giovedì 20 novembre 2008

E' questa cosa è? Le donne hanno diritti o no?

E' successo nella "rossa " Toscana; in una delle sanità ritenute modello, accoglienti, efficienti. Una donna, non conta la nazionalità, scopre di essere incinta ma da un'esame scopre che che il feto è affetto da "megavescica" (la sua vescica non espelle urina e impedisce al liquido amniotico di irrorare la parte superiore del corpo dello stesso feto: significa che cuore, polmoni e reni rimangono bloccati, NON SI SVILUPPANO! Va ad un'ospedale pubblico locale specializzato e qui comincia l'odissea dato che, secondo quanto affermato dalla stessa, quando decide di interrompere la gravidanza le viene detto di fare e aspettare esami più approfonditi; va al Meyer e ottiene la certificazione di "condizione non compatibile con la sopravvivenza post-natale"; si rivolge al servizio pschiatrico dell'ASL e ottiene un'altra attestazione di "grave nocumento per le condizioni psichiche della stessa nel proseguire la gravidanza"; ritorna per l'ennesima volta alla struttura pubblica che la reindirizza a Milano che attesta che la vescica del feto non è più reattiva. Quando torna alla struttura pubblica, sempre decisa a interrompere la gravidanza (nessuno dei medici si era dichiarato nel frattempo obiettore di coscienza), si sente dire che ormai è passata la 21° settimana e se vuole proprio abortire dev'andare a, sentite sentite, Barcellona pagando 5000 euro di tasca sua perchè lì si può superare il limite: soldi che non ha. Riesce alla fine ad abortire ma a Pontedera. Come la classifichiamo questa storia? Malasanità? Prudente attendismo dei medici? Velata obiezione di coscienza della struttura? Diluire, sperare che altri facciano l'aborto? La Signora ha fatto causa per danni e deciderà il giudice ma il fatto rimane: è sempre più difficile abortire, anche in stato di necessità accertata come pare in questo caso, nel nostro paese; sanno che se provassero a modificare la legge 194 la gente non comprenderebbe dato che questa è una delle poche leggi che è entrata nella cultura e del sentimento popolare e allora prendono altre strade molto più tangenziali che alla fine creano grossi problemi a chi vive direttamente la cosa.

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