domenica 4 marzo 2012

TAV e politica: dialogo fra sordi.... ma la società reale é, ancora, viva

E' lo Stato che dipende dai cittadini e non viceversa. Questa massima é la base della democrazia; anche negli Stati liberali, che oggi ci stanno riproponendo, l'invididuo e la società di cui fa parte, é tutelato: eppure nel nostro paese non é così dato che:
se chiedete a un qualunque parlamantare italiano non sa neppure di cosa si stia parlando;
salvo gli esponenti di primo piano nessun'altro vi saprebbe spiegare il perché della tav;
il servizio ferroviario universale nel nostro paese non é all'altezza degli standard europei eppure anziché investirvi, anche con liberalizzazioni, si mettono soldi su soldi su un "servizio", la TAV, di cui usufruirà solo un 6-10% della popolazione ferroviaria a fronte della generalità del resto della popolazione ferroviaria che viaggia su treni fatiscenti con un organizzazione del trasporto che nemmeno un dilettante metterebbe su......
Quindi in un paese normale ci si metterebbe in pari ai suddetti standard, anche minimi, e poi, solo poi, si mettere mano ai servizi di élite, come la TAV; l'economist ha svolto un analisi di quanto abbia contribuito l'alta velocità all'economia dei paesi, ebbene il risultato impietoso é IL FALLIMENTO DELL'ALTA VELOCITA': costoso, in perdita, e poco utilizzato rispetto al resto del servizio offerto e, soprattutto, nessun contributo all'economia. A qualcuno risulta che l'economist sia il vertice di una internazionale della violenza notav? O che sia un giornale "comunista" e antiprogressista? Non mi risulta, e a voi? Ci sarà un motivo "economico" per il quale si possa far capire alla politica nostrana l'errore madornale che sta commettendo nell'imporre a intere scelte che rispondono a interessi economici, spesso anche poco trasparenti, particolari anziché generali (nonostante quanto ufficiamente affermano). Le elezioni, nazionali e locali, si avvicinano: ci scommetterei che faranno di tutto per "rimandarle sin die", sul modello greco: anche mantenendo l'intero paese sull'orlo del baratro. E se a ciò aggiungiamo i fili che legano politica e affaristica il quadro diventa chiaro: ma qui non vi starò a scrivere quanto essi siano forti: lasciuo a Marco Travaglio farlo nel filmato qui sotto, buon ascolto..
.. intanto nell'italia reale qualcosa inizia a muoversi: a Lucca alcune cittadine si son chieste: perché stare a chiedere alla politica ufficiale "quante donne verranno messe in lista" come il network di "se non ora quando" vorrebbe fare con la campagna "una donna un voto"? Dopo vari incontri il gruppo di cittadine ha deciso di sganciarsi da questa logica é ha fatto il salto di qualità: perché non impegnarsi direttamente a recuperare il senso della politica intesa come partecipazione diretta dei cittadini? Dopo aver lanciato un appello a tutte le donne a partecipare e riprendersi in mano della gestione della città per la riscoperta del bene comune e della trasparenza per farli diventare cardini della vita politica...... Lucca bene comune é un esperimento locale, per ora: un esempio di come un gruppo di persone possono mettere in crisi gli oliati meccanismi del notabilato politico. In poco tempo stanno creando una rete che comprende comitati, associazioni, ecc. e ci potete scommettere che, se il tessuto é ancora ricettivo, potranno essere la vera novità della politica locale. Perché non espandere nelle prossime elezioni, mettendosi in network, esperimenti del genere? Solo così possiamo incidere sulla politica, al di là delle proprie appartenenze, nazionale, perché se i cittadini riscoprono la democrazia potete star certi che in pochissimi tempo la partitocrazia percepirà il pericolo che corre: e la disinformazione si scatenerebbe subito al punto di arrivare a cercare di disinnescare questa pericolosissima mina vagante, se c'è una cosa che teme siamo noi tutti ..... che ne pensate? In fin dei conti i vari Pisapia, De Magistris, Zedda ecc. cosa sono se non una società che va oltre i tradizionali partiti per riappropriarsi degli strumenti della Politica in modo da perseguire e riscoprire l'interesse generale gestendolo direttamente anziché delegandolo a politici non all'altezza?

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