mercoledì 11 marzo 2009

Un'imperativo: meno tasse da pagare .... per chi già ne paga poche

Raggiunto uno degli obiettivi: alleggerire lo Stato. Infatti si registra uno srtiminzito +1.1% per le entrate statali. C'è però un ma: le tasse che sono drasticamente sono IRES (- 6%) mentre a salire (+6.7%) è l'Irpef; ciò significa che le società ne stanno pagando meno e che i lavoratori stanno compensandone il calo. Signifca anche che quando si dice "questa crisi è una opportunità per tutti noi" chi lo dice non pensa alla totalità dei cittadini ma ad una parte di essi: cioè chi ha modo di trarne profitto sia pagando meno tasse, sia mantenendo bassi i salari (che grazie anche alla lungimiranza di una parte del sindacato è ora molto meno difeso di prima dall'inflazione e dalla crisi), sia evadendo quello che si può evadere nel pagarle, sia disinvestendo in ricerca e sviluppo. Contemporaneamente può contare su una classe dirigente attenta moltissimo a negare investimenti sociali a chi perde lavoro mentre "dona (è proprio il caso di chiamarla così)" miliardi in grandi opere pubbliche (di cui alcune praticamente inutili se non dannose, si pensi al ponte sullo stretto di messina) e in soldi a vario titolo a chi ce li ha già contando anche sul piccolo, ma non meno importante particolare, che la maccina fiscale è fortemente inefficiente (e deponteziata visto che molti reati che prima erano penali o sono, dai vari governi succedutisi, stati resi reati amministrativi o completamente depenalizzati. insomma il liberismo nostrano è molto annacquato visto che lo è con gli altri mentre non lo è per se stesso difendendolo a denti stretti: altro che ascensore dall'alto verso il basso........

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