lunedì 21 gennaio 2008

Venti di crisi al Forum di Davos: siamo al che fare?

Sta per cominciare a Davos il Forum dove vengono decisi i destini dell'economia planetaria nei prossimi mesi e riveste particolare importanza soprattutto ora dato che siamo in vista di una recessione proveniente dagli USA (nonostante ciò i signori della finanza anche in tempo di crisi provocata dalle loro speculazioni che hanno aperto buchi catastrofici nelle banche che dovevano gestire facendole, in certi casi, quasi fallire si sono staccati assegni di utili stratosferici lasciando agli azionisti il compito di pagare il conto mentre il costo ultimo di questo circo andrà tutto sulle spalle dei consumatori) e provocata da un lato dall'estrema volatilità delle Borse finanziarie dall'altro dall'allegra gestione degli strumenti finanziari, in particolare dei subprime che stanno spingendo sul lastrico tante famiglie italiane, ma non solo, che non sono più in grado di pagare mutui con rate astronomiche. Un'altro problema che sta emergendo sono anche gli strumenti finanziari che molti Enti locali stanno usando per trovare soldi e che presentando le stesse caratteristiche dei subprime c'è da scommertterci, quando scoppierà anche questo bubbone, andranno in dissesto finanziario e costringeranno i cittadini a sborsare moneta per coprire i buchi. Per anni il liberismo, spinto dall'ideologismo della scuola di Chicago, ha eliminato, o spinto ad eliminare, barriere e leggi in nome della libera circolazione delle merci e dei soldi (creando laddove richiesto dalle contingenze politiche anche enormi sperequazioni sociali ed economiche), e per farlo si è anche ricorso a vedere con avore colpi di stato. Ora sembra invece che la corrente d'aria stia cambiando e si vada verso una richiesta di segno opposto: si chiede ai Governi di cambiare rotta e immettere controlli e norme stringenti. Ma quali sono i veri motivi? In realtà i signori della finanza, che a Davos sono presenti in forze (insieme a politici altra umanità varia fra cui quest'anno anche alcune associazioni no global che sono state integrate per consentire acostoro di rifarsi la verginità perduta) sono premuti non tanto dalla preoccupazione per le sorti delle famiglie e dei comuni mortali quanto dai loro profitti (ossia dai nuovi campi da "arare" in vista di ulteriori profitti, uno di essi è l'oro blu ossia l'acqua che pur se dai discorsi che si fanno li fann sembrare persone ragionevoli in realtà costoro hanno l'unico problema di guadagnare spremendo utili e spendendo sempre meno in modo da socializzare le eventuali perdite doveute anche a proteste popolari o cambi di maggioranza) minacciati dall'aggressività delle tigri asiatiche che sono presenti in forze dovunque ormai e acquistano sempre maggiori fette di mercato a danno dei primi figli di economie mature ed ora anche in crisi; quindi urge aiuto di Stato mandando a farsi benedire i principi sacri del lberismo e i suoi corollari. Se guardiamo storicamente il processo è sempre avvenuto così: il liberismo in tempi di vacche grasse è abilissimo a strepitare per chiedere minori controlli mentre in tempi vacche magre è assolutamente incapace di proporre valide alternative e tutto quello che sa fare è chiedere interventi statali di aiuto (il classico medello dello Stato bancomat) e protezionismo contro "gli aggressori" esterni che minano la democrazia e la libertà (LEGGASI I LORO PROFITTI E IL CONTROLLO DEL MERCATO E DELLE RISORSE). Quindi gli scenari da quest'anno cambieranno per quelle popolazioni ridotte alla fame nera dal liberismo? No! Accadrà solo che i lupi si saranno messi addosso la pelle dia gnello e per qualche tempo (finchè la buriana non sarà passata) si cospargeranno il capo di cenere e andranno a Canossa scalzi.............................

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