Un grande economista italiano, Federico Caffè, di cui ricorrono i 30 anni dalla scomparsa,
da europeista convinto, era molto timoroso di un marco molto (troppo)
forte. A quell’epoca nessuno aveva argomenti per tacciarlo di populismo,
anche per via di un certo bon ton istituzionale che oggi è cosa assai
rara. Al di là se le tesi di Caffè fossero o meno pertinenti o se le
sue ricette oggi siano ancora applicabili, c’è un elemento che potrebbe
essere utile alla crisi greca, e quindi europea. L’elemento dell’uomo.
Caffè auspicava un sistema economico che tenesse conto, non tanto dei numeri (leggi “della moneta”), quanto dell’uomo (leggi “popolazione”).
Certo, poi si scagliava contro il neo liberismo e a favore dello Stato
come unico strumento indispensabile per la coesione e la crescita
sociale, passaggio da cui personalmente e con molta umiltà dissento. Ma
non è questo il punto. Ciò che conta della lezione di Caffè è il
concetto di uomo, ovvero di una società che per non morire deve
recuperare l’antropocentrismo e metterlo al centro,
dove oggi invece c’è solo la moneta. Quel dato, circa la supremazia
incontrastata di una moneta (e solo quella) va posto accanto ad un altro
elemento altrettanto importante: il disagio sociale
che, all’indomani del boom del secolo breve che ha portato in tutti i
continenti un maggiore benessere, una miglior performance relativa alla
povertà nel mondo, e anche una grandissima bolla, sfoga le proprie ansie da globalizzazione
con una condivisibile paura. Vallo a spiegare all’agricoltore greco
zavorrato da tre tagli a stipendi, pensioni e indennità che la riforma
del settore serve anche per tentare di rimettere in piedi un paese che,
proprio in quel campo, potrebbe essere leader per il solo fatto che
quella è la sua vocazione primaria, accanto al turismo.
Ma agli agricoltori greci
nessuno ha pensato di spiegare, con autorevolezza e nel merito, come
si intende migliorare il comparto, quali riforme lungimiranti
applicare, con quali benefici e con quali sforzi nel breve-medio periodo.
Si è detto loro, e a scatola chiusa, semplicemente che bisogna mettere
le mani in tasca e pagare più tasse, avere meno diritti, e rientrare
nei parametri della Troika.
Mi preme qui sottolineare con la
matita blu un aspetto: non è ammissibile in nessun paese, men che meno
in Grecia e nel settimo anno di crisi e di recessione ellenica, che le
forze speciali dei Mat siano inviate a manganellare cittadini che
scendono in piazza per protestare e manifestare legittimamente;
non è ammissibile che mentre il 52% dei greci impegnati nel settore
privato guadagnano meno di 700 euro al mese, la casta si voti un taglio
delle tasse nel silenzio tragico dei media, tanto greci quanto
europei; non è ammissibile che mentre le imprese edili scommettono sul
nero assumendo cittadini extra Schengen a 500 euro al
mese grazie ai cavilli dei trattati e licenziando greci che ne
guadagnavano il triplo, la classe dirigente non sia in grado di avere
una idea fattibile e presentabile che, ad esempio, migliori l’offerta
turistica destagionalizzata.
Ecco, quella scena che ha immortalato un agricoltore manganellato e strattonato in piazza Syntagma
da 4 agenti dei Mat mi ha fatto molto male. Forse più dei quattro
memorandum che stanno affondando la Grecia, perché viene dall’interno
come un Efialte qualsiasi. Non sono quei cittadini la causa principale
dei mali ellenici, forse sono stati complici secondari, ma questo è un
altro capitolo. I furfanti veri, quelli della Lista Lagarde, quelli che hanno rubato mentre in galera c’è finito solo l’ex ministro Akis Tzogatzopoulos,
quelli che hanno regalato milioni di euro per gli espropri stradali,
quelli che hanno abolito il concetto di concorrenza, quelli che sedevano
ai cafeneia di Kolonaki e poi hanno
fatto i ministri senza uno straccio di curriculum, quelli che
truffavano lo Stato sui carichi di petrolio e cotone, perché sono a piede libero? Lì, in quella discarica sociale di illegalità dovrebbero essere spediti i Mat.
E invece nella Grecia che spende ancora il 2,36% del Pil
per la difesa (in ambito Nato solo gli Usa investono di più, con il
3,6%) i Mat sono stati utilizzati in maniera bipartisan per arrestare Kostas Vaxevanis,
il giornalista che pubblicò i nomi della Lista Lagarde e per picchiare
gli agricoltori che, scioccati da una crisi che non ha fine,
chiedevano di parlare con il ministro alla presenza delle televisioni.
Cosa che il ministro in questione non ha accettato.
Altro che
streaming, in Grecia il baricentro del default è ancora in quell’agorà
che ha dato i natali al mondo. E da cui l’antropos continua a invocare
le proprie ragioni, mentre lo Stato non solo non ascolta ma sceglie la
strada della repressione, in perfetto stile Erdogan.
twitter@FDepalo
il
punto è che lor signori son sicuri di rimanere dove sono, basato sul
semplice presupposto che siamo sempre nel migliore dei mondi possibili,
che non vedono il seme che ha gettato e che gli sta germogliando fra i
piedi!!!

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