mercoledì 19 novembre 2008

Ancora dubbi sulla condivisione di fini e vedute fra PD/PdL

Il fattaccio visto qui, in sè non significa nulla ma da cittadini qualche domanda ce la dovremmo porre quando li sentiamo, (nei comizi e nelle trasmissioni) litigare e poi li si vedono aiutarsi l'un l'altro. Il vero problema è che realmentequesti due partiti sono cloni fra loro (l'originale è il PdL ex Casad ella Libertà, mentre il PD ne ha imitato modi, tempi, strutture e ambito ideologico) e non hanno che poco di diverso fra loro: impercettibili quasi non si notano. Dovremmo chiederci: cos'hanno di diverso? Votando per l'uno anzichè per l'altro qual'è la novità e la differenza nella linea di governo? E li abbiamo visti all'opera, infatti: ma mentre il PdL ha una sua linea ben definita all'interno della Neo-Destra che ha come obiettivo primario l'affermazione di una società elitaria e estremamente chiusa in caste e corporazioni cui è difficlissimo accedere, mentre dal punto di vista economico considera i cittadini utenti-consumatori e nulla o poco di più, e dal punto di vista politico persegue il sogno (tipicamente americano) di una regime censitario e permeato di autoritarismo democratico (anch'esso tipicamente americano degli anni reaganiani e bushiani e che dopo la catastrofe finanziaria gli americani hanno appena buttato nel cestino della storia, si spera) e paternalista per nulla deideologizzata e con l'idea di introdurre, meglio di finire di introdurre, il liberismo nel nostro paese. A questa corazzata cos'ha risposto la vecchia, perchè questo è, sinsitra che non vuol morire? Si trasforma in qualcos'altro: anzichè fare la scelta, come sarebbe stato ovvio, socialdemocratica (nella migliore tradizione europea) ne fa un'altra completamente diversa che non può che imitare l'articolazione del PdL diventandone clone e condividendone linee, obiettivi e ambiti politico-economici. Quindi da parte mia nessuna meraviglia di quanto accaduto durante la trasmissione ripreso da striscia la notizia. E allora perchè il PD ha fatto patti con radicali e, soprattutto, IdV? Pensavano di poterli giostrare e così coprire l'area radicale e anti veltrusconiana mantenendo contatti strettissimi contemporaneamente con umanità varia che va dai confindustriali agli integralisti religiosi (rinnegando la radicalità liberal del loro siml partito americano)? Hanno evidentemente fatto male i conti perchè Di Pietro, che sarà tutto quello che si vuole ma non è certo uno sprovveduto, ha capito che finchè resterà attaccato alla mammella del PD riuscirà a sgraffignargli voti, adesioni, spazio ecc. nonostante gli scrolloni che il PD gli ha mollato e potrà giocare al classico elastico quando Veltroni svolta troppo al centro e farsi invisibile quando frena le spinte centriste. Insomma, il PD non è nulla se non un'insieme di personalità (come nei partiti liberali e conservatori dei primi del 1900 e che furono fra i maggiori responsabili, per la loro ignavia, dell'avvento del disgraziatissimo ventennio fascista, e con questo NON voglio sottindere nulla nè fare dei paralleli storici, dato che sappiamo tutti che la storia non si ripete mai almeno nelle stesse forme e modi) in perenne guerra fra loro senza nulla o quasi di differente della controparte della neo-destra. Parlare del PD come di neo-sinistra è azzardato se esso fosse l'evoluzione finale della sinistra ma parlare di questo partito come tomba di quello che fu la sinistra e suo epitaffio allroa si entra nella giusta ottica storica.

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