sabato 25 luglio 2009

Atenei promossi e bocciati: davvero sarà così?

.... e finalmente ci siamo, la riforma delle riforme anzi la madre di tutte le riforme è avviata. Dopo le scuole "inferiori (più con i tagli che con le prebende visto che le materne non ne avevano bisogno ma il problema è non alzare il livello di quelle private ma abbassare il livello appena accettabile di quelle pubbliche)" ora tocca all'Università che di per sè non ha mai brillato però era pubblica e di massa e quindi quest'aspetto salvava in positivo gli altri: non che mi piacesse l'Università parcheggio di futuri disoccupati però almeno era disoccupati non ignoranti completamente cioè qualche traccia di sè la lasciava; invece ora no. Questa "nuova" Università (che ha radici lontane sia nell'idea di deponteziarla in fieri sia di favorire la nascita di super università in stile anglosassone dove mandare i propri figli senza che si "mischino" con i pezzenti) pone e porrà vari problemi perchè anche i criteri dovrebbero essere discussi sul come sono valutate: a me pare un pò generica la cosa di dire "qualità della ricerca e della didattica dove si è tenuto conto delle valutazioni del Civr sulla qualità della ricerca in base a parametri internazionali, del numero dei ricercatori e dei docenti che hanno partecipato a progetti di ricerca italiani valutati positivamente e della capacità delle università di intercettare finanziamenti europei per la ricerca. La qualità della didattica è stata valutata in base alla percentuale dei laureati che trovano lavoro a tre anni dal conseguimento della laurea, alla capacità degli atenei di limitare il ricorso a contratti e docenti esterni evitando il proliferare di corsi ed insegnamenti non necessari e affidati a personale non di ruolo". E ancora: alla quantità di studenti che si iscrivono al secondo avendo fatto almeno i due terzi degli esami del primo anno e alla possibilità data agli studenti "di valutare attraverso un questionario la qualità della didattica e la soddisfazione per i corsi di laurea frequentati" una cosa un pò lunga per dire che chi attira fondi privati e pubblici va bene e chi no s'attacca giusto per dirne una. E la nascita dell'agenzia che valuta? Su quale base e con chi e con quali titoli? Rimane tutto un pò vago e generico a mio parere e voi che ne pensate? E i ragazzi? Che meritocrazia sarà? Chi studia di più o chi più si arruffiana i professori oppure ancora chi si fa raccomandare dal boss di turno (politico o meno che sia)? Sarà il solito criterio del chi ha competizione in sè va avanti e chi no rimane indietro? Non che non sia un criterio giusto ma è teorico e non siamo in una società che offre pari condizioni (potranno pagare le rette i figli di un'operaio metalmeccanico e magari monoreddito?) a tutti ma in una società nella quale va avanti chi ha una migliore immagine o un miglior santino e quindi la cosiddetta meritocrazia è distorta dalle "non perfette condizioni di mercato (per usare un'eufemismo)" e d'altronde il paese non ha condizioni di mercato che si avvicinino di un millimetro a quello che hanno pensato sia i liberali veri che i liberisti di accatto che vanno per la maggiore da noi: ma, come diceva Pirandello, così è se vi pare e poi non lamentatevi............... rimane il mio invito di qualche post fa: ANDATE ALL'ESTERO!

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