A Pietrasanta, 20 km da casa mia, la festa del Fatto ha, come lo
scorso anno fra l'altro, mostrato un Italia: quella che vorrebbe
cambiare ma non sa con chi e come. I vari dibattiti hanno mostrato
esattamente questo ossia quel paese che mal sopporta i "sacrifici"
imposti dai banchieri al governo; che é europeista ma non gli piace
l'europa in versione bilderberg; gli piace il mercato ma ha compreso che
la parola "libero" non significa concorrenza ma abuso e sopruso a
favore del più forte; insomma quell'italia invisibile di cui tutti
parlano e coccolano ma di cui temono il giudizio ... lo temono a tal
punto da volerne impedire, via legge elettorale costruenda, l'esprimersi
libero. Retorica? Può darsi ma da spettatore della festa sono questi i
sentimenti che mi sopravvengono ora che la stessa sta finendo. Si
retorica: a volte serve visto che tutto l'apparato mediatico-politico
schierato a favore dello status quo ne fa tanta e tutti i giorni;
retorica perché anch'essa, quando é necessario, serve quando un
cittadino si sente espropriato dei propri diritti non sa dove rivolgersi
per esprimere il proprio dissenso: i vari intervenuti ai vari
dibattiti hanno fotografato questo paese nascosto che non aspetta altro
che di dire la sua in materia e dal punto di vista democratico ne ha ben
donde visto che paga le tasse, stringe i denti per la crisi, teme per
il posto di lavoro che può perdere, vede dissolversi le certezze .....
vede, in poche parole, il paese rivoltato come un calzino ..... ma nel
verso contrario di quanto pensasse e/o sperasse.
I temi erano
intriganti e la partecipazione é stata sostanziale: sul palco ma anche
fra gli astanti le cose si son dette chiaro e in maniera semplice; tutti
hanno capito il problema alla base (che é poi il camcro che sta
uccidendo il paese) e tutti già sapevano il punto nodale di tutto; ma
una cosa é emersa al di sopra di tutto ... ossia:
- chi si fa carico di quest'area, vastissima peraltro, e ne porta le istanze nelle istituzioni?
- dei partiti attuali ce n'é qualcuno che può riassumerle?
- dei
movimenti sociali, M5S compreso (Pizzarotti intervenuto in un dibattito
non ha dato l'idea dell'uomo nuovo che ci si aspetterebbe, anzi .... ha
battagliato sulle domande "solite" che riguardavano il suo movimento ma
del resto ... poco troppo poco da proporre), che sapessero
intercettarne gli umori e le aspettative?
- Tutte le analisi
proposte dal palco erano interessanti ma fra il pubblico si aveva
l'impressione che più che analizzare ci si aspettasse proposte... e
quelle .... poche come se gli impegni da assumere fossero troppi ... e
l'immagine ne poteva risentirne mentre chi esponeva i problemi sapeva
bene che "Roma non era stata costruita in un giorno" e le fatiche di
sisifo nessuno se la sente di farle...
...... può sembrare
che la descrizione della propositività della Festa potesse essere
negativa, ma non é così: il Fatto non é un partito ma un quotidiano
quindi non ci si aspetta che ci prospetti il sol dell'avvenire ma si
limita, e a tutt'oggi é già tanto, a fotografare la realtà e a
commentarla .... possibilmente da diversi angoli di visuale dimodoché il
lettore possa avere un idea chiara del problema in esame; problema però
che é oltre la festa.. siamo noi che ancora non abbiamo capito che
"affidarsi" non significa "fidarsi" e che la "diminutio lucensis" (la
pratica politica della repubblica lucchese di non schierarsi mai per una
delle due parti che ne chiedevano l'adesione) ha fiato breve e
orizzonte piccolo: non c'é un new deal, ce lo dobbiamo costruire da
soli; così come non c'é nessuno che al momento é in grado di riunire a
unità il paese reale...... questo non ce lo possiamo costruire, vista la
liquidità nel quale siamo immersi, ma ne possiamo creare le premesse
imparando ad ascoltare e dialogare, mai a polemizzare tanto per far
sentire la propria voce e basta ..... qui abbiamo molto da (re)imparare:
non si può non far, ad esempio e come esempio mi pare classico,
risaltare l'intolleranza dimostrata, nel corso del dibattito "donne di
fatto", dalla Ciuffini contro Massimo Fini, reo di aver pubblicato un
articolo "anti"femminista: dimenticando che Fini é un provocatore e
anche uno che non ha timore di mettersi fuori dal coro per dire la sua
quando la sua sensibilità lo induce a fare ... e il non farlo parlare é
stata una grande dimostrazione di intolleranza e suona strano da chi,
come donna, non perde un secondo per elevare alti lai alla mancanza di
pari opportunità per il proprio genere in una società maschilista quale
quella italiana: peccato però che dal dibattito é venuta fuori anche un
altra realtà ossia che le donne, o la parte avanzata di esse, della
società maschilista ne hanno assunto modelli, comportamenti, mentalità,
ecc. ..... in pratica non hanno saputo crearne un altro, quindi ergo
fini ha in parte ragione,nei contenuti ma non nei toni e nei termini,
nel dire quello che ha detto ... serviva dirlo. Se estendiamo questa
angolo a tutto il resto allora quanto sopra risalta evidente: siamo
bravissimi a lagnarci, a protestare ... a polemizzare ma poi .... ma poi
quando si tratta di passare dalla protesta alla proposta .....
aspettiamo un messia (Grillo o altri non importa) che ci rassicuri e si
sacrifichi conto terzi, perché se qualcosa dovesse andare storto ......
sia lui a esser messo in croce e non chi l'ha sostenuto fino a un
secondo prima.
A me la Festa del Fatto é servita a capire anzi ha
riaffermare quanto già nello scorso anno era venuto fuori: a noi
italiani che soffriamo la crisi piace ascoltare quanti hanno qualcosa da
dire, ma piace meno esporci in prima persona.... siamo alle solite
perché alla fine ritorneremo volontariamente nell'ovile perché ci si sta
comodi e al caldo e se ciò comporta che se altri ne restano fuori
(perché ogni volta il suddetto ovile si restringe) .. bé mi dispiace, ma
che ci posso fare dato che non hanno capito che questo é il liberismo
ehce non ci si può far nulla? Questo "qualunquismo" é insito nel nostra
carattere nazionale: qualunque cosa faccia c'innamoriamo del primo
arrivato ..... qualunque sia la ricetta l'accettiamo ... ma poi?
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