lunedì 17 ottobre 2011

incidenti a Roma: show must go on......

E per finire non potevano mancare le recriminazione e la spettacolarizzazione dell'evento: come da manuale della comunicazione politica in una società mediatizzata come la nostra (al punto che se detto in tv dev'essere per forza vero.......) no ci poteva non essere la ricerca del fenomeno "black bloc" meglio se nostrano....... ma andiamo con calma. A leggere i media tradizionali, anzi no una piccola rettifica d'obbligo: in una delle due foto pubblicate anche da questo blog c'era un uomo vicino sia ai devastatori che alle forze di sicurezza... ebbene pare accertato che fosse un giornalista che faceva il suo mestiere..... osservare; ora detto ciò andiamo avanti. Dicevamo a leggere i media tradizionali pare che l'AISI, il servizio segreto interno, avesse avvisato in un report chi di dovere delle intenzioni del blocco nero, e ausiliari di complemento, del prendersi la scena a discapito degli indignados: o meglio loro l'hanno detto chiaramente... veniamo a roma a combattere la nostra guerra e l'hanno detto sui loro blog, community, chat ecc. tutte cose (ho controllato, é così) che anche uno sprovveduto poteva controllare, quindi:




  1. come mai no s'é fatto nulla?


  2. se era noto non si poteva creare un dispositivo tale che impedisse di far mettere a ferro e fuoco la capitale?


  3. Forse c'é stata una scelta politica di restare "passivi (o quasi)" con la speranza di prendere i classici piccioni con una fava, ossia di creare l'ambiente per poter far dire alla propria artiglieria mediatica (come di fatti é avvenuto) che "la sinistra prima li coccola e poi scopre la loro violenza folle anche a proprio discapito" da un lato e dall'altro mettere un bel bavaglio a un movimento che stava nascendo e poteva diventare pericoloso proprio perché non usava metodi violenti ma, da opposizione sociale seria, che comunque davano fastidio proprio perché evidenziavano i limiti della oligarchia al potere in questo paese e la sua ottusa indifferenza alle sorti dei milioni di persone senza un futuro?

C'é anche un altro aspetto, forse peggiore: la ricerca del "violento" da esporre come trofeo mediatico.. infatti le interviste fioccano e gli si da gli onori del palcoscenico permettendogli di scatenare emulazione e farsi pubblicità. Certo, dal punto di vista mediatico, é un ottimo servizio alla collettività il "far conoscere" anche fenomeni del genere am ci si dovrebbe rendere conto che, nonostante l'evidente condanna dei giornalisti che intervistano, in questo modo gli si fa pubblicità involontaria e dal punto di vista del proselitismo gli si fa da catalizzatore: in pratica si ottiene l'effetto opposto perché lo si umanizza e lo si riduce a fenomeno mediatico: era il caso? Si é mai pensato che permettendogli di parlare si fa passare un messaggio che é al minimo micidiale nei confronti del movimento indignado: li si costringe a scegliere fra i violenti e lo Stato.. ossia all'immobilità perché é chiaro che non sceglieranno i violenti (almeno nella maggior parte dei casi) ma non sceglieranno nemmeno lo Stato nelle sue forme politiche perché é lo stesso Stato che li ha ridotti con le pezze al sedere sovraccaricandoli di debiti e lasciandoli senza un futuro credibile e stabile... in pratica ll'immobilismo sociale e politico. Leggevo sui loro blog che stanno rientrando nel "locale" ossia stanno ricostruendo la trama a livello locale e intendono riprendere le azioni di disturbo del manovratore con le solite tecniche già viste, in pratica ricominciano daccapo mettendo da parte gli scontri di Roma e ricercando l'alleanza delle altre associazioni, ben 58, in modo in qualche modo da istituzionalizzarsi per un maggior riconoscimento sociale; ma il problema rimane: il 15/10 non può essere rimosso e la provocazione rimane.. si trovano nella stessa condizone in cui si trovò il movimento '77 quando si trattò di scegliere fra le br e lo stato e scelse .... di non scegliere decretando la propria fine e la propria marginalizzazione nonostante si fosse già allora compreso che si stavano butttando dei semi di cui oggi vediamo il frutto ... avvelenato.

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