domenica 9 settembre 2012

Impressioni di settembre...

A Pietrasanta, 20 km da casa mia, la festa del Fatto ha, come lo scorso anno fra l'altro, mostrato un Italia: quella che vorrebbe cambiare ma non sa con chi e come. I vari dibattiti hanno mostrato esattamente questo ossia quel paese che mal sopporta i "sacrifici" imposti dai banchieri al governo; che é europeista ma non gli piace l'europa in versione bilderberg; gli piace il mercato ma ha compreso che la parola "libero" non significa concorrenza ma abuso e sopruso a favore del più forte; insomma quell'italia invisibile di cui tutti parlano e coccolano ma di cui temono il giudizio ... lo temono a tal punto da volerne impedire, via legge elettorale costruenda, l'esprimersi libero. Retorica? Può darsi ma da spettatore della festa sono questi i sentimenti che mi sopravvengono ora che la stessa sta finendo. Si retorica: a volte serve visto che tutto l'apparato mediatico-politico schierato a favore dello status quo ne fa tanta e tutti i giorni; retorica perché anch'essa, quando é necessario, serve quando un cittadino si sente espropriato dei propri diritti non sa dove rivolgersi per esprimere il proprio dissenso: i vari  intervenuti ai vari dibattiti hanno fotografato questo paese nascosto che non aspetta altro che di dire la sua in materia e dal punto di vista democratico ne ha ben donde visto che paga le tasse, stringe i denti per la crisi, teme per il posto di lavoro che può perdere, vede dissolversi le certezze ..... vede, in poche parole, il paese rivoltato come un calzino ..... ma nel verso contrario di quanto pensasse e/o sperasse.
I temi erano intriganti e la partecipazione é stata sostanziale: sul palco ma anche fra gli astanti le cose si son dette chiaro e in maniera semplice; tutti hanno capito il problema alla base (che é poi il camcro che sta uccidendo il paese) e tutti già sapevano il punto nodale di tutto; ma una cosa é emersa al di sopra di tutto ... ossia:
  1. chi si fa carico di quest'area, vastissima peraltro, e ne porta le istanze nelle istituzioni?
  2. dei partiti attuali ce n'é qualcuno che può riassumerle?
  3. dei movimenti sociali, M5S compreso (Pizzarotti intervenuto in un dibattito non ha dato l'idea dell'uomo nuovo che ci si aspetterebbe, anzi .... ha battagliato sulle domande "solite" che riguardavano il suo movimento ma del resto ... poco troppo poco da proporre), che sapessero intercettarne gli umori e le aspettative?
  4. Tutte le analisi proposte dal palco erano interessanti ma fra il pubblico si aveva l'impressione che più che analizzare ci si aspettasse proposte... e quelle .... poche come se gli impegni da assumere fossero troppi ... e l'immagine ne poteva risentirne mentre chi esponeva i problemi sapeva bene che "Roma non era stata costruita in un giorno" e le fatiche di sisifo nessuno se la sente di farle...
...... può sembrare che la descrizione della propositività della Festa potesse essere negativa, ma non é così: il Fatto non é un partito ma un quotidiano quindi non ci si aspetta che ci prospetti il sol dell'avvenire ma si limita, e a tutt'oggi é già tanto, a fotografare la realtà e a commentarla .... possibilmente da diversi angoli di visuale dimodoché il lettore possa avere un idea chiara del problema in esame; problema però che é oltre la festa.. siamo noi che ancora non abbiamo capito che "affidarsi" non significa "fidarsi" e che la "diminutio lucensis" (la pratica politica della repubblica lucchese di non schierarsi mai per una delle due parti che ne chiedevano l'adesione) ha fiato breve e orizzonte piccolo: non c'é un new deal, ce lo dobbiamo costruire da soli; così come non c'é nessuno che al momento é in grado di riunire a unità il paese reale...... questo non ce lo possiamo costruire, vista la liquidità nel quale siamo immersi, ma ne possiamo creare le premesse imparando ad ascoltare e dialogare, mai a polemizzare tanto per far sentire la propria voce e basta ..... qui abbiamo molto da (re)imparare: non si può non far, ad esempio e come esempio mi pare classico, risaltare l'intolleranza dimostrata, nel corso del dibattito "donne di fatto", dalla Ciuffini contro Massimo Fini, reo di aver pubblicato un articolo "anti"femminista: dimenticando che Fini é un provocatore e anche uno che non ha timore di mettersi fuori dal coro per dire la sua quando la sua sensibilità lo induce a fare ... e il non farlo parlare é stata una grande dimostrazione di intolleranza e suona strano da chi, come donna, non perde un secondo per elevare alti lai alla mancanza di pari opportunità per il proprio genere in una società maschilista quale quella italiana: peccato però che dal dibattito é venuta fuori anche un altra realtà ossia che le donne, o la parte avanzata di esse, della società maschilista ne hanno assunto modelli, comportamenti, mentalità, ecc. ..... in pratica non hanno saputo crearne un altro, quindi ergo fini ha in parte ragione,nei contenuti ma non nei toni e nei termini, nel dire quello che ha detto ... serviva dirlo. Se estendiamo questa angolo a tutto il resto allora quanto sopra risalta evidente: siamo bravissimi a lagnarci, a protestare ... a polemizzare ma poi .... ma poi quando si tratta di passare dalla protesta alla proposta ..... aspettiamo un messia (Grillo o altri non importa) che ci rassicuri e si sacrifichi conto terzi, perché se qualcosa dovesse andare storto ...... sia lui a esser messo in croce e non chi l'ha sostenuto fino a un secondo prima.
A me la Festa del Fatto é servita a capire anzi ha riaffermare quanto già nello scorso anno era venuto fuori: a noi italiani che soffriamo la crisi piace ascoltare quanti hanno qualcosa da dire, ma piace meno esporci in prima persona.... siamo alle solite perché alla fine ritorneremo volontariamente nell'ovile perché ci si sta comodi e al caldo e se ciò comporta che se altri ne restano fuori (perché ogni volta il suddetto ovile si restringe) .. bé mi dispiace, ma che ci posso fare dato che non hanno capito che questo é il liberismo ehce non ci si può far nulla? Questo "qualunquismo" é insito nel nostra carattere nazionale: qualunque cosa faccia c'innamoriamo del primo arrivato ..... qualunque sia la ricetta l'accettiamo ... ma poi?

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