mercoledì 25 luglio 2012

Il referendum che nessuno vuole..

Ogni anno lo Stato "dona" alle scuole private, facenti parte del cosiddetto "circuito delle paritarie (ossia quelle che in base ad una legge del governo D'Alema sono riconosciute pari alle pubbliche, con pari diritti ... anche se spesso hanno meno doveri, come quello di accettare disabili)" ed in massima parte cattoliche, milioni di euro: peccato che contemporaneamente le pubbliche vedono proporzionalmente ridotte le dotazioni finanziarie e di personale; quindi anziché spingere per elevare il livello delle paritarie a quello, che era prima della legge 62/2000, delle pubbliche si é fatto in modo di abbassarne il livello a quello delle seconde, le paritarie .... i risultati sono sotto gli occhi di tutti perché gli studenti italiani, secondi solo agli americani, sono pochissimo "preaprati", per non dire ignoranti, secondo il metodo PISA. Il punto é: l'art. 33 della Costituzione davvero, quando parla di "senza oneri per lo Strato", vieta il finanziamento delle cosiddette private, pur se paritarie? Secondo una interpretazione letterale, la risposta é sì; secondo invece una seconda interpretazione, diciamo, "evoluta (che si basa sui lavori preparatori della Costituente)" la risposta é no soprattutto con il combinato disposto del 33 e del 34 della Costituzione. Personalmente, ho fatto qualche ricerca in mattinata, entrambe le interpretazioni sono valide: dipende da come s'intende il concetto di laicità e da come lo Stato si pone di fronte alla libera iniziativa privata in materia d'istruzione, materia quest'ultima tutelata costituzionalmente almeno per i primi otto anni scolastici che devono essere gratuiti e uguali per tutti, senza differenze: e credo che sia questa la strada giusta, perché nessuno vuole vietare ai genitori di poter scegliere, ma da che mondo é mondo solo mettendo insieme ragazzi delle famiglie ricche e quelli dei poveri si possono avere ottime probabilità di impedire la nascita e crescita di una società divisa per caste che non solo non si parlano fra loro ma nemmeno si capiscono; ma soprattutto c'é il rischio che chi meno ha ... ha anche minore istruzione poche probabilità di emergere se ne ha il merito e le capacità, ricordate quello che diceva l'amato capo? Se rimangono con l'insegnamento delle famiglie che inculcano i "valori giusti" anziché quello che imparano nelle scuole..... A Bologna il comitato art. 33 ha proposto un referendum in merito fra i cittadini, referendum che é stato dichiarato ammissibile dai Garanti: fin qui sembrerebbe tutto bene, ma non é così: perché praticamente tutti i partiti sia al governo cittadino che all'opposizione, non M5S che lo appoggia e SEL che é a metà strada fra il si e il no, si sono schierati contro .... strano vero? In uno Stato laico, che rispetta però la libera iniziativa, un privato può e deve, se vuole, aprire una istituzione educativa e lo Stato deve garantirne la possibilità di farla funzionare per ampliare l'offerta ma deve porre degli standard: che necessariamente sono elevati sia per le pubbliche che per le private; é di qualche giorno fa una sentenza della Corte Costituzionale che sostiene che i servizi pubblici non possono essere privatizzati; ciò significa che chiunque può fare libera intrapresa m non a detrimento dell'interesse generale ossia non a detrimento degli usufruitori generali, nel caso dell'istruzione, i giovani o meglio i futuri cittadini le cui famiglie possono e devono poter scegliere quella che ritengono la migliore a disposizione ma non devono essere sospinti verso il privato.... perché il pubblico é morto. Ben venga quindi il referendum; ben venga l'espressione diretta dei cittadini in una materia garantita costituzionalmente; i partiti si ritirino in buon ordine e li lascino esprimere: solo così si mantiene viva la democrazia!!!!!

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