fra UE e NATO (qui ----> un
articolo sul 'IL POST'
sulla materia) per 'frenare l'aggressività della Russia (...)' in
realtà si mette in atto l'ennesima provocazione ai confini russi...... i
quali russi non so fino a che punto eviteranno di rispondervi e da quel
che si legge in rete a quei confini la tensione è già ai livelli
massimi. Ma le ragioni non sono solo 'politiche (la debolezza europea è
nota)' ma anche economiche: la Russia in Siria sta vincendo e il Daesh è
in ritirata mentre gli occidentali, fra un golpe fallito in Turchia e
nessuna leadership seria all'orizzonte, ondeggiano come sempre fra
l'opportunismo, tutto italiano, e il realismo al ribasso del premio
nobel per la pace Obama non sembra aver ben chiaro a quali rischi si sta
esponendo: da un lato la radicalizzazione dei giovani, immigrati e non
(basterebbe conoscere Toynbee, che ben analizzò i trend che sarebbero
scaturiti dall'evoluzione del mediororiente), al terrorismo casalingo al
giocare a stranamore negli scenari mediorientali (dove gli utili idioti
da usare contro il satrapo - spesso messo lì proprio dagli occidentali -
sempre ti si rivoltano contro.. sempre più spesso) senza perdere di
vista le lobby economiche e finanziarie che sempre più mal sopportano
zone lobby-free..... insomma spira un fortissimo vento di guerra e,
temo, che non mancherà molto prima che qualcuno, rimasto con il cerino
acceso in mano, lo butti nella benzina. Non serve che paghino i vari
Bush, Blair e i loro corifei.. è sempre troppo poco perchè in realtà
anche loro sono burattini: come sempre il problema sono i burattinai...
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.. per non dimenticare, mai.....
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