martedì 17 giugno 2008

L'Italia nella caverna di Platone

Chi conosce il mito della caverna di Platone? Dai dimostriamo che non siamo agli ultimi posti nelle classifiche internazionali per l'istruzione .... bè non sto a spiegarlo se volete ve la cercate la spiegazione. Ma la mia impressione è che il nostro paese da, almeno, 18 anni sia entrato in questa mitica caverna e sia lì fermo a guardare le immagini virtuali che gli propinano mentre le oligarchie si organizzano per perpetuare il più possibile la situazione. Con l'adozione del liberismo da parte dei governi del centro-sinistra(?) di allora il paese vi cacciato dentro e non ne è più uscito: no, non siamo in una situazione tipo "MATRIX" (anche se questo film si richiama proprio a quel mito) nè è la solita teoria del Complotto (chi urla al complotto di solito ne fa parte anche se involontariamente); nulla di tutto questo; ma la caduta della cosiddetta I° Repubblica, in seguito alla altrettanto traumatica caduta del muro di Berlino, e Tangentopoli distrusse certamente un ceto politico ma liberò anche i mostri liberisti che iniziarono la loro opera distruttiva ma per farlo dovevano avere campo libero: ed allora o ci si alleava con loro o si doveva entrare nel tunnel, caverna, e farsi rincoglionire dal film che vi veniva proiettato: ed era un film che presupponeva la completa attenzione degli astanti; era un film che aveva come attori noi cittadini e come registi le oligarchie "liberate": era saltato il "tappo" politico che le teneva ferme, così com'era fermo tutto il resto e viene messo in movimento d'un colpo. Ora il punto è: se siamo a questo punto è colpa solo di chi è fuori e gestisce l'entrata e l'uscita dalla caverna o è anche colpa di chi è dentro e trova consolatorio perdersi nel sogno e nell'evasione? Direi, personalmente, che non si può parlare di colpa per chi è dentro perchè di sicuro non ci è entrato volontariamente ma ci si è ritrovato, ma il vero problema è perchè anche quando si rende conto di dov'è fa poco o nulla per uscirne e quando ci riesce accetta pedissequamente le regole che trova fuori per la pura paura di essere "accecato" dalla luce e perdere la ragione? E qui siamo al nocciolo della questione: siamo in una vera democrazia o in un simulacro di essa dove "alcuni" sono più uguali degli altri (Orwell) oppure il mito del libero arbitrio è una realtà e allora siamo altrettanto colpevoli delle oligarchie perchè ci sta bene dove stiamo?

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