lunedì 28 gennaio 2008

Giornata della memoria: ce ne vorrebbe una per ogni massacro fatto nella storia

ci ho pensato molto prima di scriverci sopra. E' un'argomento attuale, (in tempi di vergognosi rigurgiti di antisemitismo) che implica scelte di valore e idee che fanno a volte a pugni con le proprie credenze ed evidenze e, avolte, ti trovi a dover camminare sempre sul filo che divide fra l'accusa di antisemitismo (accusa a volte usata per zittire le critiche alle scelte, spesso discutibilissime non del popolo ebreo ma dello Stato israeliano che non è composto "solo" da ebrei) e il ragionamento asettico che mira ad abbracciare l'intero arco storico della storia degli spargimenti di sangue messi in atto in nome di qualcosa che nulla aveva a che vedere con la persona dei perseguita ma molto con l'imposizione del proprio sistema di potere e imperialismo, e mentre, invece, vorresti semplicemente dire la tua al di là delle comuni espressioni usate di solito in questi casi ti viene l'orrore nel pensare che l'attuale sistemazione politica e filosofica di quella parte del pianeta che oggi c'è dietro la definizione di "Occidente", di crimini contro l'umanità ne ha commessi a iosa e anche per motivi futili e non giustificabili agli occhi di un'osservatore non acritico (è impossibile) ma almeno che cerca di non esserne coinvolto nell'osservarli. La Shoah, innanzitutto, è stata una cosa orrenda, una barbarie, una massacro senza ragione che solo un'ideologia perversa e autodistruttiva poteva mettere in atto: soprattutto perchè si cercava di riempeire dando in pasto alle persone il "mostro" per fargli dimenticare le rtasche vuote e fargli perdere di vista l'intento finale di costruire un regno del terrore sull'intro pianeta che, se avessero vinto (e meno male che non è stato così), avrebbe visto l'intero pianeta asservito alle esigenze di una razza malata e folle di una elitè che li avrebbe schiavizzati e sfruttati a proprio piacimento senza nessuna remora morale. E' avvenuta a danno di innocenti, di persone che non avevano fatto alcun male e che avevano solo il problema di essere messi all'indice da un pazzo scatenato che si era tirato dietro un'intero popolo. Le democrazie, allora ma anche oggi stanno in certi casi commettendo lo stesso errore, hanno un'angolo buio della loro storia perchè "sapevano" che l'Olocausto era in corso e nulla hanno fatto per evitarlo, anzi ci furono casi (come la nave di ebrei che furono rifiutati dagli USA ma anche da altri paesi) in cui dimostrarono la pavidità e il menfreghismo ma anche il calcolo opportunistico; responsabilità storiche c'è l'ha anche la Cristianità nel suo generale che ha aditato gli ebrei come il popolo che uccise il Cristo (popolo maledetto ecc.) e alimentava pogrom e persecuzioni contro di loro (salvo servirsene quando servivano prestiti e altro). Però la storia dell'Olocausto non è solo fatta dal massacro di ebrei ma anche dal massacro di tanti che insieme agli ebrei furono uccisi nei campi di sterminio e che non vengono ricordati: sono forse di serie B? Capisco l'accento posto sugli uni, perchè furono il gruppo più numeroso, ma insieme ad essi c'erano: rom, gay, antinazisti e antifascisti, testimoni di geova, ecc. insomma una umanità che spesso viene misconosciuta e dimenticata. La civiltà occidentale è cresciuta sui massacri: da quelli perpetrati dai Romani a quelli nei confronti dei indios e degli indiani d'america; una scia di sangue lunghissima quanto la storia che tende, però, a dimenticare autoassolvendosi ed evitando di giudicarsi per quello che è e per le responsabilità che ha nei confronti dei popoli che coinvolto nella propria vicenda storica travagliata già di suo dai contorcimenti fra creazone di stati nazionali, influenze estere ecc. Ecco il punto: la memoria. E' essa che ci dovrebbe contraddistinguere dagli incivili e iliberali odierni; invece a seconda delle contingenze storiche e politiche la "usiamo" per porre l'accento su un'aspetto di essa e non sulla sua interezza perchè sennò dovrebbe ricordarci che non siamo migliori di chi additiamo come il male e che anzi spesso in passato ci siamo comportati peggio molto peggio e non ci siamo mai posti il problema di chiedere scusa e cercare di riparare il danno fatto determinando la quasi sparizione di popolazioni che con i cosiddetti valori occidentali, di cui ci facciamo scudo oggi ritenendoci migliori, poco o nulla hanno a che fare (e anzi non ci hanno nemmeno invitato) contro cui abbiamo emesso emettiamo un giudizio di valore. Si è vero ci vuole un giorno della memoria che ricordi la Shoah ma anche ricordi i precedenti e, anche se non sullo stesso piano, quelli di cui si è persa traccia nelle memoria collettiva: solo se ricordiamo chi siamo potremo evitare, forse, (anche se ho molti dubbi in merito) di farne di futuri e imparare che siamo stati nei sentimenti spesso samaritani ma ancora più spesso siamo stati dei ladroni della peggiore specie...................

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