mercoledì 20 luglio 2011

Genova, 10 anni dopo.......

Sia chiaro: rispetto le sentenze e sono sempre per la presunzione d'innocenza però:

Sono passati dieci anni da quei giorni di fuoco durante i quali Carlo Giuliani fu ucciso.

E dieci anni son passati dalla macelleria sociale fatta alla Diaz di Genova.

E sempre dieci anni son passati dall'altra macelleria di Bolzaneto dove, a detta delle vittime e di alcuni coraggiosi funzionari delle forze dell'ordine e di alcuni sanitari (che peraltro hanno vista la carriera distrutta ...... chi in pensione, chi ha dovuto lasciare l'amministrazione penitenziaria), c'è stata l'altra macelleria "sudamericana".

Cos'è accaduto in questi dieci anni? Dei responsabili della morte di Carlo Giuliani nessuno, o quasi, ha pagato ..... nemmeno in dibattimento si è arrivati. Degli altri responsabili o si è andati in prescrizione o si è giunte a pene lievissime, anche se dal punto di vista civilistico sono responsabili di risarcimenti alle vittime: e tutti hanno fatto carriera; lo Stato non si è dimenticato di queste persone e di chi li guidava. Perché il punto é sempre lo stesso: qui prodest per gli incidenti di qeul giorno? Politicamente parlando forse l'obiettivo era spezzare le reni al movimento no global per farlo definitivamente naufragare, perchè era portatore, sull'onda del movimento generale delle società occidentali che aveva dato segnali forti di riuscire a condizionare governi e lobby, di idee forti come la tobin tax (che oggi a dieci anni di distanza è stata riproposta proprio dalla Merkel che sicuramente non è una no global e tantomeno è una comunista)? E se è vero che c'erano migliaia di black block (prego notare nella foto la singolare somiglianza delle scarpe dei fermati con quelli di chi li ha fermati o che escono da una via secondaria sotto gli occhi di uomini in divisa)

calati a Genova, come mai questi, in gran parte stranieri, dimostravano di conoscere benissimo le strade di una città che non avrebbero dovuto conoscere? E di domande ce ne sarebbero tante altre cui non si è data risposta, mai. E anche bene ricordare che quel movimento, in massima parte pacifista e non violento, era portatore di idee e iniziative che hanno creato l'humus per quello che solo pochi mesi fa ha partorito le vittorie di nuove figure in lacune città del paese ma, soprattutto, i referendum: bene comune fu un concetto elaborato allora e oggi esso è associato all'acqua, per fare un esempio. Così come la lotta del popolo della Val Susa hanno in quel movimento i prodromi e le premesse (anche in questo caso molti sono gli interrogativi a proposito di quest'opera che NON si farà e che rischia di devastare una comunità storicamente determinata, senza farsi influenzare dalla propaganda mediatica che li presenta tutti, senz'alcuna eccezione, come violenti e si sa qui come nel mondo reale che non è così e che non ci sono evidenze che quest'opera "debba" essere fatta) sia di difesa del territorio che di propositività nei confronti di un potere sordo alle loro richieste ma attentissimo alle istanze dei poteri economici e dei loro interessi: potere che evidentemente ha interesse a che si faccia un buco pur di usare il bancomat pubblico. Ha ragione Vittorio Agnoletto che oggi (20 luglio 2011) sul Fatto Quotidiano ha scritto un bellissimo articolo proprio sulla Genova del 2001 e sulla Genova di oggi (complice anche la crisi e il rinchiudersi nel proprio particulare della gente) che guarda, dice, anche un pò infastidita a questa ricorrenza facendo giustamente risaltare come quello che allora era una idea forte, "un altro mondo é possibile" oggi diventa un EMERGENZA: i tempi cambiano sia chiaro e la storia non si ripete ...... però a volte scrive con le rime.

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