sabato 14 maggio 2011

Queste elezioni: una lezione...

Sono state da manuale queste elezioni: almeno per la campagna elettorale perché hanno dimostrato quanto il controllo dei media, diretto o indiretto, sia importante per chi detiene il potere e per chi aspira a detenerlo. Qui si parla di comunicazione e di mezzi per veicolare il messaggio: più ne hai meno messaggi alternativi passano. Questa campagna elettorale lo ha dimostrato: infatti i vari scoop messi su hanno consentito a chi li veicola di far passare il messaggio voluto oscurando l'eventuale replica, peraltro dovuta. La munnezza e l'esercito: per esempio le immagini hanno dimostrato che lo Stato si muoveva e che le istituzioni locali facevano poco o nulla; poco conta il fatto che la presenza dei militari abbia pesato poco o nulla come poco conta l'aspetto del perché sia stata lasciata la spazzatura nelle strade, o meglio quali siano le cause e chi l'ha provocata (e qui forse la Magistratura dovrebbe indagare). Stesso discorso per quanto detto su SKY dalla Moratti: il messaggio veicolato è stato che il suo concorrente é stato "amico" di violenti; poco conta l'aspetto, non secondario, che Pisapia allora rinunciò all'amnistia, cosa da cui l'amato capo non si fa nemmeno sfiorare tant'è che di leggi e leggine ne ha fatte a iosa, e chiese il processo da cui fu totalmente assolto. Secondo voi cosa é rimasto? Che Pisapia in passato era di estrema sinistra e, anche se ne era uscito pulito, aveva frequentazioni poco chiare. cos ha provocato ciò: l'uso dei media pro domo propria, tutto qui. Sarebbe fondamentale che: se si vincessero queste elezioni; se l'amato capo cominciasse a traballare al governo, e se (quanti "se" vero?) la lega si cominciasse a smarcare dalla maggioranza, le opposizioni cominciassero a costruire un programma che parta proprio dal controllo dei media e di tutte le istituzioni ad esse collegate: scuola, famiglia, ecc. cominciando con l'eliminazione del finanziamento pubblico dei giornali (che dovrebbe essere ristretto alle sole e vere cooperative e non a cose strane) e finendo non con la privatizzazione dell'ente pubblico ma, molto più semplicemente, creando un sistema radiotv in stile BBC: non è l'ideale però assume un buon grado di autonomia. Purtroppo con l'opposizione che ci ritroviamo qui in Italia, che condivide praticamente tutto il quadro generale nel quale l'amato capo si muove ed agisce, ciò non é possibile, anzi in passato abbiamo visto come hanno gestito l'ente pubblico radiotv e quali erano state le conseguenze delle privatizzazioni: al punto da far parlare molti ossservatori di una lotta non fra destra e sinistra ma fra berlusconiani di destra e quelli di sinistra che a mio parere é estremamente pregnante dell'attuale situazione; soprattutto se teniamo conto che qui non si sta applicando il modello liberale (né tantomeno quello democratico) classico ma la visione che Weber ne diede (ossia a fronte dei cittadini che rimangono sullo sfondo le élite sono in concorrenza fra loro per farsi votare nelle istituzioni; élite che sono "altro" rispetto alla società e che più o meno appartegono allo stesso ceto) e che oggi da noi è imperante: naturalmente c'abbiamo messo anche del nostro su questa struttura ossia una organizzazione del poteer interamente basata sul potere personale di un solo uomo che catalizza tutto e tutti e in più é a capo di un impero economico che gli consente di "comprare" qualunque cosa e persona ritenga gli sia utile o di fare e disfare a suo piacimento tutto dallo Stato ai partiti. Con una tale potenza di fuoco é difficilissimo "fare" opposizione: e se non si hanno leader all'altezza del compito si negozia su tutto ma da un punto di debolezza e non di forza, tantomeno di parità. Questa campagna elettorale lìha dimostrato: o si spinge in fondo il piede sull'acceleratore o si è schiacciati dal peso dell'avversario; o ci si rende target mobili o si viene impallinati a dovere. Ecco il punto, quindi, per i futuri leader, molto di là ancora da venire, dell'alternativa: veicolare i messaggi non solo attraverso i mezzi tradizionali con una pressione continua per fargli accendere i riflettori ma usare lo spazio lasciato ancora libero (sul modello di Beppe Grillo che ha compreso quanto sia importante oggi usare la rete come cassa di risonanza per far arrivare le proprie iniziative anche laddove viene censurato o ignorato) per far arrivare agli elettori e ai cittadini le proprie proposte. Se non si fa così ci dobbiamo rassegnare non solo a che l'amato capo, e chi gli succederà, continui nell'opera di demolizione dello Stato democratico ma che le parentesi che si sapranno ritagliare le opposizioni non avranno alcuna possibilità di invertire la tendenza e mutare la direzione intrapresa e si dovranno "adagiare" sul sentiero che altri gli avranno segnato portando il paese sempre più lontano da dove si era partiti. Naturalmente ampliando il discorso ciò vale un pò per tutto: dall'economia alla società e le conseguenze non potranno non essere quelle "americane" che abbiamo tutti sotto gli occhi in termini di crisi e alienazione: sociale, politica, ecc. in pratica nulla di buono per chi vuole costruire non un paese da far west ma una società matura e responsabile di se stessa e della costruzione del proprio futuro....

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