giovedì 8 novembre 2007

Gli errori da non fare mai: Venzuela/Georgia

Due Stati lontani fra loro per tutto sono vicini nelle vicende che vivono in questi giorni. Da un lato la Georgia terra di contesa fra la Russia neozarista e gli USA snodo nevralgico per il passaggio delle pipeline del gas e del petrolio e terra di confine dove tensioni etiniche e religiose si sommano fra loro e sono fomentate a seconda delle esigenze dei poteri forti che giocano dietro i poteri di pura facciata rappresentati dai vari esponenti che governano questo paese (ex Repubblica dell'URSS). Prima paese a economia sovietica passta al liberismo senza regole nel giro di pochi mesi e dove pochi hanno tutto e la maggioranza non ha praticamente nulla e dove le risorse espropriate sono in mano straniera così come i profitti. Ora la situazione drammatica e le proteste (alimentate dalla mano russa) hanno sicuramente una base reale nella povertà estrema della massa a cui si aggiungono omicidi politici nel mesi scorsiono avvenuti (e la storia c'insegna che il liberismo per poter sopravvivere ha bisofgno di zero proteste sociali): non si riesce nemmeno a capire che le persone chiedono speranza nel futuro e non sono solo numeri e merce in un mercato dominato dalle grandi multinazionali. Ecco allora che ha gioco facile chi soffia sul fuoco e lo alimenta ma l'humus su cui si innesta è reale, drammaticamente reale. Un'altro laboratorio del potere liberista che rischia di andare in fumo (e a nulla vale il sostegno americano in soldi alle elitès corrotte e occidentalizzate perchè un popolo che si mette in marcia è difficile d fermare). In Venezuela esiste il problema opposto. Merito di Chavez è stato quello di far uscire il paese dal dominio del Norte e dargli una spregiudicata politica estera mirante a farlo diventare un punto di riferimento dell'America latina uscita solo ora dalle dittature foragiate e volute dalle Amministrazione americane e che hanno fatto di qiesto subcontinente il buco nero della democrazia e della povertà e che solo ora cominciano a vedere l'uscta dal tunnel; ha fatto anche da punto di riferimento per le opposizioni latino americane sostenendole e che hanno dato come frutti uno spostamente a sinistra (non quella simil italiana per fortuna) dell'asse delle società e che mettono in crisi gli investimenti delle multinazionali che erano proprietarie di tutto (perfino della terra dove la gente viveva per non dire di acqua, rame ecc.) e che avevano impoverito l'80% delle popolazioni ed i risultati si cominciano a vedere: Hondura, Bolivia, Cile ecc. niente a che vedere con le democrazie modello di prima delle ondate golpiste filo americane ma il cammino è incominciato. Ma ha commesso, e sta commettendo, moltissimi errori: la personalizzazione estrema del potere; la eccessiva demagogia; la ricerca dello scontro con il potente norte e l'uso spregiudicato dell'arma petrolio. Tutte cose che gli mettono contro non solo le corazzate finanziarie internazionali ma anche le opposizioni filo liberiste interne che stanno rialzando la testa mentre mantiene l'appoggio dei ceti popolari più deboli che nulla avevano prima e relativamente molto hanno ora. Ma, naturalmente, non basta perchè la sua unica reale forza è il pezzo alto del petrolio che porta cospicui introiti allo Stato ma il giorno in cui dovesse crollare i problemi sorgerebbero e sarebebro davvero gravi e ne minerebbero le basi facendo crollare l'unico movimento neobolivarista, del XXI secolo, che è riuscito ad affrancarsi dalla dottrina del "giardino di casa" americano. Due situazioni differenti, due mondi lontani ma due situazioni simili dove alle reali aspirazioni popolari di equità sociale e politica spesso fanno da contraltare i giochi di potere e gli scontri gra giganti e sono sintomatici della nuova gerra, si spera, fredda che stiamo vivendo e della spartizione del mondo che sta creando in zone d'influenza non più su base idelogica ma puramente economica: un'altro, purtroppo, successo dell'imperante liberismo...........

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