il comune cittadino, quello che ascolta la radio e la tv, dirà: ma
come l'istat dai dei dati deludenti e l'inps dice l'esatto opposto
sull'occupazione (e quindi) sulla ripresa? E a prima vista sembra essere
così... ma solo a uno sguardo superficiale..... in realtà hanno una
loro coerenza e una loro verità se, edico se, li si guarda come insiemi
che, dovrebbe, rappresentare la realtà.
Il dato Istat è semplice:
nuovi contratti; trasformazioni; partite iva, o finte tali, e autonomi
ecc. e dall'altro lato nuovi occupati, trasformazioni, licenziati ecc.
il tutto a campione naturalmente... sono dati veri e credibili? Si
perchè registrano "nascita", "trasformazione" e "fine", altro non c'è.
Quelli
Inps invece ci dicono altro e sono più particolareggiati e NON sono a
campione ma fotografano quanto comunicato dalle varie realtà del
paese...... c'è una differenza netta: l'inps nel registrare una, ad
esempio, trasformazione da contratto di lavoro autonomo a subordinato
non registra un "disoccupato" in più fra gli autonomi e uno in più fra i
dipendenti.... semplicemente cancella una figura e la traspone
nell'altra molto linearmente cosa che l'ista non fa: tutto qui.
Ecco
eprchè i dati, anche se possono sembrare contrastanti, in realtà sono
ASSOLUTAMENTE sincronici perchè guardano la stessa realtà da angolazioni
diverse e, se si fosse intellettualmente onesti, chi li legge e fa
parte di istituzioni politiche dovrebbe semplicemente astenersi dal
commentare tirando i due enti per la giacca perchè le due rilevazioni
pur se guardano, ripeto, la stessa realtà arrivano a diverse conclusioni
perchè diversi sono gli obiettivi che hanno istituzionalmente parlando:
l'una deve registrare la geografia del lavoro, l'altra deve registrare i
flussi e le evoluzioni, del percorso lavorativo degli occupati sia che
siano autonomi che si trasformano in dipendenti sia nel percorso
inverso.
Sapete però il vero problema e la vera questione? Pochi
dicono che questa "debole (per usare un eufemismo)" ripresa è DROGATA
dagli sgavi fiscali concessi dal governo alle imprese... non ai
lavoratori sia chiaro, quindi: quando essi finiranno cosa accadrà? A
essere realisti tornerà tutto come prima o quasi ossia, grazia al job
act, e imrpese avranno mano libera di mandarli a casa anche con un
semplice messaggino o al massimo di demansionarli senza se e senza ma:
altro che fare dei progetti di vita futura!!! La precarietà sarà
istituzionalmente il totem a cui tutti dovranno inchinarsi e il futuro
sarà sempre meno roseo dei loro genitori e nonni.
Si ptoeva fare
altrimenti? Certo che si poteva: gli stessi soldi che vengono impiegati
per dare sgravi fiscali o per finanziare corsi e stage FASULLI potevano
essere impiegati per creare posti di lavoro, non necessariamente
pubblici, a cui potevano accedere sia i nuovi occupati sia le altre
fasce di lavoratori interessati; così durante e dopo la grande
depressione fu fatto nel paese modello del mondo occidentale, gli usa, e
non c'è ragione alcuna perchè non debba funzionare altrove.... a
maggior ragione visto che quei posti creati negli anni che vanno dal
1928 al 1939 erano posti a debito ossia davvero lo stato non aveva nulla
in cassa e quindi era costretto da un lato a tassare i grandi patrimoni
con tasse esossime (anche del 150% del valore del patrimonio),
naturalmente ricorrendo al drappo rosso del pericolo comunista (funziona
sempre, come ben sappiamo), e dall'altro a emettere "pagherò" pubblici
da rimborsare a babbo morto..... e funzionò. Qui non siamo, ancora,
ridotti così e lo stato in cassa di avanzi primari ne
ha in pratica da oltre un decennio: questi soldi veri potrebbero essere
impiegati meglio che semplicemente pagare la TAV, gli F35, e altre
oscenità del genere.. per tacere dell'expo (a proposito quanti sono i
visitatori VERI di questa mitica manifestazione del made in italy ogm
free per finta? Non si riesce a sapere quanti sono, chissà perchè...).
So già l'obiezione: e il deficit? E il debito pubblico? E il partito
della spesa pubblica? E la corruzione e il clientelismo? e si potrebbe
continuare all'infinito..... qui mi spiace dirlo cade l'asino: ci
vorrebbe una rivoluzione "rock" come fu quella islandese o un ricambio
completo del ceto dirigente; ma siamo già nel mondo dei sogni e mi
fermo....
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