lunedì 24 novembre 2008

Un popolo di consumatori: con cosa, il baratto?

E' chiaro come il sole che siamo in una società liberista (sempre all'italiana il che significa che il mercato esiste solo quando si tratta dei doveri cittadini/consumatori e non dei propri diritti nei confronti delle aziende e delle truffe che sono pane comune in un paese senza regole come il nostro), com'è chiaro come il sole che ognuno deve fare la sua parte per far uscire il paese dalle peste nelle quali si trova. Ma ci sono alcune questioni: fanno davvero tutti la loro parte? Cosa fa il Governo per sostenere i ceti deboli? E come si fa se i conti dei cittadini sono in rosso, ci si indebita di più? Analizziamo.
prima domanda: fanno davvero tutti la loro parte?
La storia economica dell'Occidente è tutta costellata di crisi (è connaturato al capitalismo mercantilista l'entrare in crisi), ma è costellata anche di miserie crescenti e arricchimenti altrettanto crescenti; già infatti c'è chi dalle crisi ci guadagna e da noi è assurto a sport nazionale grazie alla diffusa evasione fiscale, oppure dichiara il minimo indispensabile per risultare morto di fame e magari pupparsi gli "aiuti" alle famiglie "meno abbienti" che ci sono ma guarda caso sono, tranne eccezioni, sempre un pò al di sopra del limite degli stessi.
seconda domanda: Cosa fa il Governo per sostenere i ceti deboli?
Oltre agli annunci fatti e al riciclo di vecchie idee in realtà ora scoprono che gli aiuti devono essere "cash" (perchè come li volevano dare in natura?) e dati entro fine anno: c'è un ma, lo daranno alla famiglie al di sotto di un certo reddito (sotto, pare, i 20 mila euro); fin qui nulla di male perchè nel nostro paese di persone che stanno male ce n'è a milioni (precari, poveri, exrtacomnitari, ecc.) ma fra loro si nascondono le serpi, gli evasori, che sfruttano le maglie larghe della legge per non pagare dazio. Ben vengano gli aiuti ma si tenga presente questa variabile, l'evasione fiscale, che parassita i poveri e si arricchisce senza risentire della crisi. Ci sono molti parametri per valutare chi davvero ha bisogno ed in uno stato sociale avanzato ed efficiente darebbe dei frutti, ma in uno come come il nostro non farà altro che comportare un'ulteriore rialzo di prezzi, tariffe ecc. Quindi saranno poco più che vani temo.
terza domanda:E come si fa se i conti dei cittadini sono in rosso, ci si indebita di più?
Veniamo al punto principale. Sulla base dell'esortazione del Governo (non mutate i vostri comportamenti, continuate a consumare) i cittadini dovrebbero non mutare i propri comportamenti e continuare a consumare; anche qui c'è un ma. In base alla idea liberista della società i consumatori (una categoria a cui siamo abituati mentre ci disabituiamo a quella di cittadini che è tipica di un paese democratico ma non liberale che la prevede solo per coloro che possono partecipare alla società, i cosiddetti migliori) con il loro comportamento possono deteminare l'aggravarsi o meno di una crisi, in teoria. In pratica però, in una società senza regole, ciò semplicemente significa che il minor consumo non comporta selezione ma chiusura delle aziende e posti di lavoro persi ma soprattutto una maggior quantità di pubblicità per spingere la gente a spendere e vivere al di sopra della loro possibilità senza che dall'altra parte ci siano atteggiamenti esattamente simmetrici ma soprattutto non da nessuna possibilità che i prezzi le tariffe ecc. si abbassino, anzi la corsa è solo verso l'alto. Partendo dal fondato presupposto che nel nostro paese i salari sono bassi, per usare un'eufemismo, e i margini per "consumare" sono ristretti quindi le cose son due: o si vuole spingere i consumatori a indebitarsi ulteriomente oppure non ci rivolge a "tutti" i consumatori ma a coloro che sono "significativi" (coloro in grado di spendere mentre gli altri semplicemente non esistono e una certa logica c'è in questo) e gli viene rivolto l'appello di non nascondere i soldi ma di usarli per spingere i consumi, e dare impulso alle aziende. Da questo punto di vista in base alla teoria dell'ascensore (la ricchezza che dai piani alti si estende, per normale estensione, ai ceti meno abbienti, folle ma c'è chi ci crede e lo ha applicato in vari paesi - usa in testa - con risultati disastrosi perchè questa teoria non tiene presenti che dietro parole come ceti ecc. ci sono persone che hanno speranze, aspettative, intenzioni, salari, figli e quindi hanno ben altro per la mente che far contenti un pò di stranamore che chiusi nelle loro stanze teorizzano la società perfetta.......) questa spinta dovrebbe fare da magnete verso gli altri. Gli "altri" in raltà non sono "interessanti" però e non contano realmente sono solo, pur se numerosi", individui che si fabnno trasportare dalla corrente. Cosa gli rimane? A me cosa rimane visto che per esempio come molti hoil conto in rosso e tutto da pagare? Sperare nella elemosina di pochi spiccioli? O nel baratto? Ecco cosa e chi sono i consumatori non "interessanti" per l'economia: poco più che paria, triste destino.

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