venerdì 13 maggio 2011

Milano, Italia? Anche troppo .......

Ma davvero questo paese si rispecchia in Milano? Milano è ancora la capitale economica del paese? Belle domande vero? Ovvie, naturalmente, le risposte. Milano è il centro finanziario e se lì qualcosa non va ne risente il paese. Milano é il paese, oggi; e lo era anche ieri. Questo paese parla male del meridione che è inefficiente, preda del malaffare, pieno di munnezza ecc. poi si scopre che il suo centro finanziario è penetrato proprio da quel malaffare che si condanna al sud e gli imprenditori milanesotti che fanno affari non possono non tener conto di qeust'aspetto, e lo sanno tutti. Ma perché allora ancora una volta ne parliamo? Semplice perchè è lo snodo di vari destini: del paese; della città; degli investimenti fatti e da fare del cosiddetto associazionismo cattolico che oggi è un vero impero economico che pesa sull'economia non solo di Milano ma dell'intero paese che ha tutto l'interesse che nulla cambi, anzi forse proprio per la sua forza economica é l'unica alternativa alla lega con cui compete duramente anche se ufficialmente camminano a braccetto (non potrebbe essere altrimenti dato che entrambi stanno accaparrandosi, nella Roma padrona, i posti che contano davvero...... quelli dei CdA delle grandi istituzioni finanziarie nazionali e locali). Milano era la vertina del craxismo, ricordate la Milano da bere? Si? Fu spazzata via da uno dei pochissimi venti legalitari che hanno pervaso questo paese: ma nello stesso momento che quello tsunami si abbatteva sulla corruzione politica altri stavano industriandosi per riproporlo: così nacque il berlusconismo. Ed é proprio per questo che oggi l'immagine del berlusconismo per continuare ad autoriprodursi ha necessità vitale che Milano non cada: con il passaggio di potere finirebbe il perno principale della vetrina berlusconiana e le conseguenze sarebbero, per chi ha scommesso fortune politiche e personali di carriera dietro l'amato capo, tremende per l'intero castello di carta costruita dal '94 ad oggi con la compassionevole complicità del pdmenoelle che pensava di poter gestire e digerire l'imprenditore "imprestato alla politica" che invece ha saputo non solo invertire il trend ma ha trasformato la classe politica, compreso il pdmenoelle, e i cittadini: solleticandoli nei loro interessi i primi (negoziando fino all'ultimo cent per i propri interessi oltremodo ben salvaguardati) e parlando alla pancia dei secondi stimolando gli istinti animali e riuscendo a far si che i suoi più grandi sostenitori fossero proprio quelli che ne erano i più danneggiati promettendogli quello che non gli poteva, e voleva, dare mentre nel frattempo creava le condizioni affinché avessero ancora meno mentre su di loro il conto salato pesava e pesa e nel contempo (con la prospettiva di perdere se "venissero i comunisti" di perdere anche quel poco che gli viene lasciato per vivere) i ceti che si venivano via via arricchendosi potevano continuare a farlo senza colpo ferire e senza pagare dazio per giunta (è di oggi la notizia, quasi sottaciuta dai media, che la tassazione sui salari ha raggiunto il 50% sul totale mentre gli stessi salari continuano a perdere potere d'acquisto e valere sempre meno ..... in pratica riescono a cavare sangue dalle rape!!!). L'amato capo lo sa: sa che se perde lì la caduta degli dei sarà repentina; quindi ne ha fatto un referendum su se stesso: da ottimo giocatore d'azzardo sa che solo se osa può vincere o sperare di non perdere male. Milano, mai come ora, è la fotografia del paese: se vogliamo avere una speranza é lì che si gioca la partita in un senso o nell'altro.

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